La compagnia aerea Norwegian, che dal 2013 ha inaugurato voli lungo raggio low cost tra i due lati dell’Atlantico e che si è appena confermare dalla Dot Statunitense i diritti di volo per volare tra le due sponde dell’Atlantico, ha reso noto di voler già crescere secondo un programma ambizioso che vedrà i collegamenti settimanali dallo scalo di Londra Gatwick passare da 22 a 34.
In particolare, i servizi per New York dal 10 agosto raddoppieranno passando da 1 a 2 mentre quelli per Los Angeles dal mese di aprile toccheranno una cadenza giornaliera. Crescita anche verso l’aeroporto di Oakland, nella baia di San Francisco: in questo caso i collegamenti saliranno a 5 alla settimana. Rimarranno invece invariate le cadenze per la Florida e gli aeroporti di Orlando (3 volte alla settimana) e Fort Lauderdale (2 volte la settimana).
“In previsione dell’aumento dei voli da Gatwick, amplieremo la nostra flotta introducendo 9 nuovi Boeing 787” ha detto Thomas Ramdahl, chief commercial officer di Norwegian.
Ma la strategia di crescita della compagnia aerea nrovegese non si limitano a Londra Gatwick, visto che nel 2017 sono in programma circa 150 assunzioni oltreoceano (e altre 350 entro fine del prossimo anno), comprendenti piloti e personale di terra e di bordo. A partire dal 28 marzo, il vettore inizierà collegamenti da Copenaghen a Oakland e proseguirà con operazioni da Barcellona per Los Angeles, New York Newark, Fort Lauderdale e Oakland. Dal 31 luglio, opererà invece il Parigi-Orlando, con tariffe a partire da 179 euro a tratta.
Norwegian potrebbe essere la prima compagnia a utilizzare i nuovissimi Boeing 737 MAX, alcuni dei quali potrebbero essere destinati anche sul lungo raggio.
Secondo una simulazione di Deplacements pro, il sito francese nostro corrispettivo che si occupa di Business Travel, i voli Norwegian non sono, però, così low cost come sbandierato. Nei suoi tentativi di prenotazione, per voli operati per questo dicembre, i prezzi sono mediamente più alti rispetto all’offerta delle major tradizionali. (leggi qui l’articolo, in francese, che tratta di questo argomento).