A scuola di turismo

Dopo anni di crisi, il mercato turistico sembra oggi dare segni di ripresa. Rimane, però, un settore complesso, in costante evoluzione e fortemente competitivo. In un panorama di questo tipo l’improvvisazione non basta più: per sopravvivere gli operatori debbono disporre di competenze solide, padroneggiare strumenti di economia e di marketing e conoscere a fondo le nuove tecnologie. Consci di questo, una trentina di atenei italiani negli ultimi anni hanno cominciato a proporre corsi di laurea per la formazione di manager e figure professionali destinate al mondo del turismo. Perlopiù triennali, questi corsi si inseriscono nelle facoltà di Economia, Lingue, Sociologia, ma anche di Geografia, Psicologia e Lettere e Filosofia, e spaziano dall’ambito del turismo culturale, all’economia e gestione dei servizi turistici, alle lingue e culture per il turismo e il commercio internazionale. In questa sede illustriamo solo alcune delle proposte per far comprendere la varietà degli insegnamenti e i differenti approcci alle tematiche relative al mondo turistico.

Il primo ateneo ad aver avviato un corso di laurea in turismo è stato lo Iulm, Libera Università di Lingue e Comunicazione di Milano, che propone anche un master post laurea. Triennale, il corso di laurea fornisce gli strumenti – sia gestionali sia culturali – per amministrare e valorizzare il patrimonio turistico. Dopo aver acquisito le conoscenze di base durante il primo anno, gli studenti possono scegliere tra due indirizzi biennali: “Management del turismo” e “Turismo e patrimoni culturali”. «A questo corso di studi si aggiunge una laurea specialistica in “Strategie, gestione e comunicazione dei beni e degli eventi culturali”, che pur non facendo parte della classe delle lauree in Scienze turistiche, ha un taglio fortemente orientato al turismo» spiega la professoressa Manuela De Carlo, responsabile del Master in Management del Turismo dello Iulm. A numero chiuso, il corso forma ogni anno circa sessanta professionisti nel campo della progettazione, comunicazione e gestione di eventi e attività artistiche e culturali promosse da enti pubblici, organizzazioni no profit e imprese teatrali, museali e cinematografiche. Tra le aree trattate, “Istituzioni nazionali e internazionali del patrimonio culturale”, “Economia e marketing della cultura”, “Comunicazione culturale”.

Anche l’Università degli Studi di Ferrara intende formare professionisti in grado di operare nell’ambito del turismo culturale, dagli ideatori di itinerari turistici, ai consulenti per lo sviluppo e la valorizzazione delle aree territoriali, alle guide turistiche specializzate. Il corso di studi (“Operatore del Turismo Culturale”) include la partecipazione a stage, laboratori, incontri, seminari.

L’Università degli Studi di Roma “Tor Vergata”, poi, consente di laurearsi in “Beni culturali per operatori del turismo”. Triennale, il corso prevede l’insegnamento delle discipline di base economiche, geografiche e sociologiche, nonché della materia giuridica relativa al turismo. L’obiettivo è formare operatori nel settore archeologico, storico-artistico e organizzatori di servizi culturali in ambito locale, nazionale e internazionale. Sempre a Roma, da segnalare i corsi di laurea in “Scienza del Turismo” e in “Economia del turismo e delle risorse” organizzati dall’Università degli Studi “La Sapienza”.

Di taglio decisamente economico il CLET, corso di laurea in Economia del Turismo dell’Università degli Studi di Bologna. Rivolto a un massimo di 230 studenti, prepara gli iscritti a ricoprire ruoli aziendali (controller, general manager, product manager, project manager, destination manager) all’interno delle imprese turistiche, nei settori della contabilità e bilancio, controllo di gestione, organizzazione, direzione, marketing e comunicazione aziendale. La preparazione si articola in quattro aree chiave della facoltà di Economia (aziendale, economica, giuridica e matematico-statistica), a cui si aggiungono lo studio dei più comuni strumenti informatici e quello di almeno due lingue dell’Unione Europea. Durante gli studi è prevista la partecipazione a stage presso aziende del settore e a viaggi studio, seminari e conferenze.

Rientra nella Facoltà di Economia anche il corso di Economia e Gestione dei Servizi Turistici proposto dall’Università Ca’ Foscari di Venezia. A numero chiuso, fornisce le conoscenze economiche, aziendali e linguistiche che consentono di affrontare le molteplici problematiche del “sistema turismo”. Anche in questo caso è previsto lo studio di almeno due lingue e stage presso aziende del settore.

