American Airlines

American Airlines sempre più “italiana”. Parla Antonucci

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Non vuole lanciare un prodotto low costcome ad esempio ha fatto la sua alleata nella Joint venture transatlatnica e in Oneworld British Airways con Level, ma American Airlines  segmenta ancora di più il suo prodotto con una tariffa di basic economy che si va ad affiancare a quella normale di economy ma anche a una Premium Economy “in arrivo nel prossimo novembre, la prima compagnia statunitense a proporla” spiega il Regional Sales manager Southeast Europe del vettore a stelle e strisce Roberto Antonucci, a cui si aggiunge la nuova Business e, solo per alcune tratte operate dal B777-300, anche la First. “Negli Stati Uniti questa nuova soluzione tariffaria sta funzionando piuttosto bene, grazie anche al fatto che il basso costo del petrolio permette di proporre tariffe concorrenziali facendo volare sempre più nuove fasce di passeggeri” commenta Antonucci.  Una economica di base che avrebbe dovuto ridurre lo spazio tra i sedili a 29 pollici, dai 31 standard per la compagnia, ma che invece diventerà di 30 pollici, come precisato anche dal presidente del vettore Robert Isom in un messaggio ai dipendenti: “Abbiamo rivisto il tema, grazie anche all’entrata in flotta dei nuovi B737 MAX, per andare incontro alle esigenze dei clienti”.

American Airlines, vettore sempre più “italo”-americanoRoberto Antonucci

Con il recente decollo del volo Roma-Dallas Fort Worth, il principale hub di American Airlines negli States (leggi qui) operato con un B777, il vettore a stelle e strisce opera ben 8 voli giornalieri dall’Italia sugli Stati Uniti, dagli scali di Milano Malpensa, Roma Fiumicino e Venezia Marco Polo, per New York, Chicago, Philadelphia, Miami, Charlotte e Dallas; “arriviamo ad operare 56 voli settimanali tra i due paesi in estate,  a cui aggiungiamo quelli della nostra Joint Venture Atlantica con Iberia, British e Finnair, con i quali possiamo offrire fino a 140 voli giornalieri tra le due sponde” dice Antonucci, che sulle rotte italiane precisa che: “le rotte italiane sono generalmente appannaggio all’80% di passeggeri americani, soprattutto su Venezia e Roma, mentre su Milano siamo più equilibrati al 60 e 40”. Milano che è anche lo scalo su cui i due voli qui operati, il New York e il Miami, rimangono operativi anche d’inverno, contro solo l’uno su cinque da Roma, “collegamenti questi che hanno una buona fetta di clientela business. Proprio sulla business class vediamo un’ottimo load factor medio, dell’80%, e proprio per questo continuiamo a migliorare i servizi di bordo, tra cui il Wi-Fi, ma anche a terra”. Con, ad esempio, l’apertura della Flagship lounge e Flagship first dining all’aeroporto di New York Jfk, novità che verrà presto allargata anche agli altri hub del vettore negli Usa, ovvero Chicago, Dallas, Los Angeles, Miami, Philadelphia e a Londra Heathrow.

American Airlines, la compagnia più grande del mondo rinnova la flotta

Antonucci, da grande uomo d’aviazione qual’è, parlando del mercato italiano si dispiace della situazione di Alitalia; “le sue difficoltà sono un problema per tutto il mercato. Ma, purtroppo, la grandezza in questo settore fa la differenza e Alitalia non è riuscita a servire i due mercati ben divisi che ci sono sulla Penisola, ovvero quello business al Nord e quello leisure al Sud”. Grandezza di cui non si preoccupa certamente American Airlines, il più grande vettore al mondo dopo la fusione con Us Airways, “integrazione per la quale siamo a buon punto ma che non è ancora terminata” dice Antonucci, con una flotta di ben 1500 aeromobili, con ben 500 in ordinazione, per investimenti miliardari, solo 4,1 miliardi quest’anno, “riceviamo un nuovo aeromobile ogni 5 giorni” afferma Antonucci.

 

 

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