Dopo il caso Alitalia e la questione del monopolio sulla tratta aerea Milano-Roma, ci occupiamo di un’altra vicenda che ha per protagonista il mondo dei cieli. Stiamo parlando di Ndc, New Distribution Capability, il nuovo sistema di distribuzione messo a punto dalla Iata (International Air Transport Association, associazione che riunisce 284 compagnie aeree in tutto il mondo) per i prodotti dei vettori. L’Ndc è stato approvato durante il World Passenger Symposium svoltosi ad Abu Dhabinell’ottobre 2012. La novità di questo sistema, impostato su un linguaggio xml da Open Axis e Open Travel Alliance, è in pratica la sua capacità di eliminare il divario tra i servizi offerti dalle compagnie sui loro canali diretti (siti Internet compresi) e i canali indiretti. I prodotti delle compagnie aeree infatti tramite Ndc saranno displayed direttamente sui monitor dei distributori di tutto il mondo. Questi ultimi, come noto, sono costituiti da circa 600mila agenzie di viaggio e dai siti Internet di prenotazione come Booking.com, Expedia e così via, che al momento si approvvigionano entrambi tramite i Gds, Global distribution systems (Amadeus, Sabre, Galileo, Worldspan e Travelport). Questi ultimi, con i loro immensi database, mettono in collegamento le compagnie aeree (ma anche alberghi e società di autonoleggio) con la distribuzione. Ndc inoltre consente (o consentirà, visto che non è ancora del tutto attivo e verrà implementato completamente solo alla fine del 2013) di rivendere i prodotti in modo indifferenziato, e soprattutto personalizzato, “riconoscendo” cioè il cliente finale, al quale verrà fatta un’offerta mirata sulle sue esigenze. Inoltre, permetterà i confronti tra i servizi offerti dalle compagnie in modo che il prezzo più basso non sia l’unico parametro di giudizio per la scelta: un plus notevole per i vettori, visto che i servizi ancillari (i prodotti a pagamento extra-volo) sono diventati, soprattutto negli ultimi anni, una voce essenziale nei ricavi delle compagnie aeree.
Le reazioni del mercato
Le reazioni degli altri attori della filiera, preoccupati di essere “bypassati” da questo nuovo sistema, non si sono fatte attendere. Ectaa e Gebta, le due più importanti associazioni europee dell’intermediazione, hanno denunciato con delle lettere aperte la presunta incompatibilità del progetto Ndc con la normativa sulla privacy europea. In particolare Boris Zgomba, presidente di Ectaa (associazione europea di agenti di viaggio e tour operator), ha dichiarato: «Un unico standard per migliorare la distribuzione dei servizi accessori potrebbe essere utile per l’intera catena di distribuzione, ma riteniamo che non ci sia stata una vera consultazione (con tutti gli attori della filiera, bensì solo con alcune compagnie aeree in Iata, ndr) sulla questione se Ndc sia il modello appropriato». A detta di molti, inoltre, il progetto solleva numerose domande, in particolare su due aspetti: in primo luogo, invece che proporre le proprie tariffe attraverso i Gds, le compagnie aeree potrebbero determinare un’offerta in risposta a una specifica richiesta del richiedente (con eventuali rischi anche per la privacy dell’utente). In secondo luogo, i costi di questa operazione potrebbero essere enormi: per adeguare i propri sistemi informatici ai parametri di Ndc, infatti, le compagnie aeree – ma anche le agenzie di viaggio – dovrebbero sostenere spese molto ingenti. Ancora più pesanti sono stati i commenti di Asta e Btc(rispettivamente la Società americana degli agenti di viaggio e la Business Travel Coalition statunitense). Kevin Mitchell, presidente di Btc, ha infatti dichiarato qualche mese fa che anche se Iata parla di un processo aperto e collaborativo, di fatto si rifiuta di lasciare che le organizzazioni che rappresentano gli agenti di viaggio si siedano al tavolo delle decisioni. «Iata – ha proseguito Mitchell – interpella solo agenzie di viaggio singole o travel manager, ma non la Btc, associazione di categoria che ha richiesto più volte di essere coinvolta nel processo decisionale, ma alla quale è stato sempre risposto di no». Iata per parte sua ha risposto più volte che Ndc non è un tentativo per bypassare i Gds i quali, come tutte le altre aziende di information technology, possono sviluppare in modo autonomo dei contenuti e offrire la comparazione tariffaria, basata però sul sistema Ndc. Sul coinvolgimento delle varie realtà, Iata assicura inoltre di aver coinvolto tutti gli attori nello sviluppo degli standard Ndc, sia direttamente, sia attraverso le associazioni di categoria. Secondo l’associazione, inoltre, tutti gli operatori del settore sono stati invitati a fornire ai passeggeri una scelta più ampia di prodotti, ottenendo più personalizzazione, più trasparenza e maggiore concorrenza tra i fornitori.
