Un sondaggio effettuato negli Usa dalla startup americana Rocketrip, attiva nel business travel e nell’incentivazione dei dipendenti, ha mostrato alcuni dati tendenziali relativi all’andamento delle tariffe nei vari settori che compongono l’industria dei viaggi d’affari alla luce dei cambiamenti in atto.
I primi dati riguardano i prezzi dei biglietti aerei, la cui media è stabile anche se ci sono segnali di aumento. La stabilità è stata data dai bassi prezzi dei carburanti e la lenta crescita economica in Europa e in Asia, mentre gli aumenti saranno dovuti alle fusioni tra compagnie, che hanno portato a una minore pressione competitiva su molte rotte.
Prezzi più alti per i business traveller nei trasporti e negli alberghi
Per i business traveller, in particolare, ci saranno prezzi un po’ più alti soprattutto perché negli Usa i vettori hanno imparato a “calibrare” i prezzi dei biglietti in periodi in cui la domanda delle aziende è particolarmente alta.
Anche le tariffe alberghiere sono previste in aumento nel 2017 (il riferimento è sempre agli Stati Uniti), dopo che il 2015 è stato un anno record per il tasso di occupazione delle camere. Nonostante alcuni segnali che potrebbero far pensare che per quest’ultima voce si è raggiunto il picco massimo, sembra che il 2016 sia cresciuto ancora rispetto all’anno precedente. E la costruzione di nuovi hotel è in ritardo rispetto alla domanda, soprattutto in città come San Francisco.
E questo si traduce in un minor potere di negoziazione per le aziende, anche grazie al fatto che in alcune città Marriott-Starwood controlla un terzo – e in alcuni casi la metà – delle camere disponibili per i business traveller.
La scoperta della share economy
Il fatto che Airbnb sia entrato nel settore del business travel (leggi l’articolo in proposito) cambierà le cose e vedrà un aumento del segmento degli appartamenti come alternativa agli alberghi. Nell’ultimo semestre del 2016, poi, l’azienda ha siglato partnership con diverse Tmc sparse negli Usa.
I dati raccolti da Rocketrip mostrano che lo scorso anno gli uomini d’affari che hanno pernottato fuori casa negli Usa hanno risparmiato una media di 100 dollari a notte dormendo negli appartamenti del circuito Airbnb. Ed è probabile che accada lo stesso nel 2017, nonostante alcune restrizioni legali che l’azienda sta avendo a New York.
Un altro fattore suggerisce che la spesa dovrebbe aumentare: nel 2016 molte compagnie aeree e catene alberghiere hanno cambiato i propri programmi di fidelizzazione, legando il guadagno punti non più sul numero di viaggi o di pernottamenti quanto in proporzione alla cifra spesa. Questo sistema disincentiva a scegliere opzioni più economiche, proprio per lo schema mentale di guadagnare più miglia o punti.