2,37 miliardi di dollari. Era questo, a detta di Frost & Sullivan, il valore del mercato della sicurezza aeroportuale nel 2005. Una cifra che nelle stime della società di consulenza è destinata a raggiungere entro il 2010, con l’apertura di nuovi scali, quota 10,35 miliardi: lo studio, infatti, rileva la presenza in Europa di più di 491 aeroporti, a cui nei prossimi anni se ne aggiungeranno 5-6 già in costruzione e 20 in fase di progettazione. Aerostazioni che dovranno essere dotate di avanzati sistemi per far fronte alle minacce terroristiche, sulla scia di quanto decretato già nel 2005 da una legge dell’Unione Europea per migliorare i livelli di sicurezza nell’aviazione civile. Un vero e proprio boom, in particolare, riguarderà i sistemi di riconoscimento biometrici, che consentono l’identificazione di una persona sulla base di caratteristiche fisiche peculiari e non imitabili (ad esempio le impronte digitali o l’iride). Lo studio, infatti, sottolinea l’intenzione dell’Ue di mettere a punto entro il 2008 misure simili a quelle adottate dallo statunitense Registered Traveller Program: avviato nel 2005, il programma sottopone alcuni passeggeri volontari a uno screening approfondito, che prevede la raccolta dei dati anagrafici (indirizzo attuale e precedente, numero di telefono, cittadinanza), ma soprattutto la rilevazione di dati biometrici, quali le impronte digitali e la mappatura dell’iride. A controllo ultimato i passeggeri ottengono uno speciale passaporto dotato di informazioni biometriche che consente di usufruire di una corsia preferenziale per i controlli di sicurezza.
Programma 10 Fingerprints
Sempre negli Usa, in gennaio è diventato operativo il contestato programma “10 Fingerprints”: ogni passeggero straniero in arrivo negli Usa è tenuto a rilasciare l’impronta delle dieci dita e non più, come accadeva in precedenza, soltanto quella degli indici. Questo dato biometrico verrà archiviato per 76 anni nel colossale databank Ident, che contiene già oltre 90 milioni di impronte, e potrà essere liberamente consultato dall’Fbi, dal Pentagono, dalla Cia, dal Dipartimento di Giustizia e da quello di Stato. Una mappatura su larga scala, se pensiamo che nel solo aeroporto Jfk di New York vengono rilevate in un giorno le impronte di oltre 14mila passeggeri, provenienti per lo più da Italia, Germania, Francia, Giappone, Messico e Regno Unito. Le impronte vengono scannerizzate attraverso sistemi ipertecnologici attualmente in uso nelloscalo di Washington Dulles, nel già citato Jfk di New York, ma anche in quello di Boston, Chicago, Detroit, Atlanta, Miami, Orlando e San Francisco. L’obiettivo è estendere il provvedimento nel corso di quest’anno a tutti gli scali americani, ma anche ai porti marittimi e alle stazioni di frontiera. «Dal 2004 – ha dichiarato Robert Mocny, direttore di Us-Visit – la biometria ha rivoluzionato la nostra capacità di prevenire l’ingresso di individui pericolosi negli Stati Uniti».
«Per oltre quattro anni gli ufficiali del Dos, Us Department of State, e del Cbp, Us Customs and Border Protection, hanno raccolto informazioni biometriche (impronte digitali e foto) da tutti i cittadini non statunitensi di età compresa tra 14 e 79 anni, al momento della richiesta del visto o all’arrivo negli Usa – ha aggiunto Paul Morris, executive director dell’Admissibility and Passenger Programs, Office of Field Operations, CBP -. Il nuovo provvedimento consentirà semplicemente ai nostri ufficiali di farsi un’idea più accurata di chi hanno di fronte. Per i visitatori legittimi, il processo diventa più semplice e le loro identità sono maggiormente protette da furto. Per quelli “a rischio”, invece, aumenta la possibilità di riconoscimento».
Come già in passato per altri provvedimenti (ricordiamo, ad esempio, le contestazioni suscitate nel 2006 dall’obbligo imposto dal governo Usa ai vettori di comunicare il Pnr dei passeggeri), la nuova legge non ha mancato di suscitare polemiche: in molti, infatti, vi intravedono l’ennesima violazione alla legge sulla privacy.
Provvedimenti anche in Europa
E in Europa? La novità più recente riguarda l’introduzione a partire dallo scorso marzo dei cosiddetti “sceriffi dell’aria” a bordo degli aerei, in maniera simile a quanto già avviene da tempo in Israele. Il provvedimento, che entrerà in vigore entro il 2010, è stato approvato dall’Unione Europea nell’ambito di un regolamento quadro volto a stabilire norme di sicurezza comuni a tutti i 27 stati membri: oltre alla presenza di guardie armate in cabina, infatti, la normativa sancisce le procedure per il controllo dei bagagli, del catering e dei passeggeri, che in futuro potrebbero essere radiografati dai “body scanner” americani, più efficienti dei tradizionali metal detector. I costi delle guardie armate saranno sostenuti dagli scali, dalle aviolinee, dagli stessi passeggeri e dagli stati membri.
