Più trasferte, ma meno care

Qual è l’andamento dei viaggi d’affari in Italia? Come vengono gestiti i budget riservati alle trasferte, e che cosa prescrivono oggi le travel policy? A rivelarlo è l’ultima edizione della Business Travel Survey di Uvet American Express, relativa al primo semestre di quest’anno. I dati, pur parziali, offrono una fotografia attendibile di questo mercato: rispetto ad altre indagini, infatti, la ricerca non è basata su proiezioni, ma su dati reali (le prenotazioni effettuate da un campione di 600 aziende clienti di Uvet American Express), elaborati in tempo reale.

Il primo dato che emerge dalla survey è un incremento del numero medio di trasferte per passeggero: 4,03, con una crescita del 5,22% rispetto alle 3,83 del corrispondente periodo del 2006. In crescita anche la durata media: 2,30 giorni, pari a +11% rispetto al primo semestre dello scorso anno.

I dipendenti delle aziende italiane, dunque, viaggiano più spesso, e più a lungo. Ciononostante, l’indagine rileva una diminuzione del costo medio delle trasferte, che passa dai 348,07 euro del primo semestre 2006 ai 330,74 euro di quest’anno. Il dato, tra l’altro, è il più basso dal 2004 ad oggi, a conferma di un trend in atto già da alcuni anni.

Strategie di risparmio

Ma quali sono le strategie di saving adottate dalle imprese? Dati interessanti emergono dall’analisi delle spese della biglietteria aerea: sul mercato nazionale, infatti, si nota un crescente ricorso alle tariffe economy low yield (le tariffe scontate con restrizioni), che rappresentano oggi ben il 53% del totale delle prenotazioni e per la prima volta superano le tariffe economy high yield (full fare, corporate). Per quanto riguarda il mercato internazionale, le tariffe low yield rappresentano il 50%, contro il 47% del primo semestre 2006, mentre l’utilizzo della classe business passa dal 14 al 12%. Sul fronte dei voli intercontinentali si registra un calo delle tariffe di business class, che rappresentano oggi il 39,2% contro il 41% dell’anno precedente: segno anche di un differente mix delle destinazioni con un marcato incremento sul totale dei voli intercontinentali delle trasferte verso paesi dell’area mediorientale raggiungibili in poche ore. Ricordiamo, infatti, che  in genere le travel policy consentono di prenotare la classe business solo per i voli di durata superiore alle quattro/cinque ore.

L’incidenza dei low cost

La ricerca registra una modesta incidenza delle compagnie low cost sul numero dei biglietti emessi, che nel primo semestre di quest’anno ammontavano al 2,95% dei voli nazionali e al 4,65% di quelli internazionali. Valori ancora modesti ma in crescita rispetto al periodo gennaio-giugno del 2006, quando rappresentavano l’1,72% del totale dei voli nazionali e il 3% dei voli internazionali.

La diminuzione del costo medio della trasferta è dimostrata da un contenuto aumento dei volumi di biglietteria aerea (+2,5%) a fronte di un incremento delle transazioni (i biglietti acquistati) del 5,8%. In particolare nel caso dei voli intercontinentali aumentano del +6,3% i volumi contro un +7,9% del numero delle transazioni, mentre i volumi generati dalla biglietteria internazionale calano dell’1,1% (addirittura –3,1%, escludendo le tasse).

Il trend di una progressiva riduzione del costo medio del biglietto trova conferma anche nei dati generali riguardanti il settore del trasporto aereo: confrontando il Bsp del giugno 2007 con quello del giugno 2008 si registra una diminuzione nell’ordine del 12,20% sul venduto nazionale e un aumento modesto sul venduto internazionale (+4,40%) e intercontinentale (+0,50%); mentre viceversa i dati forniti da Assaeroporti segnalano una crescita sostenuta dei passeggeri sulle rotte domestiche (+7,40%) e internazionali (+10,80%) con un aumento del 7,70% nei movimenti degli aeromobili.

Tasse in aumento

Va detto, tra l’altro, che i volumi di spesa sarebbero ancora più contenuti, se non fosse per l’incidenza delle tasse: il prezzo medio complessivo della tratta Milano-Roma, ad esempio, aumenta del 3,57%, raggiungendo quota 370,53 euro, contro i 357,76% del primo semestre 2006. La tariffa media, però, diminuisce, passando da 281,77 a 276,06 euro, mentre la voce “tasse e oneri” sale da 75,99 a 94,77 euro. L’aumento delle tasse sui biglietti aerei è connesso a un aumento dei costi di sicurezza, nonché delle cosiddette fuel surcharge, introdotte dai vettori per far fronte alla crescita vertiginosa del prezzo del greggio.

Ma con saving così significativi, alle aziende rimangono ancora delle opportunità di risparmio da sfruttare? «I risparmi ottenuti fino ad oggi sono il frutto del lavoro di razionalizzazione delle spese svolto dalle travel management company – commenta Enrico Ruffilli, amministratore delegato di Uvet American Express -. Sono convinto che le aziende italiane abbiano ancora margini per poter governare meglio le spese e che il know how offerto da un partner specializzato come noi possa consentire anche nei prossimi anni un’ulteriore riduzione dei costi».

