Italo va agli americani. Dopo un primo “no” nel pomeriggio da parte del Cda (vedila qui), a seguito di un rilancio serale di 80 milioni di euro del fondo Global Infrastructure Partners, la società guidata da Flavio Cattaneo ha ceduto, e ha detto sì all’offerta (superofferta oseremmo dire) degli americani che, per conquistare l’azienda ferroviaria italiana, ha messo sul piatto ben 1,98 miliardi di euro, ovvero 1,940 miliardi per l’acquisto, il dividendo per gli attuali soci della società, di 30 milioni di euro deliberato dall’assemblea più le spese relative all’interrotto processo di quotazione fino ad un massimo di 10 milioni di euro, con l’ulteriore assorbimento di 500 milioni di debiti. Si fregano le mani i soci che hanno detto sì all’unanimità al termine di un consiglio fiume durato sei ore, ovvero Intesa Sanpaolo (che proprio il giorno prima dalle parole del suo Ceo Carlo Messina alla presentazione aveva auspicato le dismissioni da business no-core, come il trasporto ferroviario ovviamente), Generali, Montezemolo, Della Valle, l’armatore Punzo, lo stesso Cattaneo, Isabella Seragnoli, il patron della Brembo Bombassei e il fondo Peninsula. La società che ha portato la concorrenza nel trasporto ferroviario italiano è stata quindi valutata 2,45 miliardi di euro, un multiplo venti volte il margine operativo lordo.
Italo va agli americani per oltre 2 miliardi di euro, per una valutazione totale, compresi i debiti, di 2,45 miliardi
Italo è stata quindi valutata 2,45 miliardi di euro, un multiplo venti volte il margine operativo lordo. Una valutazione “di assoluta soddisfazione” ammette il presidente Luca Cordero di Montezemolo che, insieme all’ad Cattaneo, dovrebbero rimanere alla guida della società che ha portato la concorrenza nel trasporto ferroviario italiano, e che all’inizio ha trascorso momenti difficili, tra aumenti di capitale e contratti di solidarietà per evitare di far fallire questa avventura. Che doveva avere il suo apice nella quotazione di Borsa, che doveva avere proprio oggi il via libera della Consob per la pubblicazione del prospetto informativo per il collocamento del 40% del gruppo, mossa che sarebbe piaciuta molto ai ministri del del Tesoro, Pier Carlo Padoan, e dello Sviluppo, Carlo Calenda: “rappresenterebbe il perfetto coronamento di una storia di successo” avevano scritto. Un successo che ora batterà bandiera americana. Con il closing, condizionato all’ottenimento dell’autorizzazione antitrust prevista per legge,
che dovrà avvenire entro l’11 febbraio.