Ricordo che quando iniziai a scrivere di trasporto aereo, ormai anni fa, il business di Alitalia già scricchiolava. E, tanti articoli e capelli bianchi dopo, non sembra esser cambiato molto. Anche perché, malgrado la compagnia sia al 100% un soggetto privato, lo Stato viene comunque continuamente coinvolto nei suoi ennesimi salvataggi. Manco fosse lo Stanislao Moulinsky, acerrimo nemico di Nick Carter, nel suo ennesimo travestimento (e questa citazione vi fa capire la mia età ormai avanzata…).
I vertici di Alitalia incontrano il Governo
I vertici del vettore di estrazione Etihad, ovvero l’amministratore delegato Cramer Ball e il presidente del vettore emiratino e vicepresidente della compagnia James Hogan, infatti incontrano oggi al ministero dello Sviluppo economico di Roma il Ministro dei Trasporti Graziano Delrio e quello dell’Economia Pier Carlo Padoan. E già fa notizia che non ci sarà Luca Cordero di Montezemolo, dai più visto come l’abile tessitore che ha portato due mesi di ossigeno al vettore grazie ai suoi incontri con gli azionisti creditori bancari.
In discussione principalmente l’ennesima sforbiciata di dipendenti, si parla di 1.600, per i quali si chiederà l’ennesimo, anche qui, paracadute pubblico.
Un incontro quello di oggi, a cui mercoledì seguirà quello con i sindacati, che ha causato un po’ di “irritazione” nel Governo, tirato in ballo quando la situazione è ormai sembrata disperata. Una situazione in cui le due anime del vettore, ovvero i soci italiani ed Etihad, con i suoi uomini a occupare i vertici del vettore, sembrano in continuo scontro. Tanto che si dice che i rumors di uscita da parte dell’ad Ball siano usciti appositamente proprio dalla parte italiana. Da dove esce un nome sempreverde in tutti i recenti piani di salvataggio di aziende italiane, a partire da Mps, ovvero quel Corrado Passera ministro dell’economia del Governo Monti e gran conoscitore della situazione Alitalia, visto che se ne occupò anche da consigliere delegato di Intesa.
Il nuovo piano industriale
Ma, a prescindere dagli uomini, ad Alitalia serve un ennesimo cambio di passo, che vada sì a “ritoccare” i costi ma che proponga anche prospettive di sviluppo. Che, inevitabilmente, si dovranno concentrare sul lungo raggio. Anche se non tutto il lungo raggio è oro per il vettore, visto che verranno tagliate delle frequenze da Malpensa sul Rio e Seul, dove è forte la concorrenza di Korean Air ma anche di Asiana da Roma, scalo varesotto che perderà anche il collegamento su Roma (leggi qui). Il nuovo piano infatti si focalizzerebbe sul Nord America, dove Alitalia vuole una integrazione più forte nella joint venture transatlantica con Delta, permettendogli di aprire nuove tratte sugli States, con San Francisco in primis.
Ma naturalmente il grosso nodo è il breve-medio raggio, che dovrà adottare un nuovo modello di business. Se non far nascere una nuova compagnia con costi più bassi e un’offerta low cost che può, con ancillary, diventare sempre più “business”. verranno così messi a terra diversi A320 e gli Embraer 190 e chiuse rotte non redditizie come la Malpensa- Fiumicino. ma anche ridotte diverse frequenze, tra cui quelle sulla rotta per Tel Aviv, da cui però si volerà probabilmente su Atene. Insomma un rimescolamento di tratte che vorrebbero vedere sempre più presenza su Milano Linate, con un ulteriore liberalizzazione che le consentirebbe di volare anche su scali extra-Ue come Mosca e San Pietroburgo ritenuti redditizi.
il tutto in un documento di 150 pagine che Ball discuterà con Governo e azionisti per dare un futuro un vettore. E per assicurarsi un futuro anche per lui alla guida del vettore italiano.