Nessuno stop per Uber. Il Tribunale di Roma ha infatti deciso la sospensiva dell’ordinanza in attesa dell’appello che avverrà il prossimo 5 maggio e che sancirà se l’azienda fondata da Travis Kalanick potrà o meno continuare ad operare sul suolo italiano. Intanto in tutto il mondo l’attività dell’app californiana cresce pur con conti (ancora) in profondo rosso.
Nessuno stop per Uber, ma i conti vanno male
Nata nel 2009, Uber viene valutata circa 70 miliardi di dollari pur continuando a perdere soldi, almeno secondo Bloomberg, visto che non è una società quotata e non è obbligata a pubblicare i suoi bilanci: negli ultimi tre mesi l’uso della sua app è aumentato del 28 per cento rispetto allo stesso periodo precedente con utili pari al 2,9 miliardi di dollari, più 74 per cento, e perdite pari al 6,1 per cento: a quota 991 milioni. Sommando le perdite degli scorsi anni si arriva a un rosso di 6,7 miliardi, anche a causa di continui investimenti per la crescita. E parcelle di avvocati in mezzo mondo.
Ma la società non ci sta e
in una intervista pubblicata su Repubblica Carles Lloret, responsabile Uber per il Sud Europa afferma: “E’ un paradosso: un Paese con un flusso turistico importante che annega nel traffico e che ha scelto di non risolvere il problema per difendere gli interessi di pochi colpendo la qualità della vita di tutti”. E sugli scontri pressoché continui con diverse istruzioni in giro per il mondo, il manager catalano fa mea culpa: “Nell’ultimo anno Uber, soprattutto in Europa, è cambiata molto. Gli stop del passato alle nostre attività sono dovuti ad un nostro sbaglio: il voler applicare lo schema degli Stati Uniti. Abbiamo commesso degli errori, ma ora in Spagna come in Italia stiamo lavorando per svolgere le nostre attività con autisti dotati di licenza. Ed è lo stesso in Francia. Eppure succede ancora che ci siano delle corti di giustizia e non il governo, che prendono decisioni in merito. Il decreto Milleproroghe stabilisce chiaramente che non è necessario rientrare in garage. Non mi sembra che sia Uber quella che merita l’accusa di essere poco ortodossa”. Attendiamo il 5 maggio, quando sapremo cosa avrà deciso il Tribunale. E lo scopriremo anche dagli eventuali serpentoni di auto bianche a strombazzare in giro per le strade come quando l’Italia vinse il campionato mondiale di calcio. E che, secondo Lloret, farebbe rimpiobare il sistema dei trasporti italiano nel medioevo. O quasi.