Le reazioni degli altri attori della filiera, preoccupati di essere “bypassati” da questo nuovo sistema, non si sono fatte attendere. Ectaa e Gebta, le due più importanti associazioni europee dell’intermediazione, hanno denunciato con delle lettere aperte la presunta incompatibilità del progetto Ndc con la normativa sulla privacy europea. In particolare Boris Zgomba, presidente di Ectaa (associazione europea di agenti di viaggio e tour operator), ha dichiarato: «Un unico standard per migliorare la distribuzione dei servizi accessori potrebbe essere utile per l’intera catena di distribuzione, ma riteniamo che non ci sia stata una vera consultazione (con tutti gli attori della filiera, bensì solo con alcune compagnie aeree in Iata, ndr) sulla questione se Ndc sia il modello appropriato». A detta di molti, inoltre, il progetto solleva numerose domande, in particolare su due aspetti: in primo luogo, invece che proporre le proprie tariffe attraverso i Gds, le compagnie aeree potrebbero determinare un’offerta in risposta a una specifica richiesta del richiedente (con eventuali rischi anche per la privacy dell’utente). In secondo luogo, i costi di questa operazione potrebbero essere enormi: per adeguare i propri sistemi informatici ai parametri di Ndc, infatti, le compagnie aeree – ma anche le agenzie di viaggio – dovrebbero sostenere spese molto ingenti. Ancora più pesanti sono stati i commenti di Asta e Btc(rispettivamente la Società americana degli agenti di viaggio e la Business Travel Coalition statunitense). Kevin Mitchell, presidente di Btc, ha infatti dichiarato qualche mese fa che anche se Iata parla di un processo aperto e collaborativo, di fatto si rifiuta di lasciare che le organizzazioni che rappresentano gli agenti di viaggio si siedano al tavolo delle decisioni. «Iata – ha proseguito Mitchell – interpella solo agenzie di viaggio singole o travel manager, ma non la Btc, associazione di categoria che ha richiesto più volte di essere coinvolta nel processo decisionale, ma alla quale è stato sempre risposto di no». Iata per parte sua ha risposto più volte che Ndc non è un tentativo per bypassare i Gds i quali, come tutte le altre aziende di information technology, possono sviluppare in modo autonomo dei contenuti e offrire la comparazione tariffaria, basata però sul sistema Ndc. Sul coinvolgimento delle varie realtà, Iata assicura inoltre di aver coinvolto tutti gli attori nello sviluppo degli standard Ndc, sia direttamente, sia attraverso le associazioni di categoria. Secondo l’associazione, inoltre, tutti gli operatori del settore sono stati invitati a fornire ai passeggeri una scelta più ampia di prodotti, ottenendo più personalizzazione, più trasparenza e maggiore concorrenza tra i fornitori.
Le opinioni dei Gds
Per capire qualcosa di più ci siamo rivolti direttamente a chi è stato coinvolto da questa “rivoluzione dei cieli”. «L’iniziativa di Iata solleva una serie di questioni che devono essere affrontate mentre evolvono, non ultima la necessità di garantire una parità di condizioni per tutti gli operatori del mercato dei viaggi – ha dichiarato Fabio Maria Lazzerini, amministratore delegato e direttore generale di Amadeus Italia –. Amadeus continuerà a lavorare con Iata per affrontare queste necessità, in modo che le esigenze dell’intera catena del valore di distribuzione siano prese in considerazione». «Sabre supporta pienamente lo sviluppo e l’implementazione di nuovi standard tecnologici per venire incontro alle esigenze di tutti gli attori della filiera: le compagnie aeree, i viaggiatori business e leisure e le agenzie di viaggio che li servono – ha commentato inoltre Martin Ferguson, external communication manager Emea di Sabre –. La nostra posizione, basata su un’analisi approfondita del progetto di Iata, è netta: non vediamo come l’approccio di Ndc possa funzionare nel mondo reale senza sacrificare la trasparenza dei prezzi, limitare il confronto tariffario e compromettere il diritto alla privacy dei dati. Sabre invita Iata a offrire immediatamente alle agenzie e ai buyer aziendali un posto significativo al tavolo dove verranno prese le decisioni sulla progettazione e realizzazione di Ndc. Qualsiasi tentativo da parte delle compagnie aeree di riscrivere e ridefinire gli efficienti processi e sistemi utilizzati dalle agenzie per la vendita e dalle aziende per l’acquisto dei servizi di viaggio senza la piena partecipazione di questi due interlocutori porterà di sicuro a un modello impraticabile, squilibrato e dannoso per i consumatori. Rimarremo strettamente impegnati con Iata per ascoltare e fornire i nostri spunti, che rappresentano le esigenze della nostra ampia base di clienti (vettori, agenzie e aziende)». In Travelport, infine, ci