Come scrive il Financial Times (vedilo qui, giornale a pagamento) finalmente il governo italiano avrebbe trovato un soggetto per l’acquisto in toto del vettore ex di bandiera; insomma il megafondo di investimenti americano Cerberus vuole Alitalia (Cerberus è un fondo specializzato, tra i settori di interesse, anche nel trasporto aereo con asset di oltre 40 miliardi di dollari). Una mossa questa, che, però, nessuno ha confermato, che “potrebbe modificare la corsa per il controllo dell’aerolinea”, come scrive lo stesso giornale finanziario britannico, che avrebbe messo sul piatto tra i 100 e i 400 milioni di euro per il vettore, a patto di una “completa ristrutturazione”. proposta però che, probabilmente, non è tra le sette arrivate ai tre commissari straordinari nei tempi giusti.
Cerberus vuole Alitalia integralmente, mentre le altre offerte sono solo per una parte del vettore
Tra le sette proposte di acquisto nel cassetto dei tre commissari (vedile qui) alcune sono destinate solo alla parte aviation, tra cui ci sono Lufthansa ed easyJet, altre alla parte handling. L’offerta del fondo statunitense è sull’intero vettore anche se, essendo un soggetto extraeuropeo, non potrà avere più del 49 per cento della compagnia, dovendo quindi cercarsi partner industriali e finanziari. Secondo quanto si legge sul giornale finanziario britannico, Cerberus avrebbe considerato la gara pubblica “troppo restrittiva”, ma avrebbe comunque incontrato i rappresentanti e i commissari straordinari scelti dal governo per poi proporre appunto la sua proposta, dove vi sarebbe la richiesta del mantenimento di una quota pubblica nell’azionariato, e una “condivisione dei profitti” ai sindacati.
I tre commissari della compagnia, Luigi Gubitosi, Enrico Laghi e Stefano Paleari, ricordano che l’acquirente scelto dovrà essere sottoscritto entro il 30 aprile, poi ci saranno tra i 4 e i 6 mesi per trovare l’intesa con i sindacati e ottenere il via libera dell’antitrust europeo, tempo durante il quale la compagnia potrebbe continuare a volare almeno fino a settembre 2018 grazie ai 600 milioni di prestito pubblico concessi dallo Stato e poi rafforzati con altri 300 milioni.
Intanto Alitalia non molla e, come ben spiega il neo direttore commerciale Fabio Lazzerini, lancia nuovi voli e servizi rimodellando la flotta con l’aggiunta di un nuovo B777 per il lungo raggio e la rinuncia a 6 A320 come anticipato da @leonard_berberi sul Corriere.