Vettori low cost, intermodalità, dehubbing di Malpensa, crisi del vettore di bandiera e ora la nuova alleanza Alitalia-Etihad, che viene a sconvolgere equilibri vecchi e nuovi. Il mondo del trasporto aereo italiano vive da tempo momenti di particolare fermento: scenari ricchi di sfide difficili ma anche di opportunità da cogliere per chi saprà ritagliarsi un ruolo adeguato alle proprie specificità. Un’asserzione che vale per qualsiasi operatore del settore, ma che probabilmente è ancora più vera per il sistema aeroportuale italiano, il cui sviluppo ha storicamente risposto troppo spesso a logiche campanilistiche di breve respiro piuttosto che a esigenze strategiche e funzionali.
D’altronde di un piano di riordino dell’assetto generale degli scali si parla ormai da oltre un quarto di secolo. Un punto fermo sembrava si fosse raggiunto nel 2011, quando l’allora ministro dei Trasporti, Altero Matteoli, presentò un piano elaborato dall’Ente nazionale per l’aviazione civile (Enac), basato a sua volta su uno studio realizzato da Oneworks, Nomisma e Kpmg, che immaginava 24 aeroporti principali e 18 di servizio, insieme alla costruzione di altri due scali (Grazzanise e Viterbo). Due anni più tardi, però, al Mit arriva Corrado Passera che cambia rotta e ridisegna l’intera mappa secondo criteri intermodali legati alle reti transeuropee di trasporto (Ten-T): 31 scali di interesse nazionale e gli altri in capo alle regioni, libere di decidere del loro futuro. Si arriva così all’ultimo intervento, griffato a gennaio di quest’anno da Maurizio Lupi (governo Letta), che coinvolge nuovamente Enac e regioni individuando dodici aeroporti strategici e 26 scali di interesse nazionale. Poi più nulla se non la firma dell’accordo agostano tra Mit e Ferrovie dello Stato, per collegare l’Alta velocità agli scali di Malpensa, Fiumicino e Venezia, così come esplicitamente indicato da Etihad nelle condizioni poste per entrare nel capitale di Alitalia.
Un contesto in grande evoluzione, insomma, entro il quale si inseriscono dati sul traffico passeggeri che complicano ulteriormente il quadro: secondo l’ultimo consuntivo Assaeroporti, infatti, se da una parte, nel quinquennio 2009-2013, il numero dei viaggiatori in transito negli scali italiani è aumentato del 10,3%, passando dagli oltre 130 milioni del 2009 ai 144,144 milioni dell’anno scorso, è pur vero che il picco di questo incremento è stato raggiunto già nel 2011 (148,781 milioni). Nell’ultima parte del lustro i passeggeri sono, quindi, calati di oltre 4 milioni di unità. «Tale andamento altalenante», si legge nella nota Assaeroporti, «è stato caratterizzato da una peculiare flessione dei vettori tradizionali (a partire da Alitalia) a favore delle compagnie low-cost, nonché dalla crescente concorrenza del treno ad alta velocità. Al forte decremento del traffico domestico è poi corrisposta una sostanziale tenuta delle tratte europee e una certa vivacità di quelle extra-continentali, notoriamente più redditizie».
È in questo scenario piuttosto complesso che noi di Mission abbiamo pensato di interpellare alcuni tra i principali aeroporti della Penisola, per comprenderne le prospettive di sviluppo, soprattutto in termini di business travel, nonché il loro approccio ai temi della sostenibilità e il loro pensiero in merito al piano nazionale degli aeroporti. Date le dimensioni dell’inchiesta, l’articolo sarà suddiviso su due puntate. In questa si parlerà, in particolare, di Bergamo, Genova, Venezia, Treviso, Pisa, Bari, Brindisi, Taranto, Foggia e Lamezia Terme. Altri scali, tra cui i più importanti aeroporti della Penisola, Milano e Roma, seguiranno nella prossima uscita di Mission.