Per concludere, merita un accenno il corso di laurea in “Lingue e culture per il turismo e il commercio internazionale” dell’Università degli Studi di Verona. Triennale, il corso prevede due distinte specializzazioni: quella in Turismo prepara a operare in aziende del settore turistico; la specializzazione in Commercio Internazionale, invece, fornisce gli strumenti per inserirsi in imprese che operano con i mercati esteri. Il corso di laurea fa parte della facoltà di Lingue e Letterature straniere: in entrambi i casi, dunque, è prevista una solida formazione in almeno due lingue e culture europee.

I master post laurea

Le opportunità di formazione sono ampie anche per chi è già laureato o ha alle spalle esperienze lavorative nel mercato turistico. Numerose università e organizzazioni private, infatti, propongono master post-laurea incentrati sull’economia e sul management del turismo, nonché su settori specifici, quale quello alberghiero. In genere i corsi hanno una durata annuale e prevedono la frequenza obbligatoria. Durante l’anno gli studenti effettuano stage da tre a sei mesi presso aziende del settore. I costi sono abbastanza elevati (da 3600 a 12.500 euro), ma spesso le organizzazioni mettono a disposizione degli studenti borse di studio che coprono parzialmente o totalmente la tassa di iscrizione, nonché formule di finanziamento.

Tra le università che propongono questo tipo di corsi segnaliamo l’Università Bocconi di Milano, che propone il MET, Master in Economia del Turismo. «Si tratta di un master post laurea di primo livello, della durata di un anno accademico (da ottobre a giugno) – spiega Rodolfo Baggio, responsabile dell’area sistemi informativi e tecnologie di comunicazione del MET -. Alcuni degli iscritti sono già inseriti nel mondo del lavoro, altri sono neolaureati o hanno una minima esperienza nel mondo del lavoro. L’Università Bocconi effettua una rigida selezione dei partecipanti: in genere, delle oltre ottanta domande di iscrizione che ci pervengono, ne accogliamo una trentina. Il corso prevede 400 ore di lezione, ogni venerdì pomeriggio e sabato, più due o tre settimane full time nel corso dell’anno. In questo modo le lezioni possono essere frequentate anche da chi è già inserito nel mondo del lavoro.

«Proponiamo una didattica di tipo tradizionale, incentrata sulle seguenti aree: economia del turismo, economia e politica di impresa, politica del turismo, organizzazione e programmazione del territorio, economia delle aziende turistiche – prosegue Baggio -. Ad esse si aggiungono un’area giuridica, che analizza i contratti di settore e le problematiche legislative connesse al turismo, e un’area dedicata ai sistemi informativi e alle tecnologie di comunicazione. La didattica è di tipo misto e i docenti si avvalgono delle testimonianze di alcune aziende del settore». A fine anno i partecipanti sono chiamati a realizzare un project work, mettendo in pratica gli strumenti acquisiti durante il corso.

Segnaliamo che nel corso dell’anno gli studenti hanno la possibilità di partecipare a stage che, nella stragrande maggioranza dei casi, rappresentano un’opportunità di lavoro anche a chiusura del master. «Vantiamo un placement del 92% sul totale degli iscritti a sei mesi dalla conclusione del master – dichiara Rodolfo Baggio -. Questo risultato è il frutto di una rigorosa selezione delle aziende partner e di un’estrema attenzione nel “mettere d’accordo” le esigenze delle aziende con quelle degli studenti». Tra le aziende del settore turistico e della pubblica amministrazione con cui il MET collabora, figurano Amadeus, il ministero degli Affari Esteri, Fiavet, Boscolo Group, Expedia, Ventura Travel, Italcongressi.

«Gli iscritti hanno l’opportunità di partecipare a numerosi seminari ed eventi collaterali – sottolinea Baggio -. Ad esempio, possono assistere ad alcune delle lezioni organizzate dal MET per gli alti funzionari dei Paesi in via di sviluppo in collaborazione con il Wto, l’Organizzazione Mondiale del Turismo». Il corso costa 9000 euro, ma a disposizione vi sono finanziamenti e borse di studio.

L’offerta della Bocconi in ambito turistico non si esaurisce con il master. L’università propone infatti anche numerosi corsi executive della durata di 15 giorni, rivolti agli operatori del settore (www.sdabocconi.it).

