Tesla e il ritorno all’utile. Il costruttore full electric californiano batte tutte le attese e, dopo quasi due anni, nel terzo trimestre rivede utile netto di 312 milioni di dollari grazie soprattutto all’aumento della produzione e delle vendite della Model 3. Modello “popolare” fortemente voluto da Elon Musk che, recentemente, ha annunciato che l’avvio della sua produzione al di fuori degli Stati Uniti e del Canada sarebbe iniziata all’inizio del 2019. Con l’’Europa che, appena presentatasi a Parigi (leggi qui), comunque vederebbe le prime consegne significative “a fine febbraio/marzo”, mentre l’APAC (la regione Asia-Pacifico), la vedrebbe arrivare nel secondo trimestre dell’anno (vedila qui). Con il dubbio delle consegne nei paesi dove c’è la guida a destra, come Giappone, Nuova Zelanda od Hong Kong che potrebbero ricevere le loro prime Model 3 dalla Shanghai Gigafactory dove si inizierà a costruire il Model 3 nel 2019. Anche se è possibile che in alcuni di essi ci sia qualche ritardo, in quanto ogni paese ha le proprie regole per le omologazioni.
Tesla e il ritorno all’utile. Battendo tutte le attese degli analisti. Anche per i ricavi
Tesla e il ritorno all’utile inaspettato per gli analisti, così come per il boom dei ricavi arrivati a 6,8 miliardi di dollari, rispetto agli attesi 6,3 miliardi (erano poco sopra i 4 nel trimestre precedente). Un”trimestre storico”, lo ha definito l’ex ad della Casa, che ha riportato aria nuova anche in Borsa, malgrado un periodo difficile dei mercati, salito fino al 10% nelle contrattazioni after hours. Grazie come detto alla Model 3, di cui nel trimestre luglio-settembre ne sono uscite 53mila dalla catena di montaggio, quasi il doppio rispetto ai tre mesi precedenti, con 55mila vendite, addirittura tre volte rispetto al trimestre precedente. Ma non è tutto oro quello che luccica, visto che questi positivi risultati arrivano anche da un taglio dei costi e dal deferimento delle spese sui modelli futuri.
