Si avvicina rinazionalizzazione di Alitalia, con la scadenza del 31 ottobre per la sua vendita, e crescono le voci di un definitivo addio di Lufthansa, che punta forte su Air Dolomiti, la propria controllata italiana, su cui investirà oltre 100 milioni di euro. Rilancio del vettore nazionale che passa anche dall’arrivo di un partner industriale straniero che, riporta la stampa economica, dovrebbe avere gli occhi a mandorla (vedi qui la nostra anticipazione). Il riassetto azionario della prossima Alitalia ora commissariata al Tribunale di Civitavecchia, dovrebbe veder entrare il Ministero dell’Economia e delle Finanze con una quota attorno al 15 per cento, affiancato da gruppi pubblici come le Ferrovie dello Stato ed altre aziende statali in vai di definizione, per una dotazione finanziaria di circa 2 miliardi di euro. Capitali che però dovranno prevedere il rimborso dei 900 milioni di prestito ponte che doveva esser restituito secondo gli accordi entro il 15 dicembre, ma che sarà posticipato di almeno sei mesi secondo quanto scritto nel decreto fiscale collegato al Def.
Si avvicina la rinazionalizzazione di Alitalia. Addio a Lufthansa, che ci aveva creduto e si era esposta anche con una lettera di Spohr a Di Maio. Il cavaliere bianco sarà cinese
Il piano su cui stanno lavorando il vice-premier Luigi Di Maio, il ministro delle Infrastrutture Danilo Toninelli, oltre ai sottosegretari Armando Siri (Infrastrutture), Andrea Cioffi (Sviluppo Economico) e Michele Geraci (Sviluppo economico) prevede anche un ruolo della Cdp, che dovrebbe finanziare l’acquisto di nuovi aerei per potenziare la flotta, ma anche di un nuovo azionista straniero, che dovrebbe possedere attorno al 20-30% della nuova Alitalia, che dovrebbe arrivare dalla Cina. “Ogni giorno sentiamo le controparti cinesi per capire l’interesse ad una partecipazione di minoranza in Alitalia: ne abbiamo parlato con Governo, linee aeree, fondi. Stiamo cercando di capire come rilanciare Alitalia, guardando non solo in Cina ma anche in Asia, perché l’Italia ha una posizione centrale nel Mediterraneo che fino a ieri ci ha creato dei problemi, ma adesso dobbiamo sfruttarla” ha detto il sottosegretario Geraci con cui Di Maio si era recato in Cina qualche settimana fa. Insomma un hub Est-Ovest per i passeggeri cinesi. Che potranno poi viaggiare in tutta Italia anche con i treni delle Ferrovie dello Stato, visto che il gruppo del neo-ad Gianfranco Battisti è stato uno dei pochi a rispondere “obbedisco!” alla richiesta di una cordata di aziende statali per rilanciare il vettore nazionale.
Che si troverà un concorrente più forte in Air Dolomiti, visto che i suo Amministratore Delegato Jörg Eberhart ha annunciato al Corriere della Sera un progetto di sviluppo che prevede il raddoppio della flotta a 20 Embraer E195, con interconnessioni rafforzate con le linee della compagnia madre nei suoi hub tedeschi, visto l’importanza del mercato italiano per il vettore tedesco, il terzo dopo quello domestico e gli Stati Uniti: “L’Italia è sempre stato un mercato importante per Lufthansa. Se abbiamo l’opportunità di fare di più qui, dovremmo farlo” ha detto Carsten Spohr, Ceo di Lufthansa, che per questo aveva scritto anche una lettera a Di Maio (leggi qui). Morta, visto il probabile risultato.
Si avvicina la rinazionalizzazione di Alitalia. Addio a Lufthansa. Ma i sindacati fremono
Malgrado si avvicini la rinazionalizzazione di Alitalia i sindacati fremono e si presentano uniti per spingere il governo a chiudere il suo piano. Si tratta della Fnsa, la Federazione nazionale del trasporto aereo, nata dall’incontro di Anpac, Anpav e Anp: “È un momento grave per Alitalia; la situazione è diventata pericolosissima e per questo abbiamo deciso di lanciare questo allarme: siamo a un passo dal baratro”, ha detto Marco Veneziani di Anp. In assenza di fatti e risposte concrete, “andremo alla mobilitazione del personale”, ha annunciato il presidente dell’Anpav Massimo Muccioli. Sindacati che Di Maio ha convocato al Mise per la mattina di venerdì 12 Ottobre.