Nuove sfide per i fleet manager

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Per tentare di prevedere le tendenze del mercato delle flotte nell’anno che si è appena aperto, bisogna partire dal presupposto principale che guiderà i fleet manager nelle loro scelte d’acquisto: un’ulteriore riduzione del budget.
La crisi non è ancora finita, come tutti sappiamo, e le aziende continueranno a limare i costi delle attività non-core e quelli operativi: stipendi, viaggi, benefit. L’auto non farà eccezione.
Al fleet manager sarà chiesto di conciliare gli obiettivi di benefit, rappresentanza, soddisfazione dei driver, con una disponibilità economica ridotta e per riuscire nell’intento, il responsabile della flotta si rivolgerà ai suoi fornitori: noleggiatori, gestori, consulenti.
A seconda del suo grado di familiarità con la gestione della flotta e del tempo dedicatole, il fleet manager sarà chiamato a svolgere un’analisi approfondita delle azioni di recupero delle risorse economiche, oppure a ingaggiare un consulente che sia in grado di orientarlo. Proprio partendo dalla considerazione che i fleet manager hanno spesso bisogno di un aiuto specialistico nella elaborazione delle strategie di gestione della flotta, molti operatori del mercato si stanno riposizionando su un ruolo di consulenza, comprendendo l’importanza di questa chiave di lettura per acquisire nuovi contratti e mantenere quelli in corso. Sarà quindi importante scegliere bene il partner a cui affidare questo tipo di analisi.

Si ripartirà dalla policy
Le car policy continueranno a essere riviste, non solo con l’intento di risparmiare, ma soprattutto con l’obiettivo di mantenere una politica globale di benefit equilibrata. In questo contesto due elementi guideranno le scelte: un maggiore peso delle auto ecologiche e una maggiore differenziazione per fasce. In particolare ci si domanderà quali figure hanno veramente bisogno dell’auto (e di che classe e modello), operando una maggior selettività nelle assegnazioni e una più oculata politica di scelta dei modelli, con l’obiettivo di rendere la car policy più attraente per i ruoli aziendali più importanti (non solo gerarchicamente) e per quelli più richiesti e di “scontentare” gli altri utilizzatori in una misura ritenuta accettabile, al fine di contenere i costi senza registrare troppe defezioni.
D’altronde nel mercato, i modelli con cui premiare i talenti e i top manager non mancano, a partire da tutta una nuova generazione di crossover (berlina-Suv, berlina-coupé) che stanno appassionando i driver, che sognano di possedere una di queste meraviglie, ovviamente bianca, colore che sta dominando da oltre un anno nelle auto aziendali di cilindrata elevata.
È  quindi prevedibile una maggior discriminazione tra i ruoli all’interno della car policy, a favore delle figure aziendali più preziose e, ovviamente, dei top manager, le cui scelte non sembrano essere state influenzate né dalla crisi né dalle green policyDownsizing e green, invece, continueranno a essere i temi guida per le altre fasce di utilizzatori.

Analisi del canone e del TCO 
Il fleet manager mostrerà più attenzione alle singole componenti del canone di noleggio: verranno visti con sempre maggior sospetto i pacchetti preconfezionati, non personalizzabili e non adattabili alle esigenze anche economiche del cliente. Il fleet manager, anche grazie a una sempre più diffusa conoscenza del mercato, vorrà conoscere, analizzare, confrontare, sentire proposte alternative in merito ai servizi offerti dal NLT e chiederà di eliminare i servizi (e i costi) non necessari, personalizzando gli altri secondo le sue esigenze. In generale, chiederà di contenere o eliminare tutto ciò che non riterrà necessario e di condividere con il noleggiatore i costi di alcuni componenti che contribuiscono a mantenere più elevato il valore residuo dell’auto (per esempio la vernice metallizzata). D’altro canto, pretenderà l’inclusione di servizi che in passato erano considerati extra, come per esempio i pneumatici termici, sempre più un accessorio necessario per la sicurezza, a tutte le latitudini della penisola (e l’inverno in corso sta dimostrando che questa scelta è giusta).