Lo Iulm, invece, propone un Master in Management Turistico, che quest’anno è giunto alla terza edizione. «Si tratta di un corso molto impegnativo – spiega Manuela De Carlo -: prevede infatti mille ore di lezione, a tempo pieno e con obbligo di frequenza. Agli studenti viene offerta l’opportunità di prendere parte a stage presso numerose aziende del settore. Alle lezioni, inoltre, intervengono rappresentanti di imprese del settore che integrano le lezioni teoriche dei docenti con sessioni della durata di mezza giornata o un giorno, basate su esercitazioni e attività di progettazione».

Tra le imprese del settore che nelle passate edizioni hanno partecipato al master in qualità di docenti compaiono, tra gli altri, Uvet American Express Corporate Travel, Frigerio Viaggi, il gruppo Accor, I Viaggi del Ventaglio, Amadeus, Jolly Hotels, Best Western Italia. «Alla fine dei nove mesi chiediamo agli studenti, riuniti in piccoli gruppi, di realizzare un business plan per aziende committenti che, in molti casi, lo mettono poi in pratica.

«Partecipano al master persone laureate da uno a due anni, ma anche con qualche anno di esperienza nel mondo del lavoro – prosegue De Carlo -. Per l’ammissione è richiesta un’esperienza lavorativa anche minima, una forte motivazione a lavorare nel settore e una buona conoscenza della lingua inglese». L’iscrizione al master costa 9500 euro e sono disponibili numerose borse di studio offerte dalle aziende partner. «Siamo contenti dei risultati raggiunti – conclude De Carlo -. Più che un semplice corso di studio, il nostro è un vero e proprio laboratorio di idee, un luogo di confronto con gli operatori del settore».

Concludiamo con il <b, società di consulenza nel settore turistico certificata da Asfor, Associazione italiana per la formazione manageriale. Il corso, giunto quest’anno alla ventesima edizione, fornisce gli strumenti per la gestione alberghiera e l’organizzazione del territorio a fini turistici. Prevede 900 ore in aula – che si svolgono nell’arco di cinque mesi in un elegante resort a Castelbrando, in provincia di Treviso – e sei mesi di tirocinio presso aziende del settore, per un totale di 1200 ore. «La particolarità dei nostri corsi è di essere fortemente orientati al business – spiega Piergiorgio Mangialardi, direttore del master -. L’80% dei docenti del master sono professionisti e manager del settore turistico (albergatori, ma anche direttori di enti di promozione turistica, consulenti) che impartiscono insegnamenti sulle aree chiave della gestione alberghiera, dallo yield management al food & beverage». Anche in questo caso, i partecipanti hanno il compito di realizzare un progetto di fine anno: un vero e proprio lavoro di consulenza svolto per alcune aziende partner.

Il master costa 12mila euro + Iva, ma grazie alla sponsorship di numerose imprese del settore sono disponibili borse di studio. Tra le imprese sponsor spiccano Starwood-Sheraton, Hilton, Boscolo Group, I Viaggi del Ventaglio, Chia Laguna, Four Seasons, Hyatt, Altamarea.

«I nostri studenti hanno in media 27 anni. Si tratta di laureati con un paio d’anni di esperienza lavorativa, ma anche di “figli d’arte”, anche non laureati, con alle spalle quattro anni di lavoro presso l’azienda di famiglia». Turisma vanta un placement del 90% a sei mesi dalla conclusione del master. Durante il corso gli studenti hanno la possibilità di prendere parte, oltre a stage semestrali, anche a esperienze di lavoro più brevi presso imprese del settore.

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La formazione nel business travel

La proposta di corsi di laurea e master in ambito turistico è ormai ampia e variegata. Non si può dire lo stesso del settor del business travel, dove sono molto poche le occasioni di formazione e approfondimento. Per colmare questa lacuna Newsteca, in collaborazione con Adaci(Associazione italiana di management degli approvvigionamenti) e la società di consulenza 2BConsistent, ha messo a punto un programma articolato di corsi. Sviluppato per moduli indipendenti, così da favorire la partecipazione, il piano rappresenta un vero e proprio percorso formativo finalizzato a rafforzare la professionalità dei travel manager e favorire lo scambio di esperienze fra aziende appartenenti anche a settori merceologici diversi, ma ugualmente interessate ad acquisire strumenti per una più efficace gestione delle spese di viaggio.

Per visualizzare il calendario dei corsi clicca qui

Mission N. 8, novembre-dicembre 2006 – testo di Elisabetta Tornatore

Mission N. 8, novembre-dicembre 2006, testo di Elisabetta Tornatore

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