Dal 1° ottobre la Cina ha compiuto un ulteriore passo avanti per avvicinarsi all’Occidente, attraverso l’ammissione di competitor stranieri nel proprio mercato dei Gds, Global Distribution System. Un’operazione, questa, che in realtà ci si aspettava dal 2001: si trattava infatti di una delle condizioni per l’adesione del Paese al Wto (World Trade Organisation).
Ma ricapitoliamo la vicenda: la C.A.A.C., (Civil Aviation Administration of China) ha cambiato le regole che fino a poco tempo fa restringevano fortemente la libertà di azione dei Gds globali. In pratica, quando una compagnia aerea straniera voleva proporre alle agenzie di viaggio del Paese del Dragone le proprie tariffe, era obbligata a utilizzare TravelSky, il Gds statale cinese, versando fee sulle prenotazioni fino a quattro volte superiori a quelle applicate dal sistema di distribuzione cinese ai vettori locali. Un passaggio decisamente fruttuoso, visti i dati diffusi dalla stessa TravelSky: solo nei primi mesi del 2012, le prenotazioni di voli da parte di compagnie aeree straniere attraverso il Gds cinese sono aumentate di circa il 28,4%, un “tesoretto” che si aggira intorno al 10% dei guadagni di TravelSky.
Oggi, invece, le aerolinee straniere possono distribuire le proprie tariffe attraverso qualsiasi Gds, una novità che ha messo in fibrillazione i sistemi di distribuzione di tutto il mondo, più o meno pronti ad affrontare il mercato orientale. Un’apertura che però è a un solo senso, dato che le compagnie cinesi devono invece continuare a usufruire di TravelSky per offrire alle agenzie di viaggio le proprie tariffe. Ma è davvero tutto così semplice? Chi ci guadagna sul serio?
Il monopolio di TravelSky
TravelSky Technology Ltd è molto più che l’unico Gds cinese: di proprietà statale, ma partecipato al 38,84% da 13 aerolinee locali, il gruppo propone infatti servizi per le compagnie aeree, gli aeroporti, gli agenti di viaggio, la logistica, la gestione finanziaria delle compagnie e la pubblica informazione, rappresentando dunque una sorta di monopolio del sistema di fornitura servizi del settore aereo e turistico cinese. Negli ultimi anni, a dire il vero, questa situazione si è evoluta, ad esempio attraverso il tentativo delle compagnie aeree di sviluppare sistemi autonomi di vendita diretta, volti a tagliare le fee versate a TravelSky e a incrementare gli introiti. E non è un mistero che da anni il Gds stia stringendo accordi con i sistemi di distribuzione occidentali, in particolare per servizi come la prenotazione di hotel, auto, taxi o ristoranti (circolano addirittura rumors sulla sua intenzione di fondersi con un Gds straniero).
L’ingresso dei Gds globali, però, non incide in maniera significativa sui profitti del colosso, che trae il massimo guadagno proprio dal mercato locale. Basti pensare che nella prima metà del 2012 le prenotazioni da compagnie aeree straniere attraverso TravelSky sono state quasi 8 milioni, contro i quasi 157 milioni di quelle cinesi. La riflessione che viene spontanea è che a fronte di una piccola apertura, la Cina riceverà in cambio una bella spinta all’industria turistica, sia business sia leisure (oggi è in crescita il numero dei cinesi che viaggiano per piacere), nonché know-how e tecnologia ad altissimo livello. Perché se nelle grandi città cinesi il processo di computerizzazione ha fatto passi da gigante, i sistemi basati sull’utilizzo di Internet sono ancora poco diffusi. Per non parlare di tutto il resto della Cina, dove le transizioni in agenzia si fanno ancora con la carta carbone.
Le strategie dei Gds
Il mercato è complesso, e i maggiori Gds hanno già cominciato ad approcciarsi attraverso diverse strategie, che vanno dalla “wait and see”, ovvero prima vedo cosa succede poi magari agisco, fino all’azione forte e immediata. Alcuni conoscono già il mercato e hanno aperto sedi e collaborazioni: un esempio è Amadeus, che ha una partnership con la Cina già dal 2007 per far accedere le adv locali ad alcuni servizi come l’eticketing . «I numeri del mercato cinese sono da capogiro – afferma Fabio Maria Lazzerini, amministratore delegato e direttore generale di Amadeus Italia –. La China Tourism Policy e il World Travel & Tourism Council stimano che, entro il 2020, il settore turistico in Cina darà lavoro a circa 90 milioni di cinesi. Ciò significa che un posto di lavoro ogni 9,4 farà parte dell’industria dei viaggi e del turismo. Con l’esperienza e la tecnologia a nostra disposizione siamo certi di poter essere degli innovatori del settore e offrire stimoli per il mercato. Il Consiglio di Stato cinese ha decretato che la travel industry è un pilastro fondamentale della loro economia. Riteniamo di essere in una situazione win-win: una vittoria per noi, ma anche per l’economia e l’industria dei viaggi cinese».
Sull’evoluzione della partnership è ottimista e propositiva anche Travelport, che ha siglato di recente una partnership strategica proprio con TravelSky per fornire ai viaggiatori cinesi nuovi servizi, tra cui quelli alberghieri. «Lavorando a stretto contatto con la C.A.A.C. e i nostri partner, tra cui TravelSky – sottolinea Kurt Ekert, chief commercial officer di Travelport – pianificheremo come incrementare i nostri investimenti e il nostro business in linea con la nuova politica. Siamo elettrizzati dal valore aggiunto che riteniamo di poter portare ai clienti in Cina».
Lo sviluppo in termini di business delle nuove regole “stuzzica l’appetito” anche di Sabre, in particolare per quanto riguarda Abacus, la sua joint-venture nella regione asiatica: «L’introduzione di soluzioni Sabre/Abacus per la gestione dei viaggi – spiega Hans Belle, vice presidente e general manager Asia Pacific di Sabre Travel Network –, le tecnologie più moderne di shopping, le soluzioni web, mobile e di business intelligence innovative saranno complessivamente di grande beneficio per il settore dei viaggi in Cina. Questo permetterà un buon posizionamento di Sabre/Abacus, oltre a liberalizzare ulteriormente il mercato».
Bisogna muoversi, quindi, e muoversi in fretta, partendo dai risultati acquisiti, come la presenza in loco: Travelport dispone di tre hub regionali a Shanghai, Pechino e Canton; Amadeus ha uffici dal 1995 a Pechino, Shanghai e Guangzhou, mentre Sabre, attraverso Abacus, conta sedi a Pechino, Shanghai, Guangzhou, Shenzhen e Chengdu. «A seguito della recente apertura del mercato – annuncia Lazzerini – la Sede Amadeus di Hong Kong diventerà l’headquarter commerciale e di coordinamento degli altri uffici di rappresentanza, di cui Tompkins Bart è amministratore delegato».
«Sabre e Abacus sono in prima linea nel portare prodotti di nuova generazione, tecnologie e servizi per la comunità delle agenzie di viaggi in tutta l’Asia – conclude Belle – e insieme cercheremo di aiutare le adv e le compagnie aeree cinesi a soddisfare al meglio le esigenze del loro cliente attraverso una tecnologia superiore e con grandi capacità di servizio».