Secondo la relazione annuale dell’Agcom, l’Autorità per le garanzie delle telecomunicazioni, presentata a luglio, il mercato mondiale delle tlc continua a registrare discreti livelli di crescita. In particolare, con un incremento del 4,2%, rispetto al +6% mantenuto per i tre anni precedenti, il mercato globale delle telecomunicazioni vale oggi quasi 10mila miliardi di euro. Cresce il settore della telefonia mobile (sia per le
chiamate sia per la trasmissione dati); in calo, invece, il comparto di rete fissa, con una contrazione dei ricavi più accentuata che in passato (-5%).
Tra vecchi e nuovi media, tra analogico e digitale, il risultato è quindi che non si arresta la voglia di comunicare: un bisogno con cui le aziende che storicamente producono beni e servizi in questa area devono confrontarsi per non perdere o cedere una parte del proprio mercato alle società più innovative. Per realizzare l’indagine sulle flotte delle aziende che operano nel campo delle telecomunicazioni abbiamo contattato le più grandi aziende del settore.
Ci hanno risposto con sollecitudine: Alcatel Lucent, Telecom, Vodafone Omnitel e Wind Telecomunicazioni. Non hanno invece ritenuto opportuno aderire alla nostra iniziativa: Fastweb, Telit, Nokia, Nortel, Sony-Ericsson e Tele2.
Per Alcatel e Wind noleggio con inplant
Iniziamo la nostra inchiesta con Alcatel-Lucent. Nata dalla fusione tra Alcatel e Lucent Technologies, già presenti in Italia e con una storia che risale agli inizi del secolo scorso, oggi il gruppo fornisce soluzioni di comunicazione end-to-end a operatori, aziende e pubbliche amministrazioni in tutto il mondo. La società italiana di Alcatel conta circa 2500 tra dipendenti e collaboratori, e una flotta composta da 545 macchine tutte in noleggio a lungo termine con contratto della durata di 48 mesi. La gestione del parco auto è affidata a Marco Agazzi, responsabile dei servizi generali, che ci racconta: «Per quanto riguarda i servizi di noleggio a lungo termine abbiamo scelto di avvalerci di un unico fornitore per la sottoscrizione dei nuovi contratti mentre per i contratti già in essere ci sono cinque fornitori con cui collaboriamo fino alla scadenza. La gestione del parco auto si può definire mista in quanto siamo supportati da una società esterna di servizi in senso generico – e quindi non specializzata nel fleet –, che ha creato presso la nostra sede una struttura inplant, che affianca il personale interno dei servizi generali per quanto concerne la parte amministrativa».
Veniamo alla car policy: «La nostra car policy è stabilita a livello corporate, ma esistono alcune specificità per il nostro paese». La policy si rivolge a tutti i settori e ruoli aziendali che necessitano di una vettura. Prevede tre diverse classi di assegnazione: quella dei quadri e dei funzionari; della forza vendita; e, infine, delle auto operative in dotazione al personale di servizio. L’upgrading non è contemplato, anche se non può essere definirla una car policy rigida. E questo perché – spiega Agazzi – «è aperta a richieste provenienti dagli utilizzatori, a patto che avvengano nella fascia di assegnazione: è possibile quindi cambiare motorizzazione della vettura, ma sempre all’interno del catalogo predefinito». Shopping list che prevede
autovetture appartenenti ai marchi Fiat, Volkswagen, Bmw, Renault e Citroën.
Per il Gruppo Wind Telecomunicazioni i dati parlano di un parco auto ingente, le cui caratteristiche ci sono state illustrate da Paolo Perrone, dirigente responsabile dei servizi generali del Gruppo. Questi i numeri: oltre 6700 dipendenti, circa 1500 autovetture noleggiate per il lungo periodo con contratto basato sia sulla durata (36 mesi)sia sul chilometraggio (90.000 km complessivi), un unico fornitore di servizi di noleggio. «La gestione della flotta – racconta Perrone – è affidata a un provider esterno, che ha un inplant dedicato presso i nostri uffici. Riusciamo in questo modo ad avere un controllo ottimale sulla gestione della flotta, grazie anche al coordinamento svolto dal nostro personale interno specializzato, che tiene i rapporti
con il fornitore di servizi».
