Lo sciopero di domani 21 maggio conferma la cancellazione dei voli di Alitalia e diverse altre compagnie aeree. Il vettore nazionale informa con una nota che, ad eccezione delle fasce garantite 7-10:00 e 18-21:00 è stata costretta a cancellare la metà dei voli, sia nazionali che internazionali, oltre ad alcuni servizi nella serata di stasera, 20 maggio, e nella prima mattina di mercoledì 22 maggio.
Qui la lista dei voli cancellati di Alitalia. La compagnia informa di avere attivato un piano straordinario prevedendo l’utilizzo di aerei più capienti con l’obiettivo di riprenotare i viaggiatori coinvolti nelle cancellazioni sui primi voli disponibili in giornata. In questo modo, ipotizza che il 60% dei passeggeri riesca a viaggiare nella stessa giornata di oggi, 21 maggio.
Lo sciopero indetto da Filt Cgil unitariamente a Fit Cisl, Uiltrasporti e Ugl Trasporto aereo coinvolge piloti e assistenti di volo di Alitalia, Blue Air e Blu Panorama, nonché i tecnici della manutenzione, il personale di terra, gli addetti all’handling e al catering delle tre compagnie.
“La protesta è proclamata per la grave situazione occupazionale del trasporto aereo nonostante la crescita del numero dei passeggeri, per il rinnovo del contratto nazionale di settore, per il finanziamento strutturale del Fondo di solidarietà del trasporto aereo nonchè per dare un futuro certo agli oltre 11mila lavoratori di Alitalia la cui situazione è sempre più incerta”, spiega Filt-Cgil.
Ryanair sul suo sito web avvisa i passeggeri che l’astensione dal lavoro impatterà anche sulle sue operazioni.
Come riconoscono le stesse sigle sindacali, il settore del trasporto aereo vive “un’accentuata dicotomia: da un lato una costante crescita di passeggeri e di voli e dall’altro un proliferare di situazioni fallimentari”.
Nel dettaglio, sul fondo di solidarietà che ha permesso di gestire le crisi passate e “che deve servire per accompagnare quelle in atto – si legge in una nota -, viene ridotto dal provvedimento del Governo sulle pensioni, nel tempo e nella quantità economica”. In definitiva, manca una concreta legislazione nazionale per il sostegno di un comparto cruciale all’economia dei viaggi e non solo, “che contrasti il dumping contrattuale e preveda l’applicazione del contratto e di regole chiare, a salvaguardia dell’occupazione e dei salari”. Qui la comunicazione per esteso.