Liquidi a bordo
Il provvedimento che ha gettato maggiore scompiglio nel mondo dei viaggiatori, però, è stato quello relativo al trasporto di sostanze liquide nel bagaglio a mano, introdotto nel novembre 2006. Facendo un giro nei forum della rete non si contano i dubbi e gli aneddoti, dalla manager che deve partire per lavoro e non sa se può mettere il rossetto in valigia, al giovane di ritorno da una vacanza in Grecia che racconta seccato di essersi visto sequestrare una confezione di yogurt. Allora, cerchiamo di fare un po’ di ordine, ricapitolando una volta per tutte i punti essenziali di questa normativa sulla base degli aggiornamenti divulgati lo scorso dicembre dall’Enac, Ente Nazionale per l’Aviazione Civile: per proteggere i passeggeri da possibili attentati terroristici con esplosivi in forma liquida, l’Ue ha imposto un limite alla quantità di sostanze liquide che è possibile tenere nel bagaglio a mano. In pratica, esse devono essere contenute inrecipienti della capienza massima di 100 ml (o 100 grammi), per un massimo di 10 recipienti (1 litro complessivo di liquidi). Questi contenitori non possono essere liberamente infilati nel bagaglio a mano, ma devono essere imbustati in un sacchetto di plastica trasparente e richiudibile di capacità non superiore a 1 litro (misure: cm 18 x 20), pronto da esibire al personale addetto alla sicurezza. Si sottraggono a questa procedura soltanto le medicine, i liquidi prescritti a fini dietetici (ad esempio gli alimenti per bambini) e quelli acquistati a bordo o nei duty free, che vengono consegnati agli acquirenti in appositi sacchetti sigillati (da non aprire fino all’arrivo per non rischiare il sequestro per motivi di sicurezza).
Com’era prevedibile, sui prodotti da imbustare si è scatenata un’autentica bagarre: se infatti è facile capire cosa fare di bottigliette d’acqua o flaconi di dopobarba, meno intuibile è la sorte di lucidalabbra, deodoranti in stick, dentifrici, formaggi o creme spalmabili (vedi elenco nel sotto).
Prodotti per viaggiatori
E intanto, le aziende di profumeria hanno cominciato a lanciare prodotti a misura di bagaglio a mano. È il caso, ad esempio, di Paper Shampoo, Laundry Paper e Wild Rose, confezioni di sapone, shampoo e detersivo sotto forma di foglietti solubili, compatti e biodegradabili, in vendita a 6 euro sul sito www.cittadelsole.it (la consegna è garantita in 7 giorni lavorativi).
Interamente dedicata ai viaggiatori, poi, è la linea di prodotti Beauty on Board di 50ml (www.50ml.it), che include un kit per uomo con shampoo, gel doccia, dopobarba e crema per le mani e uno per donna con shampoo-doccia, balsamo, crema per il corpo e per le mani: il tutto in confezioni trasparenti che rispettano scrupolosamente i parametri per l’imbarco.
I più “trendy” potranno acquistare la pochette per viaggiatori frequenti di Kiehl’s, una nota casa cosmetica americana: all’interno lozione per il corpo, contorno occhi, shampoo, gel doccia e crema idratante, tutti in formato compatibile con le normative Ue. I prezzi? A partire da 76 euro (info: Boutique Kiehl’s, corso di Porta Ticinese 40, Milano – www.kiehls.com ).
C’è anche il kit per chi porta le lenti a contatto: ci ha pensato Bausch & Lomb, che ha realizzato un Flight Pack con soluzione per le lenti in due flaconcini da 60ml.
In alternativa, è possibile acquistare sul sito www.lush.it le pasticche di shampoo e balsamo solido Godiva, al profumo di gelsomino: si strofinano direttamente sui capelli bagnati, come una saponetta, e producono una schiuma densa (prezzo: 7,95 euro).
Più ampia è l’offerta in fatto di dentifrici: nei supermercati si trovano kit da viaggio composti da spazzolino e tubetto che non supera i “famigerati” 10 ml, più che sufficiente per una decina di lavaggi. Miniconfezioni di questo tipo, tra l’altro, sono spesso incluse nei kit di viaggio offerti dalle compagnie aeree.
Non devono superare i 100 ml:
– Acqua e altre bevande, minestre, sciroppi
– Creme, lozioni e oli
– Profumi
– Spray
– Gel, inclusi quelli per capelli e per la doccia
– Contenuto di recipienti sotto pressione, incluse schiume da barba e deodoranti
– Sostanze in pasta, incluso il dentifricio
– Miscele di liquidi e solidi
– Crema di cioccolata
– Burro di arachidi
– Mascara liquido
– Lucidalabbra liquido
– Yogurt, formaggio fresco
– Formaggio squagliato (ad esempio il camembert)
– Deodoranti, aerosol, roll on
–
Esempi di oggetti non assimilabili ai liquidi:
– Sandwich preparati con crema di cioccolato
– Sandwich preparati con burro di arachidi
– Cipria, fard
– Rossetto solido
– Formaggi in forma solida (es. Edam, parmigiano)
– Talco in polvere
Fonte: Enac
Testo di Valentina Rosselli – Mission N. 4, maggio 2008