“Airbnb cresce in un mondo, quello del travel, disrupted” commenta Levy “seguendo un semplice assioma, Belong Anywhere”. Che punta tutto sulle esperienze e sul fatto che chiunque, anche i dipendenti della stessa Airbnb, “possono essere host”. Ovvero diventare un vero imprenditore. Questo è il “perché” di Airbnb, insieme al fatto che porta value a chi entra inq eusta community. Perché Airbnb “è” una community, in quanto conta moltissimo, così come la comunicazione tra gli stessi host e tra gli host e gli ospiti. Senza dimenticare i dipendenti, ingranaggi essenziali, da quanto dice Levy, di quella macchina perfetta (?) che è Airbnb.
L’intervento di Levy segue quello del country manager dell’azienda californiana nel Day One, Matteo Stifanelli, che ha messo l’accento su come la società di cui fa parte può fare per far ritornare il viaggio magico, come un tempo, ma semplice come il web e le informazioni possono fare oggi. Il tutto però attraverso le persone, “che sono quelle che rendono il viaggio magico”, come sottolinea Stifanelli, che, grazie alla piattaforma di Airbnb, ora possono “condividere le propeie passioni con la novità Experiences”, appena lanciata al loro recente meeting di Los Angeles. Dodici le città scelte per questo lancio, tra cui c’è proprio Firenze per l’Italia, “a cui aggiungeremo altre 51 città il prossimo anno”, spiega Stifanelli, sottolineando appunto che il viaggio “moderno” si basa sulle persone, le loro passioni e i luoghi.
E Stifanelli svela che ci sono già degli alberghi su Airbnb, dei boutique hotel “e non nego che ce ne potranno essere di più, perché l’importante è l’esperienza. Tenendo ben distinto il fatto che ci sono coloro che lo fanno in modo professionale, magari gestendo centinaia di appartamenti, e altri che lo fanno in modo privato”. “Tanto alla fine verranno tutti misurati secondo l’esperienza. E, anche per questo, siamo la risposta al turismo di massa” chiosa Stifanelli.