I contratti con i NLT 
Il fleet manager sta diventando sempre più esperto nel valutare la convenienza dei contratti, anche grazie allo sforzo del noleggiatore che mette a disposizione i dati di percorrenza in un tempo ragionevole e su supporti elaborabili.
Anche per quanto riguarda i contratti, i concetti di personalizzazione e di variabilità nel tempo guideranno le richieste del fleet manager: contratti più lunghi, ma a canoni ragionevolmente più bassi, modifiche di contratto attuate in maniera sistematica e a seguito di un’analisi continua alla quale il NLT sarà chiamato a dare il suo contributo. Ma anche garanzie in caso di chiusura anticipata (molto più frequente che in passato, con i tempi che corrono) e possibilità di ulteriore estensione a condizioni convenienti: aspetti che in passato erano più trascurati, ma che nel momento attuale vengono valutati con attenzione.

La gestione della flotta 
Una della aree nelle quali le aziende hanno operato ampi tagli è quella delle risorse umane, in particolare all’interno delle attività non-core. Chi aveva al proprio interno un team anche piccolo per gestire la flotta lo ha eliminato o sta cercando di farlo, ricorrendo alla gestione in outsourcing (fleet administration). Contribuire alla riduzione del personale dedicato alla flotta dai loro clienti è una delle direzioni nella quale si stanno muovendo molti soggetti del mercato, compresi i NLT. Per questo motivo il fleet manager dovrà scegliere con grande attenzione il proprio partner di gestione e di consulenza: la richiesta diffusa di un servizio di gestione terziarizzato costituisce infatti una notevole possibilità di business per i fornitori, con importanti conseguenze in termini di barriere all’uscita.
I decisori aziendali, al fine di effettuare scelte consapevoli, valuteranno con attenzione il ROI di ciascuna proposta, quindi non solo i saving, ma anche i costi connessi alla nuova struttura. Sarà fondamentale, inoltre, analizzare e valutare in maniera approfondita ciascun processo di gestione, chiedendo alla società candidata di offrire una completa dimostrazione della sua capacità di gestione di tutte le problematiche, attraverso una solida fase di test di tutta l’infrastruttura. Un capitolato ben strutturato e delle buone best practices da illustrare non saranno più sufficienti, soprattutto con i fleet manager che hanno dovuto rinunciare a malincuore al loro team interno e vogliono essere sicuri che la nuova soluzione non comporti maggior impegno e lavoro per loro stessi.
Inoltre, proprio in funzione della riduzione del personale interno, il fleet manager chiederà al partner di gestione di essere presente su tutto il territorio e di occuparsi anche di piccoli servizi accessori presso la sua sede, come la distribuzione dei tagliandi assicurativi e il ripristino delle vetture di dimessi. Insomma, pretenderà un vero servizio “full outsourced”.

Cosa non cambierà
I fleet manager continueranno a sfruttare tutti gli strumenti a loro disposizione per abbassare le spese, soprattutto le gare. Il mercato delle flotte è stato caratterizzato nell’ultimo anno da un numero di gare molto superiore rispetto al passato: una tendenza che continuerà. Le aziende stanno chiedendo di contenere i canoni di gestione e, a fronte di nuovi servizi richiesti per sostituire risorse aziendali che sono state sacrificate, sono disposte a rinunciare ad alcune attività (come parte della reportistica) non più necessarie, che però non è sempre facile eliminare immediatamente e senza costi.
L’obiettivo della riduzione dei costi sarà inoltre perseguito attraverso le politiche “verdi per ridurre il costo del carburante, grazie alla riduzione delle cilindrate. Ciò porterà ad un’ulteriore estensione delle policy “green”, che saranno sempre più spinte dai costruttori, desiderosi d’introdurre velocemente le alimentazioni alternative e l’auto elettrica.
Anche le considerazioni di corporate social responsibility continueranno a stimolare i fleet manager e soprattutto i decisori aziendali ad ampliare le scelte ecologiche: infatti, durante questa crisi uno dei valori etici che si sta affermando è quello della riduzione delle emissioni. Pur in un contesto di recessione, l’opinione pubblica non è affatto disposta a rinunciare alle sensibili riduzioni di emissioni annunciate negli scorsi anni, mentre altri valori sono stati sacrificati al risparmio e all’equilibrio economico, come ad esempio la sicurezza del posto di lavoro.
In sostanza, sarà un altro anno complesso per l’auto aziendale, che continuerà ad affermare il suo importante ruolo all’interno dei pacchetti retributivi, ma sarà soggetta a politiche di riduzione e differenziazione che permettano alle aziende di allocare le risorse destinate alla flotta in maniera più efficace.

 

 

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