«La car policy del gruppo – prosegue Perrone – si rivolge a tutto il personale dirigente, alla forza vendita, ai quadri e ai tecnici del network. Abbiamo in dotazione anche alcune auto in pool, situate presso le nostre sedi più importanti e a disposizione – su prenotazione – del personale per gli spostamenti all’interno della città». Per quanto riguarda i marchi utilizzati, la car policy è molto aperta, perché privilegia un approccio multibranding grazie al quale «tutti i marchi e modelli sono potenzialmente ordinabili. Comunque, per le auto di rete a disposizione del personale tecnico la scelta è indirizzata verso vetture Fiat e in questa scelta, come in genere nelle linee principali della nostra car policy, siamo guidati da un approccio di tipo ecologico. Valutiamo puntualmente l’impatto delle nostre vetture attraverso un monitoraggio costante delle emissioni di Co2, facciamo in modo che tutte le automobili rispondano ai requisiti di sicurezza attiva e passiva ritenuti essenziali e teniamo costantemente monitorati il chilometraggio e la manutenzione delle vetture. Nello specifico per le auto in pool ci siamo orientati verso le auto ibride, con alimentazione mista metano e benzina».
Infine, continua Perrone, «nella car policy è contemplata la possibilità di upgrading, che è concesso a patto che il driver copra la differenza di prezzo. Ecco perché è stato privilegiato un approccio multibranding con possibilità di scelta pressoché infinita».
Telecom Italia: colosso anche nel parco auto
34,8 milioni di linee mobili in Italia e 36,4 in Brasile; 8,1 milioni di accessi su banda larga in Italia e 2,5 in Europa. Oltre 20 milioni di collegamenti alla rete fissa. Più di 50 milioni di clienti in Italia e quasi altrettanti nel resto del mondo. Sono questi i numeri di Telecom Italia, colosso internazionale dei servizi di comunicazione su banda larga fissa e mobile. Per un gruppo dalle dimensioni così importanti, che conta oltre 57.800 tra dipendenti e collaboratori (dati 2008), è a disposizione un parco auto dai numeri altrettanto significativi: 892 veicoli di proprietà e in leasing, numero che comprende anche i mezzi speciali e le stazioni radio base mobili, e 20.632 autovetture noleggiate per il lungo periodo, con contratti differenziati a seconda della tipologia e della fascia di assegnazione: 8 anni per la flotta operativa in dotazione al personale tecnico e 36 mesi per la flotta in assegnazione ai dirigenti, ai quadri e alla forza commerciale.
Tre i fornitori di cui si serve Telecom, la cui gestione è affidata in outsourcing a una società di servizi specializzata. Sul versante della car policy, l’Ufficio stampa di Telecom ci racconta: «le policy di assegnazione delle autovetture a uso promiscuo sono rivolte al personale dirigente, al personale quadro titolare di posizione di responsabilità o con un ruolo professionale caratterizzato da ampiezza di contenuto, e infine al personale di vendita. Le tipologie di vetture previste per i dirigenti sono raggruppate in quattro fasce (che comprendono praticamente tutte le principali case automobilistiche italiane e straniere) ed è prevista
– esclusivamente per i dirigenti – la possibilità di upgrading».
Nella gestione della flotta è rivolta grande attenzione al tema dell’impatto ambientale, nel quadro di un programma più vasto di sostenibilità e business responsabile. Ecco perché nel corso del 2008, per esempio, è stato avviato un piano di ammodernamento della flotta con l’obiettivo di ridurre le emissioni di Co2: sono state sostituite quindi circa 3000 auto Euro 3 con altrettante Euro 4.