Le spese alberghiere

La tendenza al risparmio da parte delle aziende trova conferma anche nelle spese alberghiere. Sempre seconda la ricerca di Uvet American Express da gennaio a giugno i volumi di spesa connessi all’hôtellerie sono aumentati di un modesto 2%, nonostante il già citato incremento del numero medio delle trasferte. La causa di questo fenomeno va ricercata principalmente in una variazione nel mix delle prenotazioni, che privilegia gli hotel di fascia media e bassa al posto di quelli di lusso: i quattro stelle, pur confermandosi come la categoria più utilizzata da chi viaggia per lavoro, subiscono un calo del 2% (74,62% delle prenotazioni, contro il 76,24% del 2006), mentre i cinque stelle perdono ben 7 punti percentuali. In crescita del 9% la percentuale delle prenotazioni nei tre stelle (20,78%). Analizzando i volumi di spesa il 75,44% è generato dalla prenotazione in strutture a quattro stelle e il 16,33% dai tre stelle, mentre i cinque stelle rappresentano solo il 7,91%, in diminuzione rispetto all’8,21% del primo semestre 2006.

Le catene alberghiere puntano alla fascia media

A conferma del trend evidenziato nella ricerca di Uvet American Express che spinge le aziende verso la ricerca di strutture alberghiere di fascia media (3 stelle), le principali catene internazionali rafforzano gli investimenti nel mid-market. È il caso, ad esempio, del gruppo Hilton, che quest’anno ha inaugurato un piano di espansione in Italia del suo brand di fascia media, Hilton Garden Inn. È attesa per fine anno l’apertura di due strutture a Matera e a Bari, mentre nell’estate del 2009 sarà inaugurato un Hilton Garden Inn a Lecce. Tutte queste strutture disporranno di servizi pensati per i business traveller e caratteristici del marchio: ad esempio, l’accesso gratuito a Internet ad alta velocità, via cavo e wireless, sia nelle camere sia negli spazi comuni. E ancora, sedie ergonomiche, letti autoregolabili, sale congressi modulabili e un business center aperto 24 ore su 24. «Questa apertura conferma il nostro impegno per l’espansione e lo sviluppo di marchi chiave come Hilton Garden Inn nei mercati europei più importanti – ha dichiarato Wolfgang Neumann, presidente di Hilton Hotels per l’Europa -. Siamo consapevoli che in Italia esiste un notevole potenziale per lo sviluppo nelle città minori e in particolare del segmento di fascia media». Attualmente il marchio Hilton Garden Inn è presente in Italia con due hotel, a Firenze e nei pressi dello scalo di Roma Fiumicino, ma ha annunciato l’intenzione di raggiungere quota venti strutture, con apertura a Milano, Torino, Roma, Bologna.

Risale allo scorso giugno, invece, l’inaugurazione a Siracusa del primo albergo siciliano a marchio Express by Holiday Inn. La catena, di proprietà di InterContinental Hotel Group, conta più di 100 alberghi in Europa e 1250 nel mondo, tutte accomunate dall’offerta di servizi confortevoli, a tariffe convenienti. L’hotel siciliano disporrà di 103 camere, tutte con connessione wi-fi ad alta velocità. I viaggiatori d’affari potranno usufruire di un business center, di un ampio congress center e di un centro fitness con piscina.

Un’ulteriore conferma della crescita del mid-market giunge dai bilanci di Best Western Italia, catena che propone prevalentemente strutture di fascia media, situate nelle località turistiche, a anche nelle destinazioni business. Lo scorso anno il gruppo ha raggiunto un fatturato di 260 milioni di euro, con un incremento del 4,8% rispetto all’anno precedente. In crescita anche le room night (+10%). Intanto, prosegue l’espansione nella penisola: è recente l’apertura di due nuovi alberghi a Venezia e San Bonifacio, in Veneto. I nuovi ingressi portano a 21 il numero dei Best Western nella regione e a oltre 150 quello degli hotel in Italia.

E veniamo alle novità di Accor: il gruppo francese ha annunciato l’apertura a brevissimo di un nuovo hotel a marchio Ibis a Como. La struttura disporrà di 114 camere arredate con uno stile accogliente ed essenziale e dotate di connessione a Internet. Avrà inoltre un bar e un ristorante e un servizio di spuntini 24 ore su 24. Entro la fine dell’anno è inoltre prevista l’inaugurazione del quattro stelle Novotel Bologna Fiera (207 camere e sale riunioni fino a 300 posti) che segue di pochi mesi quella del Novotel Milano Malpensa, situato a pochi passi dallo scalo lombardo.

Per scaricare i grafici di questo articolo, cliccate qui.

Mission N. 6, ottobre 2007 – testo di Valentina Rosselli

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