Secondo le più recenti survey internazionali, l’attuale crisi finanziaria ed economica mondiale sta esercitando un forte impatto anche sul settore del business travel. Per riuscire ad affrontare un 2009 che si preannuncia difficile, infatti, le aziende rendono le proprie policy sempre più restrittive e riducono i costi connessi alle trasferte. Abbiamo chiesto a Douglas Anderson, presidente e ceo mondiale di Carlson Wagonlit Travel, di aiutarci a fare il punto sugli attuali scenari di mercato e di illustrarci le prospettive di crescita della travel management company per l’anno in corso, sia a livello globale sia in Italia. «Anche Carlson Wagonlit Travel, com’è ovvio, avverte gli effetti della crisi in atto – dichiara Douglas Anderson -: negli Stati Uniti, ad esempio, abbiamo assistito a untrend di crescita nel primo trimestre del 2008 al quale è però seguita una flessione, certamente connessa alla difficile situazione economica internazionale. Nell’ultima parte dell’anno abbiamo registrato una riduzione di poco più del 10% in termini di transazioni. Anche in Europa abbiamo segnato una crescita del 24% nella prima metà dell’anno e un rallentamento nel terzo trimestre, anche se la regione continua a esibire tassi di crescita con il segno più. Vivace, in particolare, l’andamento in Italia, dove nel periodo gennaio-giugno 2008 abbiamo segnato un +25%, mentre verso la fine dell’anno la crescita si è attestata oltre il 16%.
«A livello globale stiamo indubbiamente assistendo a una contrazione delle spese di viaggio da parte dei nostri clienti, più o meno marcato a seconda delle realtà aziendali e delle travel policy adottate – prosegue Anderson – . Questa contrazione, però, nel nostro caso è compensata dall’ingresso di nuovi clienti nel corso degli ultimi 12 mesi. Inoltre, traiamo vantaggio da una forte diversificazione della clientela, sia in termini geografici sia dimensionali sia di settore merceologico: a questo proposito, in particolare, siamo meno presenti di altri competitor nel comparto finanziario. Questi fattori ci autorizzano a prevedere anche per l’anno in corso una crescita moderata». Attualmente i revenue di Carlson Wagonlit Travel sono generati per il 45% nell’area Emea, per il 40% nel Nord America, per il 10% in Asia Pacifico e per il 5% in America Latina.
La rilevante crescita di CWT a livello mondiale è avvenuta anche grazie a una politica di acquisizioni. L’espansione proseguirà quest’anno? «Non abbiamo in programma acquisizioni nell’immediato, ma continueremo a portare avanti questa strategia anche in futuro – rivela Anderson -. Attualmente il nostro principale obiettivo è mantenerci competitivi attraverso la fidelizzazione dei clienti già acquisiti (il nostro tasso di customer retention a livello globale è di circa il 95%), la conquista di nuovi clienti e il miglioramento del servizio, che passa attraverso costanti investimenti nel settore tecnologico e nella formazione».
Il mercato del business travel è fortemente condizionato dalle performance del trasporto aereo. In reazione alla crisi, negli ultimi mesi questo mercato ha imboccato la strada della concentrazione: ne sono la dimostrazione le recenti fusioni tra Delta e Northwest e Lufthansa e Austrian. In che misura tale scenario potrebbe modificare i rapporti dei vettori con le agenzie e le aziende clienti? «L’economia ha assoluta necessità di un’industria del trasporto aereo efficiente e solida: la “sofferenza” che i vettori hanno esibito negli ultimi anni si è ripercossa negativamente su tutti gli attori della filiera – sostiene Anderson -. Accogliamo dunque senza preoccupazione qualsiasi soluzione sia in grado di restituire stabilità a questo mercato. Purché, ovviamente, le fusioni non si traducano in una diminuzione delle rotte o in situazioni di monopolio, a danno delle nostre aziende clienti».
E veniamo ai risultati di Carlson Wagonlit Travel sul mercato italiano. Tra i paesi europei come si colloca l’Italia in termini di volumi e performance finanziarie? «Per CWT l’Italia occupa in Europa il quarto posto in termini di volumi dopo la Francia, l’Inghilterra e la Germania,mentre si colloca al secondo posto dopo la Spagna nel segmento meetings & events – spiega Anderson -. Negli ultimi anni abbiamo registrato una crescita molto sostenuta nella penisola».
Quali sono dunque le prospettive per il 2009? «Purtroppo anche in Italia, come del resto a livello globale, prevediamo che il mercato non cresca, ma che subisca un declino a causa della crisi economica in atto. Siamo però in grado di affrontare positivamente questa fase grazie alla nostra elevata efficienza operativa e alla capacità di affiancare i clienti nello sviluppo di programmi di contenimento della spesa di travel. Puntiamo, inoltre, all’acquisizione di nuovi clienti, soprattutto nel segmento delle piccole e medie imprese, e sul potenziamento del comparto congressuale. Complessivamente, quindi, prevediamo per CWT Italia ancora un trend di crescita, seppure moderata».
Quanto ha influito sulle performance di CWT nel 2008 la crisi di Alitalia? La travel management company ha già predisposto un piano d’emergenza per affrontare un eventuale mancato incasso dei crediti avanzati nei confronti del vettore? «Sul destino delle commissioni che Alitalia ci deve non abbiamo ancora indicazioni precise, attendiamo ancora le decisioni del commissario straordinario – sottolinea Anderson -. Inoltre, è ancora troppo presto per impostare rapporti commerciali con la new co. Non ci resta che attendere i futuri sviluppi».
Per concludere, come si caratterizzerà nel 2009 l’offerta di CWT nei confronti delle aziende? «Continueremo a soddisfare la crescente esigenza di saving delle imprese – dichiara Anderson -. Ad esempio, incentiveremo il ricorso alle tariffe scontate, che secondo una recente indagine del CWT Travel Management Institute consentono risparmi di oltre il 50% sulle tariffe ufficiali. La riduzione del costo medio della trasferta è la nostra value proposition».
Testo di Francesca Tommasi, Mission n. 1, gennaio-febbraio 2009