hanno dichiarato: «Travelport ha da molto tempo una posizione di sostegno alle iniziative che si propongono di creare standard di settore, purché esse rispettino tre fondamentali criteri: trasparenza, equilibrata rappresentatività e governance ben bilanciata. Riguardo all’utilizzo di nuove tecnologie per lavorare con qualsiasi compagnia aerea interessata a una partnership per consentire alle agenzie di viaggio e ai consumatori di ricercare, confrontare e acquistare servizi di viaggio su qualsiasi canale di loro scelta, Travelport è pronta, ben intenzionata e capace di collaborare, anzi lo stiamo già facendo. Ad esempio, la connettività viaAPI con easyJet consente agli agenti di viaggio clienti Travelport di vendere tutti i prodotti, le caratteristiche, le tariffe e le opzioni del vettore. Questa soluzione è già stata implementata ed è già ora disponibile. Inoltre, la connettività via API con British Airways consente agli agenti di viaggio di prenotare i posti prepagati di Ba per la prima volta sul canale Gds, usando il loro solito sistema d’agenzia e i loro soliti processi aziendali. Travelport seguiterà a investire in tecnologie all’avanguardia nel settore, che consentano la ricerca e la comparazione alle agenzie di viaggio e ai consumatori e che permettano alle compagnie aeree di differenziare il loro prodotto verso e attraverso il canale agenziale».
Per capire qualcosa di più ci siamo rivolti direttamente a chi è stato coinvolto da questa “rivoluzione dei cieli”. «L’iniziativa di Iata solleva una serie di questioni che devono essere affrontate mentre evolvono, non ultima la necessità di garantire una parità di condizioni per tutti gli operatori del mercato dei viaggi – ha dichiarato Fabio Maria Lazzerini, amministratore delegato e direttore generale di Amadeus Italia –. Amadeus continuerà a lavorare con Iata per affrontare queste necessità, in modo che le esigenze dell’intera catena del valore di distribuzione siano prese in considerazione». «Sabre supporta pienamente lo sviluppo e l’implementazione di nuovi standard tecnologici per venire incontro alle esigenze di tutti gli attori della filiera: le compagnie aeree, i viaggiatori business e leisure e le agenzie di viaggio che li servono – ha commentato inoltre Martin Ferguson, external communication manager Emea di Sabre –. La nostra posizione, basata su un’analisi approfondita del progetto di Iata, è netta: non vediamo come l’approccio di Ndc possa funzionare nel mondo reale senza sacrificare la trasparenza dei prezzi, limitare il confronto tariffario e compromettere il diritto alla privacy dei dati. Sabre invita Iata a offrire immediatamente alle agenzie e ai buyer aziendali un posto significativo al tavolo dove verranno prese le decisioni sulla progettazione e realizzazione di Ndc. Qualsiasi tentativo da parte delle compagnie aeree di riscrivere e ridefinire gli efficienti processi e sistemi utilizzati dalle agenzie per la vendita e dalle aziende per l’acquisto dei servizi di viaggio senza la piena partecipazione di questi due interlocutori porterà di sicuro a un modello impraticabile, squilibrato e dannoso per i consumatori. Rimarremo strettamente impegnati con Iata per ascoltare e fornire i nostri spunti, che rappresentano le esigenze della nostra ampia base di clienti (vettori, agenzie e aziende)». In Travelport, infine, ci hanno dichiarato: «Travelport ha da molto tempo una posizione di sostegno alle iniziative che si propongono di creare standard di settore, purché esse rispettino tre fondamentali criteri: trasparenza, equilibrata rappresentatività e governance ben bilanciata. Riguardo all’utilizzo di nuove tecnologie per lavorare con qualsiasi compagnia aerea interessata a una partnership per consentire alle agenzie di viaggio e ai consumatori di ricercare, confrontare e acquistare servizi di viaggio su qualsiasi canale di loro scelta, Travelport è pronta, ben intenzionata e capace di collaborare, anzi lo stiamo già facendo. Ad esempio, la connettività viaAPI con easyJet consente agli agenti di viaggio clienti Travelport di vendere tutti i prodotti, le caratteristiche, le tariffe e le opzioni del vettore. Questa soluzione è già stata implementata ed è già ora disponibile. Inoltre, la connettività via API con British Airways consente agli agenti di viaggio di prenotare i posti prepagati di Ba per la prima volta sul canale Gds, usando il loro solito sistema d’agenzia e i loro soliti processi aziendali. Travelport seguiterà a investire in tecnologie all’avanguardia nel settore, che consentano la ricerca e la comparazione alle agenzie di viaggio e ai consumatori e che permettano alle compagnie aeree di differenziare il loro prodotto verso e attraverso il canale agenziale».
