Occhi puntati su Lufthansa, ma non è per Alitalia. Il gruppo tedesco giovedì scorso ha presentato i risultati del 2018 (più passeggeri, meno profitti, in sintesi) e ha sottolineato il fatto di avere venduto il 52% dei biglietti direttamente a dicembre.
La notizia è degna di nota alla luce della strategia che vede Lh pioniera della surcharge di 16 euro per i ticket emessi via Gds, parte dell’’iniziativa pro-NDC di cui è la prima sostenitrice. Di fatto, hanno detto i dirigenti, è la quota più significativa mai raggiunta. In particolare, prendendo tutto il 2018 la quota di prenotazioni dirette è stata del 45%, considerando i siti web e le app per smartphone/tablet, nonché le aziende che utilizzano le direct connections per i vettori del gruppo. Solo quattro anni fa (nel 2015 è stata introdotta la Gds-fee, ndr) era del 30%.
Mentre da una parte i Gds affermano che il conteggio dei direct bookings rappresenta un’interpretazione fuorviante della realtà e che con probabilità si tratta di biglietti per viaggi domestici meno redditizi di quelli internazionali e delle classi Premium, da parte di Lh giunge il chiarimento che per il 20% si tratta di emissioni di titoli di viaggio dalla Germania, senza precisare il volume d’affari delle vendite ancillary che viene prenotata direttamente.
Da parte del management viene l’affermazione che questo share aumenterà ancora, visto che si stanno pianificando modalità “creative” di offerta e upselling attraverso “tariffe continue”, nel senso di dynamic pricing sulla base della variazione della domanda e dei big data raccolti dagli utenti, rispetto ai loro comportamenti di acquisto e alle preferenze.
Secondo i Gds l’iniziativa di Lufthansa (dell’introduzione della distribution surcharge) non avrebbe conosciuto una progressione continuativa, dunque sono stati smentiti da questi risultati. Sullo spinoso argomento, nel novembre scorso la Commissione europea aveva ascoltato le loro rimostranze e aperto un dossier d’investigazione per presunte pratiche scorrette.
Altre innovazioni sull’esperienza digitale di acquisto sono attese da parte della società di trasporto aereo, tra il rilancio di Swiss.com quest’anno e il restyling dei siti web di Lh e Austrian.
Lufthansa: i risultati economici del 2018
Il gruppo Lufthansa ha trasportato 142 milioni 335mila passeggeri nel 2018, il 10% in più. Il load factor è stato delll’81,4%, su di mezzo punto rispetto all’esercizio precedente. Il 29% degli introiti viene dalla regione delle Americhe. Il risultato operativo prima delle tasse (Ebit) è stato più basso del 10%, dovuto alle spese per il carburante, in aumento del 16% nel 2018. Per l’integrazione di Air Berlin sono stati spesi 170 milioni di euro.
“I costi di integrazione di Eurowings insieme all’acquisizione di parti significative di Air Berlin, le irregolarità nelle operazioni di volo e costi di carburante molto più elevati hanno comportato ingenti oneri finanziari”, ha commentato il Ceo Carsten Spohr.
Negli ultimi giorni, Lh ha anche espresso interesse per l’acquisto della compagnia aerea Condor di Thomas Cook, di cui già possedeva la metà delle quote prima del 2009. L’acquisizione l’aiuterebbe nell’intento di aumentare il traffico leisure da Francoforte e Monaco, dove sta cercando di far crescere il brand a basso costo Eurowings.
Da principale operatore di aeromobili Airbus, il gruppo ha siglato un ordine per venti A350-900 widebody, che porta a 45 le commesse totali per l’A350 XWB del costruttore di Tolosa, con 12 aeromobili già operativi nel mondo. L’aereo ha stabilito nuovi standard per i voli di lungo raggio, combinando una capacità di percorrenza extralunga (fino a 9.700 miglia nautiche) con il più basso costo posto/miglio rispetto a qualsiasi altro aereo a fusoliera grande.
Qui il 2018 di Airbus, con anche i progetti di mobilità urbana volante, che proiettano la società in un futuro del volo non troppo lontano.