Il presidente degli Stati Uniti Donald Trump rilancia sull’immigrazione firmando un nuovo ordine esecutivo, evitando così di rivolgersi alla Corte suprema, da cui sparisce l’Iraq. Il nuovo Trump Ban, però, non ferma le polemiche e le proteste. A partire da alcuni procuratori generali, tra i quali quelli del Massachusetts, di Washington, di New York e della Virginia, promettono di dare battaglia a suon di ricorsi per opporsi al provvedimento: “Anche se la Casa Bianca può aver apportato dei cambiamenti al divieto, rimane chiaro l’intento di discriminare i musulmani”, ha detto l’attorney generale di New York, Eric Schneiderman. Il decreto sara in vigore dal prossimo 16 marzo.
Nel nuovo Trump Ban non c’è più l’Iraq
Nel nuovo Trump ban sparisce l’Iraq e vengono “salvati” i detentori di visti e carta verde. Libia, Somalia, Sudan, Siria, Yemen e Iran rimangono invece nel ban, con in più la sospensione per 120 giorni che si applica a tutti i rifugiati, senza sottoporre solo quelli siriani a un divieto a tempo indeterminato. È stato poi fissato a 50 mila il numero massimo di rifugiati da accogliere annualmente.
In vigore dal 16 marzo. Il nuovo divieto sugli ingressi negli Stati Uniti da alcuni Paesi a maggioranza
Stando al dipartimento di Stato, la versione originaria del “Travel ban” coinvolgeva quasi 60 mail persone che avevano un visto e non chiariva la sorte dei detentori di carta verde.