I voli tra Italia e Regno Unito (al momento) non risentono della Brexit, con Ryanair, easyJet e British Airways le tre compagnie che offrono la maggior capacità tra i due paesi. Nel 2017 erano disponibili 17,38 milioni di posti tra il Regno Unito e l’Italia, con un aumento del 5% rispetto al 2016, risultando così la terza direttrice in Europa dopo Germania – Spagna (32,22 milioni di posti ) e Regno Unito – Germania (19,36 milioni). Davanti alla direttrice Italia – Spagna (15,92 milioni), Germania – Turchia (14,80 milioni), Francia – Spagna (14,33 milioni), Francia – Italia (13,07 milioni), Francia – Germania (10,55 milioni) e Regno Unito – Turchia (5,29 milioni), secondo i dati ufficiali di OAG riportati dal sito specializzato nell’aviazione civile Anna.aero.
I voli tra Italia e Regno Unito (al momento) non risentono della Brexit e crescono del 29% nell’ultimo decennio (con qualche su è giù)
Dal 2008 al 2017 la capacità disponibile tra il Regno Unito e l’Italia è passata da 13,43 milioni di posti a 17,38 milioni, ovvero una crescita del 29%, ovviamente con qualche up and down . Ad esempi con un calo del 4,7% durante l’anno di crisi del 2009 e un’ulteriore riduzione nel 2010, con una ripresa nel 2011 e nel 2012, prima di un ulteriore stop nel 2013. Da quell’anno, però, vi sono stati quattro anni consecutivi di crescita con un aumento della capacità del 36%, con un picco nel 2016, con un aumento della capacità del 14% rispetto al 2015, grazie soprattutto alle compagnie low cost.
La capacità media sui collegamenti tra i due paesi è aumentata in misura marginale, passando dai 160 posti del 2008 ai 164 del 2017, capacità servita da aerei a corridoio singolo, con una quota di mercato del 93%, con il 5,6% appannaggio dei vettori regional, che monopolizzano ovviamente le rotte sul London City Airport, dove operano vettori come Alitalia CityLiner per Alitalia (leggi qui), BA CityFlyer, per British Airways, e Flybe, che volano con jet Embraer.
I voli tra Italia e Regno Unito (al momento) non risentono della Brexit; i tre scali di Londra dominano la classifica
Tra gli scali più coinvolti da questi voli otto sono in Italia e quattro nel Regno Unito che, però, occupa tutto il podio dei primi tre con Londra Gatwick, Stansted (questi due però a segno meno lo scorso anno) e Heathrow con Roma Fiumicino al quarto posto e Milano Malpensa al quinto (quattro hub nei primi cinque posti, Stansted a parte), anch’essi in calo, seguiti da tutti scali in crescita, sei su sette in Italia: Venezia, Milano Linate, Manchester, Napoli (con la crescita maggiore, del 21%), Pisa, Roma Ciampino e Bergamo Orio al Serio. Scali “minori” che sono cresciuti del 25% nel decennio, passati dagli 8,79 milioni di posti nel 2008 a 11,01 milioni nel 2017, contro un più 37% dei quattro hub, passati da 4,64 milioni a 6,37 milioni.
I voli tra Italia e Regno Unito (al momento) non risentono della Brexit; Alitalia al quarto posto dopo il podio britannico-irlandese
Secondo i dati OAG, nel 2017 sono state 19 le compagnie aeree che hanno operato almeno un servizio di linea tra il Regno Unito e l’Italia. Tra ile prime 12 sette sono vettori con base in Gran Bretagna, due con base in Italia, mentre Ryanair, Vueling e Blue Air operano su queste rotte grazie alla settima libertà dell’aria. Dopo il podio occupato da Ryanair, easyjet e British Airways, al quarto posto troviamo Alitalia, seguita da Jet2.com e Vueling. Al settimo posto una compagnia fallita, la Monarch (leggi qui), con la sua capacità in parte assorbita da altri vettori. Tra le maggiori crescite la rumena Blue Air, cresciuta del 283%, mentre il calo maggiore Meridiana che, anche nella sua nuova veste di Air Italy (leggi qui), non sembra molto interessata a queste rotte.
I voli tra Italia e Regno Unito (al momento) non risentono della Brexit; e il futuro?
Secondo i dati OAG, le compagnie aeree hanno già introdotto 25 nuovi servizi tra il Regno Unito e l’Italia nel 2018 e altri tre dovrebbero iniziare entro la fine dell’anno. Il prossimo lancio sarà il collegamento di Ryanair da Manchester a Palermo, il cui inizio è previsto per il 13 luglio. Dei 28 lanci di nuove rotte tra Regno Unito e Italia, solo tre servono uno dei quattro mega hub del mercato. La predominanza delle Low cost in questo mercato sembra destinata a continuare con 21 delle 28 rotte lanciate dai vettori con tale modello di business.