Tra i, pochi, punti chiari della politica di Trump, il neo presidente degli Stati Uniti, c’era la difesa delle frontiere. E lo “scontro” con le altre potenze, soprattutto con l’Europa. Tanto che nei corridoi dei Consolati e delle Ambasciate a stelle e strisce in tutto il mondo, e di alcuni paesi europei in particolare, si pensa che possano tornare i visti in entrata negli Stati Uniti, indebolendo così l’Esta (crolleranno gli Usa nella classifica Henley & partners sulle restrizioni dei visti nei paesi di tutto il mondo?) dei paesi e rendendo più difficile anche i viaggi d’affari. Ma sarà veramente così? Perché dopo le parole di fuoco durante la campagna elettorale, il primo discorso di ringraziamento per la vittoria dall’Hotel Hilton di New York è stato accomodante verso la sconfitta Hillary Clinton (218 grandi elettorali contro i 279 di Trump) e, ovviamente, verso gli americani, e questo “grande paese che è gli Stati Uniti”.
Mentre i fan di Trump festeggiano, le Borse di tutto il mondo crollano, così come il dollaro che si indebolisce su quasi tutte le valute a parte il peso del Messico, paese più volte nel mirino del tycoon americano. Dopo la Brexit, un’altra sorpresa; Donald Trump diventa il 45esimo paese degli Stati Uniti.
God Bless America! (E anche l’Europa, la Cina, etc…ne avremo bisogno).