Il punto di vista delle associazioni di categoria
A Luca Patanè, presidente di Federviaggio, abbiamo invece domandato come cambierà l’intermediazione: «Secondo Iata questo nuovo sistema rappresenta un ulteriore sforzo per creare un modello distributivo multi-canale e targettizzato per le compagnie aeree. Per alcune agenzie, invece, si tratta di un tentativo da parte di Iata di acquisire un maggiore “controllo” sugli utenti finali, scavalcando del tutto gli intermediari, oppure di riproporre con questo espediente il vecchio sistema di Direct Connect. Inoltre, il concetto di “authenticated shopping” proposto da Iata secondo noi rivoluzionerà i rapporti tra le compagnie aeree e le agenzie (online e non) in quanto la disponibilità dei posti e le tariffe saranno variabili in relazione a ogni singolo distributore, azienda cliente e utente finale. Di conseguenza non sarà più possibile confrontare i prezzi perché varieranno in tempo reale e l’offerta del servizio offerto sarà ultra personalizzata sui dati dell’utente». Quali saranno le ripercussioni sulle agenzie di viaggio, sui Gds e sui clienti finali? «Secondo i principi e gli obiettivi di questo nuovo progetto, le compagnie aeree potranno avere un controllo totale sulla loro distribuzione, estendendo al canale indiretto alcuni prodotti e servizi sviluppati originariamente solo per i canali diretti. Inoltre, aumenterà considerevolmente il loro controllo sulla produttività dei loro clienti finali. Per quanto riguarda i passeggeri e le aziende clienti, auspichiamo che tutto ciò porti davvero a una maggiore trasparenza sui costi reali del servizio e completezza di informazioni nel momento della scelta d’acquisto, oltre alla possibilità di accedere anche attraverso il canale indiretto a servizi personalizzati che possano creare un reale valore aggiunto per i clienti. Infine, aumenterà l’efficacia dei Frequent Flyer Schemes».
Abbiamo interpellato anche Davide Rosi, presidente di Gebta (Guild of European Business Travel Agents) per l’Italia, che ha commentato, in prima battuta, i complessi rapporti tra agenzie di viaggio e vettori: «Gebta ha messo in luce in più occasioni il problema del rapporto tra agenzie e compagnie aeree: le vicende verificatesi negli ultimi mesi (la decisione dei vettori di ridurre le commissioni dall’1% lordo allo 0,1%, ma anche la discussione su quali componenti tariffariesiano commissionabili) hanno ulteriormente messo in luce fino a che punto il modello imposto dalle aerolinee sia ormai anacronistico. Le compagnie aeree non dimostrano alcuna volontà di collaborare con la distribuzione, nonostante sia quest’ultima, in fin dei conti, ad avere il presidio del cliente finale. Senza contare che le principali Tmc sono multinazionali, con giri d’affari spesso superiori a quelli della maggior parte delle aerolinee. Se i vettori non saranno disposti a modificare un modello di business divenuto ormai insostenibile, c’è il rischio che il conflitto si inasprisca e che la distribuzione sia costretta ad assumere posizioni drastiche verso uno o più vettori: una situazione controproducente per l’intero mercato e che potrebbe comportare, in una prima fase, disservizi per il consumatore finale».
Vista questa premessa, qual è il suo giudizio su Ndc?
«Se fosse implementato secondo logiche condivise, a mio avviso Ndc potrebbe anche rappresentare un’opportunità per creare una maggiore coesione tra gli attori della filiera. L’ipotesi di cambiare l’accesso al full content delle compagnie aeree, in modo che queste ultime possano distribuire i propri prodotti su differenti canali secondo accordi individuali, potrebbe andare bene alle agenzie, a patto però che a queste ultime sia finalmente riconosciuto il ruolo di canale privilegiato di distribuzione: in altre parole, gli agenti di viaggio dovrebbero avere la possibilità di distribuire i contenuti dei vettori stabilendo liberamente il proprio pricing. I vantaggi sarebbero molteplici: si scardinerebbe un modello di business ormai anacronistico, il prezzo per il consumatore finale rimarrebbe comunque sotto controllo e la competizione si sposterebbe sui servizi a valore aggiunto che le Tmc sono in grado di offrire, anziché sulle fee».
