Cautela e risparmio: in tema di business travel, sono state queste le parole d’ordine delle imprese europee nel corso del 2009. Secondo l’annuale Business Travel Barometer di American Express, realizzato interpellando 336 aziende del Vecchio Continente con sede in Germania, Inghilterra, Francia, Belgio, Lussemburgo, Olanda, Italia, Danimarca, Svezia e Norvegia, ben il 60% delle imprese ha diminuito il budget di oltre un terzo. Il 23% ha confermato i fondi dell’anno precedente, mentre solo l’11% li ha aumentati, in media del 23%. Sono radicalmente mutati, inoltre, i motivi per cui si viaggia per lavoro: oggi il 57% delle imprese utilizza il budget esclusivamente per gli spostamenti che hanno come fine l’acquisizione o il mantenimento di nuovi mercati. Il 29% spende anche per i viaggi in occasione di meeting, mentre solo l’8% organizza trasferte per incontrare i fornitori.
Ma lo scorso anno quali strategie sono state messe in campo per ridurre i costi? In primo luogo, è aumentata la stipula di accordi globali con i fornitori, adottati dal 94% delle aziende europee con budget annui superiori ai 20 milioni di euro per far valere maggiormente il proprio potere negoziale.Tra i fornitori, i contratti globali hanno coinvolto soprattutto le compagnie aeree (81%). È cresciuto, inoltre, l’utilizzo di Internet e altri strumenti online per effettuare le prenotazioni: ben il 60% delle aziende ha dichiarato di ricorrere a questi canali, contro il 57% del 2008. In più, è aumentata la diffusione dei sistemi alternativi alle trasferte: le videoconferenze, ad esempio, sono state adottate dal 70% delle aziende interpellate.
Al fine di tenere monitorate le spese, poi, ben il 61% delle imprese si è affidato alla reportistica, contro il 37% del 2008. Le fonti maggiormente consultate sono state i dati delle agenzie di viaggio (77%), seguiti da quelli dei fornitori di carte di credito (41%), da quelli dell’ufficio amministrativo (41%) e da quelli di compagnie aeree, alberghi e società di autonoleggio (12%). Ancora modesto, invece, il tasso di adozione di metodologie per verificare l’efficacia delle performance delle agenzie di viaggio (24%), nonostante l’avvento della crisi abbia contribuito a enfatizzare il ruolo chiave dell’agenzia nell’ottenimento di saving.
Anche quest’anno “si tira la cinghia”
Il Business Travel Barometer si sofferma anche sulle previsioni per il 2010, rivelando che quest’anno le aziende europee hanno deciso di temporeggiare, in attesa di verificare i prossimi effetti della crisi: solo il 20% ha previsto un aumento dei budget destinati alle trasferte, mentre il 61% ha confermato i livelli del 2009 e il 19% li ha abbassati. Tra i Paesi che si sono dimostrati più ottimisti e disposti ad aumentare le spese spiccano la Germania, in cui il 33% delle imprese prevedeva un aumento del budget, l’Olanda (28%) e la Gran Bretagna (23%). In Belgio e in Spagna, invece, si è ipotizzata una diminuzione della spesa media rispettivamente del 22 e 24%.
Ulteriori indicazioni sull’andamento del mercato nel 2010 ci giungono da un’ulteriore ricerca di American Express, il Global Business Travel Forecast 2010. I dati rivelano che la riduzione della domanda, da un lato, e alcuni cambiamenti messi in atto dai fornitori, dall’altro, causeranno a livello globale un leggero aumento delle tariffe. Quelle aeree, in particolare, aumenteranno fino al 5% in classe economy (voli a corto raggio) e tra l’1 e il 6% in business class (long haul). In crescita anche i prezzi degli alberghi economici (dal -3% al 2%) e di quelli di lusso (dal -4% all’1%).
Ma osserviamo i dati regione per regione, a cominciare dall’Europa. Nell’ottica di ridurre i costi di viaggio, nel corso del 2009 le imprese europee hanno aumentato il ricorso ai vettori low cost, causando un calo dei volumi delle compagnie aeree tradizionali. Nel 2010 è previsto un incremento della domanda ma, ciononostante, si assisterà nel primo semestre a una diminuzione delle tariffe, poiché le aerolinee dovranno competere per le quote di mercato. Prendendo in considerazione l’intero anno, comunque, i prezzi dei voli a corto raggio aumenteranno fino al 2%, quelli di lungo raggio addirittura dal 5 al 7%.
Per quanto riguarda il settore alberghiero, invece, i cambiamenti tariffari varieranno in maniera significativa da una nazione all’altra. A livello generale, comunque, si assisterà a una crescita compresa dal -2 al 2,5% nelle rates delle strutture economiche, e dal -2,5 a 2% in quelle degli alberghi di fascia alta.
Sul fronte dell’autonoleggio, infine, è previsto un incremento da -4 a 0%.
Proseguiamo con il Nord America, dove è attesa una crescita complessiva delle tariffe più sostenuta che nelle altre aeree aree geografiche: le compagnie aeree, in particolare, incrementeranno i prezzi dal 2 al 7% sui voli nazionali e dall’1 al 6% su quelli internazionali.
In America Latina, invece, si è verificata una spinta delle tariffe verso l’alto quando alcune compagnie aeree hanno ridotto il numero e la dimensione degli aeromobili in servizio su alcune rotte o ne hanno consolidate altre. Le tariffe degli hotel continueranno invece a diminuire, così come in Nord America, perché si prevede un difficile periodo a livello di gestione della capacità delle strutture.
Nel continente asiatico, infine, dopo una riduzione del 7% dei viaggi d’affari nel 2009, ci si attende che la crescita passi al 6% in relazione ai segnali di ripresa economica che si registrano in quest’area.
Strategie di saving
Ecco i principali metodi adottati dalle imprese europee per ridurre i costi connessi alle trasferte.
• Utilizzo di agenzie di viaggio di fiducia
• Rinegoziazione degli accordi con i fornitori
• Utilizzo di alternative al viaggio (ad esempio, le videoconferenze)
• Restrizione delle travel policy
• Prenotazioni anticipate
• Aumento dell’uso di strumenti di prenotazioni “fai-da-te” attraverso Internet
• Maggior impiego di fornitori di fiducia
• Uso di tariffe economiche riservate
• Controllo dei budget per meeting e congressi
Fonte: American Express
Testo di Arianna De Nittis, Mission n. 2, marzo-aprile 2010