Un crac miliardario quello di Takata, gruppo giapponese di componentistica auto fondato nel 1933, che con i suoi airbag difettosi ha coinvolto almeno 33 Case auto tra brand e sottobrand (una lista pubblicata sul Daily News comprende alcuni modelli di; Acura, Audi, BMW, Cadillac, Chevrolet, Chrysler, Daimler Lcv, Dodge, Ferrari, Fisker, Ford, Gmc, Honda, Infiniti, Jaguar, Jeep, Land Rover, Lexus, Lincoln, Mazda, McLaren, Mercedes, Mercury, Mitsubishi, Nissan, Pontiac, Saab, Saturn, Scion, Subaru, Tesla, Toyota e Volkswagen). La società nipponica si è trovata di fronte a numerose cause legali e costi enormi a causa di un difetto agli airbag che ha causato almeno 16 morti e centinaia di feriti e che l’ha portata al fallimento.
Scandalo Takata, i vertici si scusano pubblicamente. Senza harakiri
Dopo lo scandalo Takata il presidente e amministratore delegato Shigehisa Takata ha annunciato le proprie dimissioni, scusandosi con i creditori e i sostenitori dell’azienda. “Mi scuso dal profondo del mio cuore per aver causato problemi a tutti gli interessati”. Problemi che “ammontano” a un trilione di yen (9 miliardi di dollari), la maggiore insolvenza mai registrata da una società nipponica, che ha già comportato il delisting dalla Borsa di Tokyo (Tse) a partire dal prossimo mese.
Il difetto degli airbag ha fatto sì che venissero richiamate oltre 50 milioni di automobili nel mondo i quali, a causa di un gonfiaggio troppo violento, potevano scaraventare verso l’automobilista schegge di metallo. Secondo le autorità americane, sarebbero almeno 11 le morti riconducibili a questo difetto. Takata prima dello scandalo, controllava il 20% del mercato delle cinture di sicurezza e degli airbag, è una multinazionale con 46 mila dipendenti in 56 stabilimenti in 20 Paesi, con un fatturato di 663 miliardi di yen nel 2016-17, per il 90% realizzato all’estero. Le attività di Takata saranno rilevate dal costruttore statunitense Key Safety Systems, controllato però dalla cinese Ningbo Joyson Electronic, per 175 mila milioni di yen, 1,4 miliardi di euro.