Aeroporto Internazionale di Orio al Serio
La possibilità di volare senza fronzoli, a tariffe basse, con garanzia di assoluta puntualità. Crisi o non crisi, sono le priorità emergenti dei viaggiatori d’affari per i loro spostamenti aerei: un trend già riscontrabile ben prima di qualsivoglia incertezza economica recente. Lo sostiene Andrea Mentasti, direttore generale della Sacbo: la società di gestione di un aeroporto a chiara vocazione no frills come il Caravaggio. «Negli ultimi tempi stiamo infatti assistendo a una crescita costante dei viaggiatori business, che oggi rappresentano circa il 25% dei passeggeri in transito. Il nostro obiettivo è perciò quello di rendere sempre più confortevole l’accesso, il transito e il tempo di attesa nel nostro scalo. In occasione di Expo 2015, in particolare, abbiamo in programma una serie di iniziative ad hoc, molte delle quali potrebbero rimanere in essere ben oltre il semestre dell’Esposizione universale».
Più articolato, invece, il pensiero di Mentasti sul piano aeroporti. Anche perché il Caravaggio, nell’ultima versione di Maurizio Lupi, è relegato a scalo di importanza nazionale nell’area strategicamente concentrata su Malpensa: «Ruolo e funzione di ogni aeroporto sono dettate innanzitutto dal mercato. E la nostra strategia ci ha consentito di diventare il quarto scalo italiano per numero di passeggeri trasportati all’anno. Ovvio ritenere che la presenza di vettori low cost, che operano la maggior parte dei voli di linea, indichi una specializzazione imprescindibile, a cui peraltro fanno riferimento le diverse categorie dei nostri viaggiatori. Il piano nazionale degli aeroporti, quale che sarà la sua impostazione finale, dovrà perciò necessariamente tener conto di tali numeri e della loro valenza in chiave di copertura territoriale».
In tema di sostenibilità presente e futura, infine, i lavori recentemente ultimati sulla pista, «con l’ammodernamento completo delle infrastrutture di volo e l’adozione di un sistema di illuminazione Led, a forte risparmio energetico, così come le opere in corso nel lato arrivi dell’aerostazione, nonché la costruzione del nuovo parcheggio limitrofo al sedime aeroportuale, rispondono tutti a criteri sia di miglioramento della qualità dei servizi sia di attenzione alla sostenibilità. Sul fronte delle operazioni aeronautiche», conclude quindi Mentasti, «sono inoltre allo studio procedure atte a minimizzare ulteriormente l’impatto acustico sul territorio circostante».
Aeroporto Internazionale di Orio al Serio
La possibilità di volare senza fronzoli, a tariffe basse, con garanzia di assoluta puntualità. Crisi o non crisi, sono le priorità emergenti dei viaggiatori d’affari per i loro spostamenti aerei: un trend già riscontrabile ben prima di qualsivoglia incertezza economica recente. Lo sostiene Andrea Mentasti, direttore generale della Sacbo: la società di gestione di un aeroporto a chiara vocazione no frills come il Caravaggio. «Negli ultimi tempi stiamo infatti assistendo a una crescita costante dei viaggiatori business, che oggi rappresentano circa il 25% dei passeggeri in transito. Il nostro obiettivo è perciò quello di rendere sempre più confortevole l’accesso, il transito e il tempo di attesa nel nostro scalo. In occasione di Expo 2015, in particolare, abbiamo in programma una serie di iniziative ad hoc, molte delle quali potrebbero rimanere in essere ben oltre il semestre dell’Esposizione universale».
Più articolato, invece, il pensiero di Mentasti sul piano aeroporti. Anche perché il Caravaggio, nell’ultima versione di Maurizio Lupi, è relegato a scalo di importanza nazionale nell’area strategicamente concentrata su Malpensa: «Ruolo e funzione di ogni aeroporto sono dettate innanzitutto dal mercato. E la nostra strategia ci ha consentito di diventare il quarto scalo italiano per numero di passeggeri trasportati all’anno. Ovvio ritenere che la presenza di vettori low cost, che operano la maggior parte dei voli di linea, indichi una specializzazione imprescindibile, a cui peraltro fanno riferimento le diverse categorie dei nostri viaggiatori. Il piano nazionale degli aeroporti, quale che sarà la sua impostazione finale, dovrà perciò necessariamente tener conto di tali numeri e della loro valenza in chiave di copertura territoriale».
