La volontà di tutelare l’ambiente è un must doanche nel mondo dell’aviazione civile, un universo composto da milioni di passeggeri trasportati ogni giorno da un capo all’altro del mondo, da decine di migliaia di aeromobili e da migliaia di aeroportisparsi in ogni dove. Le buone pratiche devono quindi iniziare a terra, con la progettazione, costruzione e gestione di aeroporti che riducano i consumi energetici, e devono proseguire in cielo con la riduzione dell’inquinamento acustico e atmosferico prodotto dagli aeromobili. Non a caso tutti programmi operativi messi a punto dalle principali istituzioni preposte al controllo del settore aereo, dall’Enac in poi, contengono indicazioni che riguardano questi aspetti. Ma limitare i consumi significa anche abbattere i costi e questo aspetto, soprattutto per le compagnie aeree, è un imperativo categorico che si ottiene lavorando su vari fronti, a partire dall’utilizzo di aeromobili in grado di consumare meno, inquinare meno e rendere di più: non a caso le aziende costruttrici lavorano su questo fronte incessantemente, mettendo a punto soluzioni mirate e futuristiche, destinate ad avere impatti importanti sul nostro pianeta. Il traffico aereo è infatti in crescita, come conferma Iata (International Air Transport Association) che a fine 2013 ha registrato per la prima volta il traguardo di tre miliardi di passeggeri trasportati nel mondo, destinati ad aumentare di un altro del 10%, secondo le stime, nel 2014.
Gli aerei leggeri
Il comparto aereo vede due attori principali, come noto, la statunitense Boeing e l’europea Airbus, attorniati da una pletora di aziende aeronautiche che hanno sede in circa 30 nazioni del mondo, dall’Argentina all’Ucraina (comprese le italiane Finmeccanica e le sue controllate AgustaWestland, Alenia Aermacchi) e senza contare i produttori di componenti e tutto l’immenso indotto. Limitandoci ai big, entrambe le aziende stanno compiendo ampi sforzi per produrre velivoli sempre più in linea con le esigenze di risparmio energetico.
Ma il futuro degli aerei di linea pare essere proprio quello del “più leggeri, più efficienti, più ecologici” come il Dreamliner della Boeing,soprannominato “l’aereo di plastica”, perché molto più veloce e leggero dei normali velivoli. La Boeing lo produce in alcune varianti, la principale delle quali è il 787-8, modello base della famiglia B787. La configurazione standard del 787-8 è di 210 posti distribuiti su tre classi di viaggio (o 250 passeggeri in due classi). Questa variante è stata la prima della famiglia del B787 ad entrare in servizio nel 2011. In realtà questo aereo, un bimotore, non è affatto di plastica, ma è costruito in gran parte in materiali compositi: fusoliera e ali sono infatti in fibra di carbonio e ciò permette un risparmio di carburante del 20% (e di conseguenza delle emissioni di CO2 in atmosfera) data la leggerezza del velivolo, impossibile da raggiungere adoperando altri materiali; alcune parti sono in titanio per rinforzare la struttura e garantire la sicurezza necessaria per voli lunghi, mentre solo un decimo dell’aereo è in acciaio. Grazie all’elevata resistenza garantita dalla fibra di carbonio, si è potuta alzare la pressione interna, portandola a una quota pari a 1.800 m, rispetto ai 2.400 m di un aereo tradizionale. È anche aumentato il tasso di umidità, che arriva al 15%: ciò si traduce in un migliore comfort per i passeggeri, soprattutto nelle lunghe percorrenze.
La risposta europea al Dreamliner è statal’Airbus A350 Xwb-Msn1, il cui progetto risale al 2006 ma la cui costruzione ha subito ritardi perché la prima versione fu in seguito modificata. L’A350, superati tutti i test e che ha fatto il suo primo volo nel giugno del 2013, dovrebbe entrare in servizio nel corso di quest’anno con la Qatar Airways che ne ha ordinati 80, prima di una serie che dimostra come le compagnie aeree abbiano tutto l’interesse a rinnovare le proprie flotte con aeroplani meno costosi e più verdi. L’utilizzo della fibra di carbonio per la fusoliera ha consentito infatti di utilizzare propulsori più ecologici tagliando i consumi fino al 25% ed è stata la britannica Rolls-Royce a sviluppare il propulsore Trent Xwb ideato appositamente per questi aerei, in un progetto interamente made in Europe. Il nuovo jet viene costruito in tre versioni da 250 a 350 passeggeri. Anche in questo caso, come già nel Dreamliner, tra i vantaggi ci sono le condizioni ambientali interne migliori rispetto ad altri aerei di categoria simile.
