Parigi, malgrado il terrore degli attentati in Francia, rimane anche nel 2016 la principale destinazione dei viaggiatori d’affari, con il 12,2% del totale dei viaggi effettuati in Europa, in leggero calo rispetto all’anno prima, che si attestava al 12,8% del totale, secondo la Uvet Business Travel Survey, presentato durante la 14esima edizione del BizTravel Forum 2016, chiusosi ieri.
Attentati che hanno inciso anche sui viaggi d’affari su Bruxelles, città che passa da un 4,7% del 2015 al 4% del 2016. Londra, invece, continua a mantenere la seconda posizione tra le destinazioni business non scontando ancora la Brexit, passando però dall’8,9% all’8,4%.
“Lo scenario internazionale caratterizzato da tensioni e incertezze, con il rischio di attentati terroristici, condiziona gli spostamenti dei viaggiatori . In particolare, c’è un effetto di sicurezza percepita, a cui fa seguito un effetto sostituzione: mete più vicine, o ritenute più sicure, anche se poco conosciute, possono essere preferite ad altre. Tali fattori incidono sulla scelta delle destinazioni, sul mezzo di trasporto utilizzato per gli spostamenti e anche sulla tipologia di vacanza. L’industria turistica e il settore del trasporto hanno pertanto un alto grado di vulnerabilità al contesto internazionale ed è quindi fondamentale, per gli attori del settore, conoscere i principali fattori di rischio dello scenario internazionale” afferma precisa Luca Patanè, presidente Gruppo Uvet.
Francia e Germania rimangono le direttrici di traffico business più trafficate dall’Italia, anche se negli ultimi 12 mesi la prima ha visto diminuire la propria quota da 21,5 a 19,3%, con la seconda a crescere dell’1%, passando da 16,7 a 17,9%. In calo anche paesi come il Regno Unito, la Spagna e il Belgio.
In Italia Milano resta la principale destinazione dei viaggiatori d’affari con una quota del 34% e un trend ancora in crescita, così come per Roma, che negli ultimi 12 mesi è passata dal 29 a 30,4% del totale, entrambe erodendo quote alle altre destinazioni.
Per il lungo raggio New York si conferma il gate d’entrata principale per i viaggiatori d’affari che si dirigono negli Stati Uniti, tallonato da Dubai, Hub per l’ Oriente che registra un incremento della propria quota dell’1%.
La Uvet Business Travel Survey è basata su un campione di 700 aziende clienti della Tmc, con spese di viaggio comprese tra i 20 mila e i 15 milioni di euro annui, e prende in esame anche l’andamento dei prezzi medi dei pernottamenti in hotel nelle principali mete dei viaggi d’affari. Nonostante abbia avuto una riduzione del costo medio per room night di circa 38 euro (da 202 dello stesso periodo del 2015 a 164), la città in cui è più caro pernottare in Italia è Venezia. Al secondo posto troviamo Milano che fa registrare un decremento di circa 7 euro per notte (da 151 a 144) e successivamente Firenze che cresce da 134 a 139 euro, mentre in Europa è Londra, con un prezzo medio di 258 euro a notte, prezzo in calo rispetto ai 272 euro dello scorso anno, seguita da Parigi (209 euro di media contro i 213 del 2015).
Nei primi 9 mesi del 2016 il costo medio per room night nelle principali destinazioni europee fa registrare un incremento per le città di Amsterdam (da 178 a 180 euro) e Francoforte (da 146 a 158 euro) mentre si rileva una diminuzione del prezzo su tutte le altre destinazioni. La città più economica rimane Madrid con 127 euro.
Segno meno anche sul lungo raggio, con New York che, pur rimanendo la città più cara al mondo con 311 euro a notte, cala rispetto ai precedenti 331 euro. Segue Dubai che può arrivare a costare per notte ben 218 euro (rispetto ai 225 dell’anno scorso) e Hong Kong il cui costo diminuisce da 232 a 205 euro.