In tema di sostenibilità presente e futura, infine, i lavori recentemente ultimati sulla pista, «con l’ammodernamento completo delle infrastrutture di volo e l’adozione di un sistema di illuminazione Led, a forte risparmio energetico, così come le opere in corso nel lato arrivi dell’aerostazione, nonché la costruzione del nuovo parcheggio limitrofo al sedime aeroportuale, rispondono tutti a criteri sia di miglioramento della qualità dei servizi sia di attenzione alla sostenibilità. Sul fronte delle operazioni aeronautiche», conclude quindi Mentasti, «sono inoltre allo studio procedure atte a minimizzare ulteriormente l’impatto acustico sul territorio circostante».
Aeroporto di Genova
Un certo fermento mostra poi anche lo scalo di Genova: un city airport ad appena sei chilometri dal centro di un’area urbana da sempre sede di importanti imprese di livello internazionale: «La principale novità in programma», racconta il presidente del Cristoforo Colombo, Marco Arato, «riguarda certamente il progetto di ampliamento dell’aerostazione, già approvato dall’Enac e inserito nell’elenco delle opere che dovrebbero beneficiare delle misure contenute nel recente decreto Sblocca-Italia: oltre all’aumento dell’area aeroportuale, che passerà dagli attuali 15mila a 23mila metri quadrati di superficie, prevediamo un ammodernamento dei servizi interni, tra cui l’introduzione di un corridoio fast track verso i Paesi extra-Schengen. Il tutto per una spesa complessiva di circa 20 milioni di euro, interamente in autofinanziamento. Non solo: insieme alla regione Liguria, a Trenitalia e alla Società per Cornigliano, stiamo anche portando avanti il progetto di collegamento diretto aeroporto-ferrovia, cofinanziato dall’Agenzia europea Ten-T (oggi Inea, ndr)».
Alla base di tale iniziativa, l’idea che la principale esigenza dei viaggiatori d’affari (rappresentanti il 32,8% dei passeggeri in transito nello scalo della Lanterna) sia quella di un accesso veloce al territorio. Ma il nuovo collegamento diretto aeroporto-ferrovia, con il conseguente spostamento di una parte dei transfer dalla gomma al ferro, genererà anche impatti positivi in termini di sostenibilità: «La nostra attenzione verso i temi ecologici è testimoniato dal decreto ministeriale di compatibilità ambientale emesso nel 2002 e da noi pienamente ottemperato a partire dal 2013. Il futuro ampliamento dell’aerostazione consentirà peraltro un ulteriore risparmio energetico, grazie all’installazione di forme di illuminazione a basso consumo e di nuovi sistemi di climatizzazione più rispettosi dell’ambiente. A tutto ciò vorrei poi aggiungere che le acque reflue del piazzale del Colombo vengono già oggi raccolte e depurate prima di essere fatte confluire in mare».
Pienamente in linea con tali premesse di sviluppo si dimostra quindi la posizione di Arato sul piano aeroporti, considerato uno strumento utile a dettare «le linee guida di sviluppo di un settore fondamentale per l’economia italiana. Da quest’ultimo punto di vista, sarà però soprattutto importante dare seguito in tempi rapidi allo sblocco delle tariffe, consentendo in questo modo l’avvio degli investimenti infrastrutturali necessari all’ammodernamento di infrastrutture e servizi, a tutto vantaggio della competitività del sistema».
Venezia e Treviso
Dalle grandi ambizioni sono pure i piani della Save per l’aeroporto di Venezia, che a oggi prevedono investimenti per un totale di 600 milioni di euro da qui al 2021: «Già a partire dal 2015 inizieremo i lavori di ampliamento del Marco Polo su tutta una serie di lotti relativi a zone commerciali, di servizio e operative, compresa la realizzazione di un percorso pedonale assistito tra la darsena e l’aerostazione», svela il direttore commerciale e marketing non–aviation, Andrea Geretto. «Ma in progetto c’è anche lo sviluppo dell’intermodalità, con la realizzazione di una stazione ferroviaria ipogea, destinata all’Alta velocità. D’altronde, l’attuale trend di traffico del nostro scalo (8,4 milioni di passeggeri trasportati nel solo 2013) va ben oltre i 6,5 milioni di viaggiatori annui per cui era stato originariamente concepito. E lo spazio, di per sé, dà sempre una sensazione di comfort».
