L’auto elettrica è indubbiamente l’argomento più discusso e controverso di questi mesi e lo sarà in quelli a venire. Superata una prima fase di diffidenza e scetticismo, si sta formando una convinzione sempre maggiore, a tutti i livelli, che la ricerca di alimentazioni alternative ai motori tradizionali sia la chiave di volta dello sviluppo futuro in termini sia tecnologici che ecologici. I dubbi e le incognite restano molti e, soprattutto, l’incertezza sui reali tassi di adozione di queste vetture, non solo come dimostrazione di buon senso civico e attenzione verso l’ambiente, ne condiziona i reali tempi di sviluppo come veicoli di massa.
Mentre istituti di statistica e società di ricerche di mercato analizzano la propensione all’auto elettrica della popolazione, per quanto riguarda le flotte solo da poco si è cominciato ad approfondire dati e trend relativi al possibile utilizzo aziendale dei veicoli elettrici, a partire dai Paesi che sono qualche passo avanti rispetto al nostro, anche in termini di incentivi.
E’ il caso della Germania che, a seguito della recente o imminente introduzione di tutta una serie di modelli (la Mitsubishi i-MiEV ha fatto il primo passo, seguita dalla Peugeot e dalla Citroën C-Zero, poi Opel Ampera e la sua omologa Volt in casa Chevrolet) è stata oggetto di una ricerca dettagliata, effettuata dalla società di ricerche Dataforce, che dal 1993 analizza la struttura e le caratteristiche del mercato delle flotte e dei suoi servizi a livello europeo e in tempi recenti ha rivolto la sua attenzione anche ai veicoli elettrici, diventati ormai un argomento prioritario dell’industria automobilistica
Grazie a un forte interesse ed impegno dei fleet manager coinvolti, ben 454 aziende hanno contribuito all’indagine, fornendo un quadro dettagliato sulle intenzioni del mercato delle flotte riguardo all’utilizzo di questi veicoli e sui modelli d’acquisto.
Propensione positiva
L’attitudine verso i veicoli elettrici, nel campione intervistato, è positiva: il 53% degli intervistati ha affermato che utilizzerà veicoli elettrici in futuro e/o di averne (o averne avuto) in flotta almeno uno.
D’altra parte, però, solo il 13% dei fleet manager ha avuto la possibilità di provare direttamente veicoli di questo tipo, percentuale che però sale al 25% se consideriamo solo i manager di flotte con più di 100 veicoli in parco. Queste ultime hanno anche la quota maggiore di veicoli elettrici inflotta (5,5%). Globalmente, l’utilizzo di un veicolo elettrico è immaginabile per il 48,2% delle aziende.
In modo assolutamente speculare i fleet manager che affermano di non “vedere” veicoli elettrici nelle loro flotte sono il 47%. Nelle grandi flotte la percentuale è decisamente più bassa (39%), in quelle più piccole si aggira intorno al 50%.
Un futuro da auto pool?
Per quanto riguarda l’utilizzo aziendale, di questi veicoli, è nella flotta “pool” (ovvero quella delle auto non assegnate e di utilizzo comune) che i fleet manager vedono le migliori opportunità per collocare i veicoli elettrici. Segue il trasporto passeggeri, ma la voce “altro” è molto consistente (vedi tabella 1), segno che per molti non è ancora chiaro quale sia la migliore collocazione di questi mezzi. Fanalino di coda sono ovviamente le lunghe distanze. C’è da dire che la maggior parte dei fleet Manager ha segnalato un’autonomia desiderata di almeno 170 km.
Approfondendo il tema autonomia, è stata analizzata la percorrenza media giornaliera dei veicoli in flotta distinguendo quattro fasce chilometriche di percorrenza (tabella 2); semplificando i dati con degli arrotondamenti, potremmo dire che oltre un terzo della flotta percorre meno di 100 km al giorno, poco meno di terzo si colloca fra 100 e 500 km e l’ultimo terzo ne macina oltre 500. Con riferimento, quindi, allo stato attuale della tecnologia dei veicoli elettrici possiamo quindi immaginare di poterli già utilizzare nelle prime due fasce, per percorrenze entro i 200 km. Ben il 44,7% dei veicoli delle attuali flotte!
Le proposte del mercato
Ma i fleet Manager conoscono l’offerta dei costruttori? In Germania sembra che solo la Mitsubishi i-MiEV abbia una buona visibilità (32,1% dei fleet manager la conoscono), tutti gli altri modelli seguono a considerevole distanza (con percentuali di “notorietà” tra i fleet manager del 7-10%). Un messaggio chiarissimo per i produttori di questi veicoli, che devono impegnarsi maggiormente per far conoscere i loro prodotti alle aziende e ai futuri driver in modo da eliminare i molti preconcetti, dovuti principalmente al fatto di non aver mai avuto un’esperienza diretta di guida.