Ma l’innovazione e la ricerca continuano in tutto il mondo e riguardano non solo le fusoliere e le ali (peraltro dotate di winglets – dispositivi alari destinati a migliorare l’efficienza del velivolo – sempre più evolute), ma anche altri aspetti, dalle turbine che riducono le emissioni acustichefino ad arrivare ad avveniristici velivoli elettrici o a decollo verticale, presentati durante l’ultima edizione del Paris-Le Bourget Air Show (una delle più importanti manifestazioni del settore aeronautico) del 2013. Per il futuro un po’ più remoto pare ci attendano anche nuovi jet ipersonici in grado di portarci da un capo all’altro dell’Oceano in un paio di ore, fusoliere trasparenti e biocarburati sempre più efficienti.
Volare con le piante?
Il trasporto aereo viene accusato di essere maggiore emissore di CO2, anche se in realtà il settore rappresenta, secondo varie stime (per quanto confutate da più parti che sostengono che le emissioni si concentrino molto di più in alcune delle flying zone più frequentate, generando una “media” mondiale ingannevole), solo il 2% delle emissioni totali di gas serra, mentre il trasporto in generale produce dal 22 al 26% delle missioni. Di recente, durante l’incontro annuale della Iata del 2013, le compagnie aeree di tutto il mondo hanno siglato un accordo volto a ridurre le emissioni (contrarie solo India e Cina), ed è la prima volta che succede, per quanto l’accordo stesso sia basato in gran parte sulle compensazioni.
Sempre per quanto riguarda le emissioni, un’altro aspetto importante è quello dei carburanti e anche in questo ambito ci sono novità interessanti: ancora la Boeing, ad esempio, insieme a Etihad Airways, Takreer, Total e l’Istituto di Scienza e Tecnologia Masdar, sta lavorando su una nuova iniziativa per supportare l’industria del biocarburante per l’aviazione. Etihad ha effettuato un volo dimostrativo di 45 minuti di un Boeing 777-300ER alimentato in parte da biocarburante sostenibile prodotto negli Emirati stessi. Questo biocarburante per aviazione rilascia almeno il 50% in meno di anidride carbonica rispetto al carburante fossile durante il suo ciclo di vita ed è ricavato da piante desertiche nutrite con acqua di mare.
Belli comodi…
Ma ai viaggiatori, chi ci pensa? L’ottimizzazione dei posti in cabina, ad esempio, se consente di far volare meno aerei con un maggior numero di passeggeri a tutto beneficio dell’ambiente, rende però meno comoda la permanenza a bordo, soprattutto per chi viaggia in economy.
Ci dovremo quindi rassegnare a viaggiare sempre più scomodi, ma con l’animo più leggero per aver inquinato meno? Da segnalare che tanto Airbus quanto Boeing stanno portando avanti campagne per chiedere alle compagnie aeree di aumentare la larghezza minima dei sedili a 46 cm per voli di lunga durata rispetto ai 43,18 (o addirittura il 41,5 di alcune). In economica infatti a larghezza dei posti e la distanza rispetto alla fila davanti, negli anni è andata riducendosi parallelamente all’aumento delle dimensioni dei sedili di prima e di business. Ciò non toglie che molte compagnie offrano ottimi servizi e spazi adeguati anche in economica, come sembrano confermare alcune ricerche qualitative, ultima delle quali quella effettuata da Opodo che, tramite un sondaggio tra migliaia di clienti, ha incoronato Singapore Airlines come migliore compagnia del mondo valutando molti parametri, compreso il comfort e lo spazio tra i sedili. Secondo Skytrax (sistema di valutazione delle compagnie aeree fondato 14 anni fa e riconosciuto a livello mondiale, fornisce un rating delle compagnie aeree sempre aggiornato e disponibile on line) la migliore in assoluto è invece Emirates, anche per quanto riguarda i posti in economica che mette a disposizione dei suoi clienti, con ben 78 cm di distanza tra una fila di sedili e l’altra. Segnaliamo che in questa classifica, easyJet (che peraltro ha ordinato 135 nuovi aerei per passare dai 156 posti attuali dell’Airbus A310 ai 180 del 737Max della Boeing) è al 49° posto, ben prima di tante compagnie di bandiera, Alitalia compresa.
Testo di Antonella Andretta, Mission n.2, marzo-aprile 2014