Le esigenze dei viaggiatori, e in particolare quelle dei business traveller, non si soddisfano però solo con i grandi interventi infrastrutturali. Serve anche l’attenzione alle piccole cose. Oltre al recente lancio della connessione wifi e della sperimentazione del self bag drop, il Marco Polo ha così rinnovato da poco il proprio sito, realizzandone pure una versione ottimizzata mobile, nonché pubblicando un’applicazione smartphone e tablet a reale valore aggiunto: «Abbiamo cercato di affrontare il tema Internet in maniera estremamente rigorosa», racconta sempre Geretto. «Gli stessi contenuti online sono stati oggetto di uno studio di mercato condotto tra i nostri frequent flyers. Abbiamo così compreso, tra le altre cose, la necessità di costruire una app dotata di funzioni aggiuntive rispetto a quelle già presenti nel sito tradizionale: un’applicazione geolocalizzata, in grado di costruire un rapporto di biunivocità con i passeggeri, grazie a informazioni puntuali e offerte ad hoc, basate direttamente sulle loro richieste dirette, sulle loro preferenze e sulla loro posizione corrente».
Altri piccoli grandi cambiamenti hanno poi riguardato l’aumento delle prese di corrente a disposizione dei viaggiatori, «ma a breve installeremo pure dei dispositivi per segnalare i tempi di attesa in coda, mentre è in fase di definizione il lancio di un progetto test, volto a snellire digitalmente le pratiche di rimborso dell’Iva, in modo da favorire lo shopping dei passeggeri extra Unione europea».
L’attenzione del Marco Polo verso i temi dell’ambiente (e dello scalo di Treviso, gestito dalla stessa Save) è quindi testimoniata dall’adesione, di entrambe le realtà, al programma di gestione delle emissioni di anidride carbonica, Airport carbon accreditation, curato dalla Aci Europe (Airports council international). «Siamo infatti consapevoli», riprende Geretto. «di quanto sia necessario il rispetto e il confronto con le aree territoriali in cui i nostri scali sono inseriti, nonché dell’importanza di una strategia coerente di company social responsability». Sul fronte piano aeroporti, infine, lo stesso Geretto mostra un comprensibile orgoglio per l’inserimento dello scalo veneziano, in tutte le versioni sinora pubblicate, tra gli hub intercontinentali nazionali: «Noi siamo sicuramente per una razionalizzazione del sistema aeroportuale. È infatti giusto che ognuno abbia le proprie specificità, perché non tutti possono fare tutto».
Aeroporto Internazionale Galileo Galilei di Pisa
Dal Nord al Centro Italia, il fermento degli scali italiani non pare avere soluzione di continuità. Il Galileo Galilei, per di più, appare oggi in una fase particolarmente delicata della sua storia: inserito nell’ultimo piano nazionale tra gli scali di valore strategico, a patto di un’integrazione con l’Amerigo Vespucci di Firenze, l’aeroporto pisano è attualmentecontrollato dalla multinazionale Corporacion America, che da pochi mesi detiene il 53,04% delle quote della società di gestione Sat S.p.A.. La stessa compagnia internazionale, a seguito di un patto parasociale con Sogim, controlla anche il 61,293% del capitale dell’Aeroporto di Firenze (AdF).
In attesa quindi di ulteriori sviluppi sul fronte integrazione tra i due scali toscani, l’amministratore delegato Sat, Gina Giani, traccia l’identikit di un aeroporto specializzato nelle connessioni inter-europee, a vocazione mista low cost (70%) e full legacy (30%), ma dalla forte connotazione business travel: «Quello a cui stiamo assistendo, in effetti, è una forte convergenza tra gli interessi delle aziende e i servizi no-frills. Anche perché molte imprese hanno compreso che, per volare un paio d’ore, non è sempre fondamentale prenotare in business class. Ecco allora che anche noi abbiamo dovuto rivedere la nostra offerta, tarandola sulle esigenze del segmento dei viaggiatori d’affari».