Questo rinnovo, da solo, ha comportato una riduzione del 30% della Co2 complessiva emessa dalla flotta. L’obiettivo per il 2009 è di continuare in questa direzione e di arrivare a un’ulteriore riduzione di 1600 tonnellate di Co2.
Vodafone: “tutto intorno al green”
In Vodafone l’intera gestione del parco auto, costituito da circa 2000 veicoli, ruota intorno al tema della sostenibilità. Nella car policy le linee guida stabilite a livello globale riguardano proprio la scelta del Gruppo di coordinare tutte le attività aziendali intorno al tema dell’impatto ambientale e della riduzione delle emissioni di CO2. Esistono in questo senso tre direttrici di sviluppo all’interno delle quali Vodafone ha attivato una serie di azioni specifiche: la riduzione della mobilità aziendale, per la quale l’azienda incoraggia, ad esempio, all’uso della videoconferenza; la volontà di favorire una mobilità eco-sostenibile attraverso azioni dirette sia al parco auto (downsizing di cilindrata, introduzione di modelli a trazione ibrida/elettrica, esclusione dalla lista di modelli ordinabili di vetture con un’emissione di Co2 superiore a una soglia prefissata), sia agli utilizzatori. Sono previsti incentivi al dipendente che sceglie auto a bassa emissione; sono stati istituiti servizi navetta nelle principali città da e per stazioni ferroviarie e di metropolitana; sono stati attivati servizi di carsharing; sono stati concordati abbonamenti a mezzi pubblici a tariffa agevolata per i dipendenti.
Altre azioni sono quelle legate alla manutenzione dell’auto: usura e pressione dei pneumatici, monitoraggio dei consumi eccetera. L’obiettivo finale di Vodafone è di ridurre del 50% le emissioni di Co2 entro il 2020, in linea con la politica energetica europea del 20-20-20. Per arrivare a questo l’azienda è impegnata a valutare costantemente l’impatto ambientale delle proprie attività e a promuovere una cultura e comportamenti responsabili nei dipendenti.
Il parco auto è formato per il 40% da auto in pool(per i tecnici di rete) e per il 60% da auto assegnate ad personam (dirigenti, dipendenti e forza vendita). Per le auto assegnate sono previsti contratti a lungo termine della durata di 48 mesi e 120.000 km. Le auto in pool, invece, utilizzate dai dipartimenti tecnici per le attività legate all’esercizio e alla manutenzione della rete, sono acquisite con contratto a lungo termine di 36 mesi e 120.000 km. Tutte le vetture sono alimentate quasi esclusivamente a gasolio e sono quasi tutte Euro 4 con Fap (filtro antiparticolato).
Per quanto riguarda l’upgrading, infine, esiste una lista di modelli ordinabili che è tassativa per impiegati e quadri, e solo esemplificativa per i dirigenti, che possono richiedere anche vetture diverse e di fascia più elevata, purché sotto la soglia massima di costo e di Co2 stabilite dall’azienda, facendosi carico della differenza di prezzo. Altre attività interessanti da segnalare in tema di sostenibilità ambientale sono l’elaborazione di un opuscolo su “La sicurezza e la guida”; la realizzazione di corsi di guida sicura che fino al 30 giugno hanno coinvolto più di 1100 dipendenti; la creazione di una check list per determinare i requisiti minimi di sicurezza delle auto aziendali in pool e ad personam.
Dall’indagine sulle flotte delle aziende del settore delle telecomunicazioni emergono alcune utili indicazioni: tutte hanno parchi auto di dimensioni considerevoli che richiedono una gestione accurata. Fondamentale risulta quindi l’ottimizzazione della gestione e l’individuazione di aree di risparmio. Questo spiega il perché quasi tutte le aziende ricorrono all’ausilio di società esterne di fleet management, anche se con modalità e impieghi differenti. Tutte dispongono di una car policy ben strutturata e differenziata per livelli. E tutte considerano di primaria importanza il rispetto per l’ambiente e attuano strategie di mobilità sostenibile.