Alitalia, ritono all'utile

Alitalia, ritorno all’utile

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Alitalia, ritorno all’utile.  Di circa 2 milioni di euro. Bisogna risalire al “secolo scorso” per trovare un esercizio del vettore italiano in nero e non in rosso (e secondo Montezemolo nel piano Etihad l’utile sarebbe dovuto arrivare nel 2017…Leggi qui). Il certosino lavoro dei Commissari sembra quindi, finalmente, aver pagato, visto che nel corso di una audizione in Parlamento ieri per illustrare la “Situazione economica e finanziaria dell’impresa” sono emerse notizie positive per il trimestre estivo. Dove però il comparto ha realizzato utili da record.

Alitalia, ritorno all’utile, grazie soprattutto al balzo sull’intercontinentale

“L’estate è stato un buon periodo per Alitalia con un  trend di crescita positivo, e anche nel terzo trimestre cresciamo. Al 25 settembre possiamo dire di aver archiviato un trimestre interessante nel corso del quale dovremmo chiudere con un piccolissimo utile. Un profitto minimo, anche se è da tanto tempo che non succedeva. E sarebbe magnifico farlo anche in inverno” ha spiegato Luigi Gubitosi, a cui suggeriremmo una maggior attenzione sul mondo Business Travel se si vuole mantenere margini e occupazione anche nei più difficili mesi autunnali e, Natale a parte, invernali. Nonostante il prezzo del petrolio sia salito considerevolmente, per un extra-esborso per la compagnia di 38 milioni di euro, i tagli dei costi  e le entrate in crescita, del 7,1% a 835 milioni di euro nel trimestre, sono riusciti a controbiilanciare questa spada di Damocle che pesnede su tutto il settore: “ma serve più offerta” ha ribadito il Commissario, ovvero più aerei.

“Al 2 maggio 2017, primo giorno di amministrazione straordinaria Alitalia aveva 83 milioni in cassa contro 3 miliardi di fatturato annuo. Poteva durare solo qualche giorno, con 530 milioni di euro di vendite in pancia, pari a 4,5 milioni di passeggeri” ha snocciolato questi numeri Stefano Paleari, che ha sottolineato come “senza un aiuto statale la Storia di Alitalia sarebbe finita subito”, “strozzata” da leasing onerosi e da un clima sindacale incandescente.  Leasing che è stato uno dei punti sui quali i Commissari hanno puntato forte, con costi ridotti del 12% del 2017 e del 23% nel 2018, per 234 milioni di esborso, contro i 321 di due anni prima. Per una flotta di  118 velivoli, “solo” 26 quelli a doppio corridoio per il lungo raggio, di cui 41 proprietà e 77 in leasing.

L’Ebitda sarà quindi di 87 milioni contro i 68 del 2017, per un utile ante imposte “di 24 milioni di euro”, ha detto Paleari, aggiungendo che “considerando gli oneri del prestito statale da 900 milioni ci sarebbe comunque un utile proiettato di 2 milioni di euro”. Nei primi 9 mesi dell’anno la crescita dei ricavi è stata del 7% per i passeggeri e del 4% complessiva. Il margine operativo negativo per 258 milioni si è ridotto a 37 milioni.

Ritorno all’utile, grazie soprattutto ai ricavi intercontinentali, aumenti tra il 5 e l’11%, con una crescita di questa tipologia di passeggeri del 7,4%, sui circa 16,4 milioni di passeggeri trasportati (a più 0,4%) da inizio anno. Bene le perfomance sulla puntualità; “oggi siamo nelle condizioni di poter avviare la procedura della cessione di attività, nel caso, entro il 31 ottobre” ha chiosato Enrico Laghi, mentre un corale “No Comment” sulle ipotesi di ri-nazionalizzazione del vettore da parte del Governo (leggi qui): “una scelta governativa”, ha detto Gubitosi.

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