Tra le ultime novità, si annoverano perciò l’introduzione del wi-fi gratuito, nonché tutta una serie di convenzioni corporate per il parcheggio e l’accesso all’area vip. A breve è poi prevista pure l’attivazione di una fast track. Ma è stato soprattutto il recente ampliamento della business lounge a rendere questo spazio uno dei veri fiori all’occhiello del Galileo Galilei: «È un intervento che abbiamo realizzato sull’onda del crescente numero di passeggeri iscritti ai programmi che permettono l’accesso alle sale vip di tutto il mondo. Siamo così riusciti a trasformare quello che dagli aeroporti è normalmente considerato un oneroso, quantunque imprescindibile, centro di costo, in una fonte virtuosa di profitti».
Consapevole della necessità di una gestione dello scalo armonica con le esigenze del territorio in cui è inserito, la Sat ha inoltre dotato il Galileo Galilei della certificazione ambientale Iso 14001sin dal 2004, mentre l’anno scorso è stato attivato il nuovo impianto di trigenerazione, capace di garantire un’ottima efficienza ecologica ed energetica. «In questo momento stiamo poi portando avanti i lavori per il potenziamento e la riqualificazione delle infrastrutture di volo dell’aeroporto (piste e raccordi) e per la mitigazione dell’impatto acustico sulla città di Pisa : un investimento da circa 19 milioni di euro complessivi, in autofinanziamento, di cui 3 milioni dedicati esclusivamente alle opere di mitigazione dell’impatto acustico sulla città», conclude Gina Giani. «Tra i progetti , infine,è in corso la realizzazione del People Mover, una navetta automatica a trazione elettrica e a cavo, che porterà praticamente la Stazione in Aeroporto e l’Aeroporto in Stazione assicurando collegamenti ogni cinque minuti in maniera eco-compatibile e completamente insonorizzata».
Bari, Brindisi, Taranto e Foggia
Punta invece soprattutto su una sezione e-commerce completamente dedicata ai viaggiatori d’affari, nonché su un programma fedeltà avanzato, la società di gestione degli aeroporti di Bari, Brindisi, Taranto e Foggia per intercettare il segmento business del proprio mercato: «Il nostro sito, in effetti, consente di acquistare una vasta gamma di servizi ad hoc, tra cui l’affitto di sale riunioni, il daily pass per le vip lounge, l’accesso alla fast track e la nostra stessa fidelity card», spiega il direttore generale di Aeroporti di Puglia, Marco Franchini. «Per gli iscritti al programma di fidelizzazionePugliaVola card, tarato sulle specifiche esigenze di chi viaggia per lavoro, sono inoltre previsti sconti e vantaggi presso numerose attività convenzionate». Tutti i programmi di sviluppo si attengono, inoltre, a precise linee guida di rispetto ambientale, tanto che «i numerosi interventi coordinati in materia di approvvigionamento energetico, mitigazione dell’impatto ambientale e abbattimento del rumore hanno fatto dei nostri aeroporti un laboratorio sperimentale, e un modello di riferimento nazionale, in materia di approccio sostenibile alla realizzazione di nuove opere».
Gli scali pugliesi paiono poi ben posizionati anche dal punto di vista dei vari piani di riordino del sistema aeroportuale italiano: «D’altronde», conclude Franchini, «siamo tra le prime regioni italiane a esserci dotate di uno strumento per la definizione di linee di sviluppo in una logica di rete e in un contesto di diffusione e specializzazione. L’inserimento di Bari nell’elenco degli aeroporti strategici, nonché di Brindisi e di Taranto – Grottaglie tra quelli di interesse nazionale, confermano tale scelta e i livelli di eccellenza raggiunti sul piano della dotazione infrastrutturale, dell’intermodalità e del potenziamento dei collegamenti. Una notazione a parte merita, in particolare, l’aeroporto di Taranto, la cui specializzazione cargo-logistica sta ulteriormente evolvendo, in armonia con la programmazione del Distretto tecnologico aerospaziale pugliese, verso un progetto di attrazione di importanti realtà produttive e scientifiche impegnate nello sviluppo di nuove soluzioni aeronautiche».
