tre passi indietro

Alitalia, tre passi indietro (con tanti auguri)

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La situazione della vendita di Alitalia ha fatto…tre passi indietro (con tanti auguri, come si leggeva sul cartoncino degli Imprevisti del Monopoli). Tre sono infatti le manifestazioni di interesse, due delle quali vincolanti e una non vincolante, come si legge in una scarna nota del vettore: “I Commissari Straordinari di Alitalia hanno ricevuto due offerte vincolanti e una manifestazione di interesse non vincolante. Nei prossimi giorni, i Commissari provvederanno a esaminare in dettaglio la documentazione ricevuta e successivamente a trasmettere le proprie determinazioni al Ministero dello Sviluppo Economico“.  La prima offerta, già si sapeva (leggi qui), è quella di FS, che prevede, comunque, una serie di condizioni, tra cui la principale è la presenza di un partner industriale, che potrebbe essere appunto easyJet, la seconda offerta arrivata, o Delta, che ha presentato una offerta non vincolante.

Alitalia, tre passi indietro (con tanti auguri). Si torna alla situazione di anni fa, una compagnia che perde in attesa del cavaliere bianco

Se l’offerta Fs è diretta a tutto il perimetro di Alitalia, con 12mila dipendenti, di cui circa 1.360 in cigs a rotazione, prorogata recentemente fino a marzo (con 210 lavoratori in cigs in meno rispetto ai 1.570 precedenti), quella di easyJet punta a una compagnia ristrutturata; “EasyJet ha ribadito oggi la propria manifestazione di interesse per una Alitalia ristrutturata. Tale manifestazione di interesse, in linea con i termini del processo di vendita avviato dal nuovo governo, è coerente con l’attuale strategia di easyJet per l’Italia. Data la natura del processo il contenuto della manifestazione di interesse è soggetto a vincoli di riservatezza. In questa fase non vi è certezza che l’operazione sarà finalizzata e easyJet fornirà ulteriori aggiornamenti se e quando lo riterrà opportuno”, si legge in una nota. Mentre l’intervento di Delta è più un ancora per il vettore con cui la compagnia americana si trova nella JV transatlantica, in discussione pee un suo prossimo rinnovo. Quello che urge adesso è decidere che fine farà il prestito ponte dello Stato da 900 milioni, con 100 di interessi. Che, probabilmente, come detto anche dal sottosegretario allo Sviluppo economico, Dario Galli, “dovrebbe essere prorogato al nuovo anno”. Questi tre passi indietro sembrano un po’ quella famosa scena del Titanic in cui si vedeva l’orchestra che continuava a suonare mentre la famosa nave stava affondando. Perché nel frattempo, malgrado il buon trimestre scorso (leggi qui) il vettore continua a perdere più di un milione di euro al giorno. A meno che il nuovo management e i Commissari non riescano a rimetterla in linea di galleggiamento. Ma a che prezzo?

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