Di una cosa siamo certi: di Ndc sentiremo parlare ancora a lungo.
A Luca Patanè, presidente di Federviaggio, abbiamo invece domandato come cambierà l’intermediazione: «Secondo Iata questo nuovo sistema rappresenta un ulteriore sforzo per creare un modello distributivo multi-canale e targettizzato per le compagnie aeree. Per alcune agenzie, invece, si tratta di un tentativo da parte di Iata di acquisire un maggiore “controllo” sugli utenti finali, scavalcando del tutto gli intermediari, oppure di riproporre con questo espediente il vecchio sistema di Direct Connect. Inoltre, il concetto di “authenticated shopping” proposto da Iata secondo noi rivoluzionerà i rapporti tra le compagnie aeree e le agenzie (online e non) in quanto la disponibilità dei posti e le tariffe saranno variabili in relazione a ogni singolo distributore, azienda cliente e utente finale. Di conseguenza non sarà più possibile confrontare i prezzi perché varieranno in tempo reale e l’offerta del servizio offerto sarà ultra personalizzata sui dati dell’utente». Quali saranno le ripercussioni sulle agenzie di viaggio, sui Gds e sui clienti finali? «Secondo i principi e gli obiettivi di questo nuovo progetto, le compagnie aeree potranno avere un controllo totale sulla loro distribuzione, estendendo al canale indiretto alcuni prodotti e servizi sviluppati originariamente solo per i canali diretti. Inoltre, aumenterà considerevolmente il loro controllo sulla produttività dei loro clienti finali. Per quanto riguarda i passeggeri e le aziende clienti, auspichiamo che tutto ciò porti davvero a una maggiore trasparenza sui costi reali del servizio e completezza di informazioni nel momento della scelta d’acquisto, oltre alla possibilità di accedere anche attraverso il canale indiretto a servizi personalizzati che possano creare un reale valore aggiunto per i clienti. Infine, aumenterà l’efficacia dei Frequent Flyer Schemes».
Abbiamo interpellato anche Davide Rosi, presidente di Gebta (Guild of European Business Travel Agents) per l’Italia, che ha commentato, in prima battuta, i complessi rapporti tra agenzie di viaggio e vettori: «Gebta ha messo in luce in più occasioni il problema del rapporto tra agenzie e compagnie aeree: le vicende verificatesi negli ultimi mesi (la decisione dei vettori di ridurre le commissioni dall’1% lordo allo 0,1%, ma anche la discussione su quali componenti tariffariesiano commissionabili) hanno ulteriormente messo in luce fino a che punto il modello imposto dalle aerolinee sia ormai anacronistico. Le compagnie aeree non dimostrano alcuna volontà di collaborare con la distribuzione, nonostante sia quest’ultima, in fin dei conti, ad avere il presidio del cliente finale. Senza contare che le principali Tmc sono multinazionali, con giri d’affari spesso superiori a quelli della maggior parte delle aerolinee. Se i vettori non saranno disposti a modificare un modello di business divenuto ormai insostenibile, c’è il rischio che il conflitto si inasprisca e che la distribuzione sia costretta ad assumere posizioni drastiche verso uno o più vettori: una situazione controproducente per l’intero mercato e che potrebbe comportare, in una prima fase, disservizi per il consumatore finale».
Vista questa premessa, qual è il suo giudizio su Ndc?
«Se fosse implementato secondo logiche condivise, a mio avviso Ndc potrebbe anche rappresentare un’opportunità per creare una maggiore coesione tra gli attori della filiera. L’ipotesi di cambiare l’accesso al full content delle compagnie aeree, in modo che queste ultime possano distribuire i propri prodotti su differenti canali secondo accordi individuali, potrebbe andare bene alle agenzie, a patto però che a queste ultime sia finalmente riconosciuto il ruolo di canale privilegiato di distribuzione: in altre parole, gli agenti di viaggio dovrebbero avere la possibilità di distribuire i contenuti dei vettori stabilendo liberamente il proprio pricing. I vantaggi sarebbero molteplici: si scardinerebbe un modello di business ormai anacronistico, il prezzo per il consumatore finale rimarrebbe comunque sotto controllo e la competizione si sposterebbe sui servizi a valore aggiunto che le Tmc sono in grado di offrire, anziché sulle fee».
Di una cosa siamo certi: di Ndc sentiremo parlare ancora a lungo.