I rischi di viaggio sono da molti identificati soprattutto con il terrorismo. Ma, e lo è stato ricordato anche nella recente tappa dell’Acte a Milano, i rischi più frequenti per chi viaggia sono principalmente quelli di incidenti, della piccola criminalità, dei problemi sanitari, e, lato trasporti, da una serie di cause che colpiscono la regolarità dell’itinerario, come eventi atmosferici sfavorevoli, scioperi del personale, scioperi dei trasporti verso gli aeroporti, limiti degli orari degli equipaggi, calamità naturali, anomalie locali quali la presenza di animali sulle piste, guasti tecnici ai velivoli, problemi dei sistemi operativi di aeroporti o vettori, virus o attacchi informatici.
Proprio per queste cause, che costano alle compagnie aeree circa l’8% dei ricavi complessivi, pari a 60 miliardi all’anno, il gds europeo Amadeus, ha commissionato a T2RL, società indipendente specializzata in ricerche di mercato in ambito IT, la ricerca Airline Disruption Management che rileva, come in Rete, anche che nell’ecosistema dei viaggi le interruzioni si espandono in modo virale: l’effetto domino causato dal mancato arrivo in orario di aerei ed equipaggi comporta ulteriori cancellazioni e ritardi nelle reti ottimizzate delle compagnie, amplificando un problema iniziale relativamente modesto.
Il report rileva inoltre come le regolamentazioni del settore, come la Tarmac Delay Rule negli Stati Uniti e i rimborsi obbligatori per i ritardi nell’UE, stiano incentivando le compagnie a sviluppare procedure standard per gestire le situazioni di cancellazione e spostamento dei voli.
L’analisi è stata condotta sulla base di interviste ad esperti di diverse organizzazioni del settore viaggi, tra cui American Express GBT, ANA, aeroporto di Gatwick, IATA, Southwest Airlines, Star Alliance, Swiss International Airlines e Yas Viceroy Hotel.
Perciò tutte le azienda della filiera, e i vettori in modo particolare, stanno investendo in tecnologia, per meglio gestire cancellazioni, riprotezioni e ritardi. Filiera che deve collaborare maggiormente, così come le stesse compagnie, seppure in concorrenza, devono collaborare nei momenti di difficoltà.
“La gestione delle interruzioni è una delle sfide operative più importanti che le compagnie nostre clienti devono affrontare. Qualunque passo avanti compiuto per risolvere questo problema che pesa per $60 miliardi all’anno porterà un ritorno considerevole sull’investimento, per non parlare della possibilità di risolvere la frustrazione che costantemente emerge dai sondaggi di soddisfazione dei passeggeri. Ovviamente i tecnici e gli ingegneri di Amadeus sono al lavoro per risolvere il prima possibile la sfida della gestione delle interruzioni” ha detto Julia Sattel, Global Head of Airline IT Amadeus, a cui Francesca Benati, Amministratore Delegato di Amadeus Italia ha aggiunto: “La ricerca vuole mettere a fuoco prospettive e tendenze. Professionisti di ogni ramo della travel industry hanno contribuito a evidenziare quella che è diventata una priorità. Le azioni da mettere in pratica sono tante, dall’automazione dei processi, alla condivisione di dati, ai comportamenti proattivi verso i passeggeri. È in atto un profondo cambiamento di approccio da parte delle compagnie aeree e di tutti gli attori: è evidente ora una forte volontà a trovare delle modalità per collaborare con gli altri, siano essi anche concorrenti o terze parti, al fine di gestire queste tematiche e ridurre il costo annuo di questo problema. Gli investimenti nella IT Technology da parte dei protagonisti, Amadeus in primis, continuano ad essere considerevoli, è un segnale dell’attenzione verso le revenue e al contempo al customer care ed è indicatore di quanto i progressi siano imminenti. Il settore sta andando nella giusta direzione, graduali cambiamenti porteranno a una collaborazione maggiore, più integrata, e parallelamente a un approccio più traveller friendly”.