Le maggiori possibilità di crescita nell’utilizzo del veicolo elettrico risultano indirizzate alle aziende nelle quali esiste una car policy centralizzata che determina le scelte dei driver, anche attraverso sistemi di bonus-malus che premino la scelta di veicoli green. Gli incentivi monetari sono sempre molto efficaci, se accompagnati da quelli non monetari.
Per queste ragioni il focus dei fornitori di veicoli elettrici dovrà essere tenuto soprattutto su aziende con più di 50 veicoli in flotta, regolamentati da una car policy, acquisiti con la modalità del noleggio a lungo termine. Tra queste, un target ideale sono le aziende di manutenzione, costruzioni, artigianato e servizi ai clienti, oltre alle flotte di auto pool.
Infrastrutture e modalità di acquisizione
Per quanto riguarda la ricarica, soltanto il 5% dei fleet manager ritiene sufficienti le infrastrutture pubbliche, per la quasi totalità degli intervistati la creazione di prese di ricarica sia private che aziendali (ed ovviamente un aumento di quelle pubbliche) sarà necessaria.
Un’informazione tecnica sui tempi di ricarica: normalmente una ricarica media richiede 6 ore, mentre quella veloce consente di arrivare all’80% in mezz’ora. Il problema resta comunque la mancanza di infrastrutture per la ricarica rapida.
La modalità di acquisizione in noleggio risulta fondamentale sia per i veicoli sia per le infrastrutture: a causa dell’alto costo, principalmente dovuto alle batterie e all’incertezza sul valore residuo, questi contratti sembrano l’unico modo per garantire l’ingresso di questi veicoli sul mercato. E una buona metà dei fleet manager non vuole pagare un sovrapprezzo per veicoli di fascia similare (quasi il 50% degli intervistati): inoltre meno del 18% sarebbe disposto a sborsare un prezzo più alto del 20% rispetto allo stesso modello (o ad un modello simile) con alimentazione tradizionale (come evidenziato nel grafico). Inoltre, i gestori di flotte chiedono un calcolo dei costi dettagliato e ben monitorato per ciascun veicolo e un contratto che computi separatamente veicolo ed elettricità (ben tre quarti del totale degli intervistati).
Incentivi
Per quanto riguarda gli incentivi all’acquisto, in linea generale il più gradito resta l’esenzione fiscale, mentre al secondo posto troviamo le infrastrutture riservate di ricarica. L’adesivo “zero-emissions” al terzo posto, parcheggio e corsie preferenziali rispettivamente al quarto e al quinto.
La particolarità degli adesivi “zero-emissions” è quella di venire considerati degli strumenti di marketing che mostrino la “green attitude” dei veicoli elettrici e delle aziende che ne fanno uso. Lo scopo è quello di dare la possibilità ai driver di distinguersi da tutti gli altri e di dimostrare la loro sensibilità verso l’ambiente in un contesto pubblico.
A metà del 2009 il governo federale tedesco pubblicò il piano nazionale di sviluppo per la mobilità elettrica, in base al quale un milione di auto elettriche dovranno circolare in Germania nel 2020. Il tutto supportato con incentivi economici per un valore di 500 milioni di euro.
Ai fleet manager, Dataforce ha chiesto quali azioni si aspettino dal governo per realizzare questo piano: il 93,2% degli intervistati pensa che verrà realizzato attraverso delle buone infrastrutture, per esempio lo sviluppo delle stazioni di ricarica. Al secondo posto troviamo l’esenzione delle tasse e al terzo i bonus all’acquisto.
In effetti dal 1° luglio del 2009, i veicoli elettrici in Germania non pagano tasse per i 5 anni successivi alla loro prima immatricolazione. All’inizio del 2010 un progetto di legge è stato discusso per l’esenzione permanente delle tasse per l’utilizzo dell’elettricità dei veicoli elettrici. In ogni caso, per l’associazione automobilistica VDA, i 500 milioni di euro stanziati non sono sufficienti e anzi stanno facendo correre il rischio al paese che gli investimenti in ricerca e sviluppo si spostino rapidamente altrove, in mancanza di sussidi adeguati.
Azioni per il futuro
Nell’esaminare le future possibilità di crescita del veicolo elettrico i fattori fondamentali sono tre secondo le risposte dei fleet manager che hanno partecipato alla ricerca: autonomia, costo, infrastrutture di ricarica,.
Di conseguenza le misure da adottare per promuovere la crescita futura dovranno necessariamente essere le seguenti:
· Aumentare le infrastrutture soprattutto con riguardo a quelle di ricarica rapida
· Rendere gli automobilisti consapevoli che 150 km di autonomia sono più che sufficienti per la maggior parte delle attività quotidiane
· Erogare incentivi monetari all’acquisto ed esenzione delle tasse
· Promuovere incentivi non monetari come i certificati “zero-emissions”
· Studiare la fornitura di pacchetti che comprendano il veicolo elettrico, la stazione di ricarica e il contratto di fornitura di energia
· Offrire lo scorporo dei costi dell’energia dal canone di noleggio
· Dimostrare massima trasparenza nella fatturazione e nel monitoraggio dei costi di questi veicoli