Camminando per via Margutta, nel quartiere romano degli artisti, ci si imbatte in uno stretto sentiero di ciottoli bianchi, costeggiato da un cespuglio di fili di metallo illuminato da minuscole lampadine. Un percorso suggestivo che conduce all’ingresso minimalista e senza insegne dell’Hotel Art by The Spanish Steps, nuovo boutique hotel inaugurato lo scorso maggio e progettato dagli architetti Raniero Botti e Gianfranco Mangiarotti (per informazioni: Hotel Art by The Spanish Steps – Via Margutta 56 – 00187 Roma – tel. 06/328711 – fax 06/36003995 – E-mail: info@hotelart.it – www.hotelart.it). Una struttura nata sotto il segno dell’arte e della cultura, non solo per l’ubicazione – le mura dell’antico edificio, nel passato, hanno ospitato uno dei collegi più esclusivi della capitale -, ma anche perché tutto, dagli arredi ai dettagli, è una citazione dei grandi capolavori della pittura e della letteratura.
Mille sorprese
Ad esempio, i pavimenti di fronte agli ascensori riprendono la pianta del Pantheon, e qua e là compaiono serigrafie su vetro delle architetture di Bernini e Borromini, ma anche dei moduli di Le Corbusier.
La visita dell’albergo comincia dalla hall, ricavata in quella che un tempo era la cappella della scuola. A testimoniare la funzione religiosa di questo spazio sono rimaste le volte a crociera di un vivace blu cobalto, con stelle dorate di gusto bizantino. L’altare è stato ricoperto da un pannello di vetro dalle sfumature blu ghiaccio, che nasconde e rivela il marmo. Di fronte, sul pavimento di marmo policromo, sorgono due gigantesche uova bianche in stile Anni ’60 (un richiamo alla tradizione rinascimentale, che vedeva nell’uovo il simbolo della perfezione primigenia): le due strutture ospitano, rispettivamente, la reception e l’office. Sempre nella hall, si trova anche il Crystal Bar, un piccolo bar ristorante che propone cocktail, tè, tisane, brunch e spuntini biologici e a base di specialità regionali (prosciutto di Langhirano, carni alla griglia, formaggi tipici accompagnati da miele e mostarda).
Proseguendo la visita dell’Art Hotel, si rimane colpiti dall’uso sapiente ed evocativo del colore: sui bassi tavolini in resina color mosto poggiano vasi di Murano che riprendono le tonalità dei diversi piani dell’albergo: blu, arancio, giallo e verde. Dalla hall si accede a un salottino con due busti in bronzo di Paolo Guiotto, una fontana-scultura dal titolo “La luna nel pozzo” e un quadro del pittore Paolo Giorgi dedicato alle Muse. E sempre a pianoterra si apre una piccola corte, illuminata dall’albero scultura dell’artista Enzo Catellani.
Le camere
Ma le sorprese non finiscono qui. Distribuite su quattro piani si trovano le 46 camere e suite, che si affacciano su corridoi rivestiti di vetro e resina, materiali che con le loro tinte forti e insieme trasparenti ampliano lo spazio. E lungo le pareti, quasi ad accompagnare l’ospite nel percorso per raggiungere la stanza, scorrono frasi luminose di poeti celebri, come Garcia Lorca e Octavio Paz.
Nelle camere predomina l’essenzialità degli arredi hi-tech, “mixati” con colori vivaci e materiali caldi (wengè per il parquet, cuoio fiorentino lavorato a mano per la testiera del letto). Ogni camera è abbellita da un quadro che si rifà ai grandi interpreti del passato, come Botticelli, Caravaggio, Monet e Picasso. E niente è lasciato al caso: i materassi sono morbidi ma sostenuti, la biancheria è di lino e si può scegliere tra cuscini anallergici o di piume. C’è un fornito frigo bar (con bottiglie di champagne, dragées al cioccolato e frutta secca) e la cancelleria è tutta personalizzata. Non mancano una tastiera senza fili per navigare in Internet e una televisione con antenna satellitare.
Le stanze da bagno – diverse a seconda della tipologia di stanza – sono state realizzate in vetro, metallo e piastrelle a mosaico che richiamano il colore dei corridoi. Alcune sono dotate di vasca Jacuzzi. Per tenersi in forma, infine, si può utilizzare la piccola e attrezzata palestra nel seminterrato, con moderni macchinari, sauna e bagno turco.