Aeroporto di Lamezia Terme
A prevalente vocazione leisure, l’aeroporto di Lamezia Terme serve tuttavia anche una discreta quota di viaggiatori d’affari (20% circa). La società che ne cura la gestione è quindi consapevole dell’importanza che il fattore tempo riveste per il business traveller: «Rapidità dei procedimenti, nonché servizi più snelli e dedicati sono le risposte che uno scalo deve saper dare a questo particolare segmento della domanda», sostiene infatti il presidente della Sacal, Massimo Colosimo. «E la nostra vip lounge è concepita proprio per venire incontro a tali esigenze. Certo, disporre anche di un servizio fast track aiuterebbe, ma la struttura della nostra aerostazione attualmente non ci consente di attivarla».
Ciononostante, e a dispetto di un 2013 non certo facile per il trasporto aereo italiano, la Sacal è riuscita a far rientrare il Sant’Eufemia nel novero degli scali strategici dell’ultimo piano nazionale, dopo che l’aeroporto di Lamezia Terme era uscito dall’elenco della versione targata Corrado Passera: «Un riconoscimento al lavoro svolto e alle nostre scelte, che ci hanno permesso il riequilibrio del conto economico e il mantenimento dei volumi di traffico. Quando, e se, il piano sarà definitivamente approvato, avremo perciò la possibilità di crescere ancora. E se ci saranno criticità, le affronteremo serrando le fila, con il gioco di squadra e lo stesso impegno di sempre».
Sostenibilità e ambiente sono altri temi portanti della mission Sacal: «I nostri piani di crescita mirano a integrarsi con lo sviluppo socioeconomico dell’area, oltre che con il rispetto delle esigenze legate alla tutela ambientale», conclude infatti Colosimo. «Attualmente, in particolare, la nostra società impiega, compresi gli stagionali, circa 300 dipendenti, di cui 22 assunti a tempo indeterminato proprio quest’anno, e genera un indotto di dimensioni paragonabili. A livello di pratiche green, invece, abbiamo recentemente coinvolto i sindaci dei comuni limitrofi in un’iniziativa di sensibilizzazione sui temi dello smaltimento dei rifiuti urbani, parlando anche di discariche abusive, che favoriscono, tra le altre cose, la genesi di fenomeni pericolosi per il traffico aereo come il cosiddetto “bird strike”. L’installazione di lampade Led ci ha inoltre consentito un notevole risparmio energetico, ma vorrei pure segnalare l’iscrizione del Sant’Eufemia al registro telematico nazionale per il controllo e la riduzione dell’emissione dei gas fluorati a effetto serra (Fgas), nonché al sistema di tracciabilità dei rifiuti, Sistri. Proprio a quest’ultimo proposito, il nostro obiettivo per l’anno prossimo è iniziare un progetto di raccolta differenziata, tramite l’eventuale adozione di un compattatore, con una particolare attenzione per la plastica, il vetro e l’alluminio».
I servizi per i business traveller
- Bergamo: due vip lounge, fast track, un ristorante, sale riunioni, un auditorium da 70 posti, wi-fi gratuito, mobile check-in Ryanair, carte fedeltà Vip Card e Vip Card Plus dotate anche di convezioni e gratuità per il parcheggio.
- Genova: sala vip, area cerimoniale, meeting room, fast track, check-in automatizzati (Alitalia ed Air France), wi-fi gratuito, convenzioni corporate per il parcheggio e un hotel da oltre 300 camere nel sedime aeroportuale (Tower Genova Airport Hotel & Conference Center).
- Venezia: due vip lounge (di cui una Alitalia), wi-fi gratuito per i primi 30 minuti (gratis per chi è nelle lounge), fast track, self bag drop in fase sperimentale, app dedicata, sito ottimizzato mobile, convenzioni con agenzie e centri prenotazioni corporate, business center.
- Pisa: due vip lounge (di cui una riservata ai passeggeri), un business center dotato di tre sale attrezzate, wi-fi gratuito, app dedicata, convenzioni corporate per i parcheggi.
- Bari: fast track, sale riunioni, vip lounge, sezione e-commerce dedicata ai business traveller, carta fedeltà PugliaVola Card con vantaggi per il parcheggio, gli hotel ecc.
- Lamezia Terme: vip lounge, wi-fi gratuito per i primi 30 minuti (free nella lounge), check-in automatico Alitalia e Air One, carta fedeltà Sacal con sconti su parcheggi, negozi e altri servizi.
Testo di Massimiliano Sarti, Mission n.5, settembre 2014