Un nuovo indirizzo “fashion&design” ha aperto nel panorama dell’hôtellerie milanese, proprio nella zona vicino alla Stazione Centrale, insieme al centro, dove vengono proposti i nuovi brand del lusso alberghiero mondiali, come lo è anche Il Me di casa Meliá.
Non si è ancora spento infatti l’eco della grande festa di inaugurazione del “nuovo” Gallia di Piazza Duca D’Aosta che, a poche centinaia di metri, in Piazza della Repubblica, si sono appena accese le luci sulME Milan il Duca, il nuovo gioiello della catena spagnola, un tempo Hotel Duca di Milano e ora reinventato da un team internazionale di professionisti composto dallo studio milaneseArassociati, dall’architetto spagnolo Alvaro Sans e dallo studio Nicola Gallizia.
E’ dove abbiamo incontrato Palmiro Noschese, managing director Italia della catena spagnola, nonché supervisor del Gran Melia Villa Agrippina di Roma, che ci ha sottolineato l’ottimo mix di clientela che frequenta le strutture italiane del gruppo: “Per noi i business traveller sono molto importanti, soprattutto per alcune città come Milano. Sia per la loro capacità di spesa, sia perché spesso sono complementari con il leisure; ovvero frequentano i nostri alberghi in periodi o in giorni generalmente diversi. Per noi ad esempio arrivano a contare il 18% delle presenze totali” spiega Noschese. Milano che ora può contare anche sulle 132 tra camere e suite del Me: “che viene già visto dai milanesi come una grande e interessante novità nel panorama sempre più ricco degli alberghi milanesi. Noi proponiamo una location perfetta, vicino al centro ma anche alla Stazione Centrale e al nuovo quartiere ex-varesine, con un servizio aperto alla città, con la nostra terrazza Radio e il ristorante STK dello chef americano Barry Vera, perché teniamo molto alla parte ristorazione, e grandi servizi alberghieri, tra cui le 32 camere ChicSuite e le due super suite; la Personality e la ME”.
“Su Roma ad esempio siamo presi d’assalto dai turisti da aprile a ottobre, soprattutto statunitensi, mentre le strutture milanesi sono frequentate da inglese e tedeschi e, naturalmente per tutti gli hotel della catena, dagli spagnoli, che per noi è un mercato in grande crescita”, commenta Noschese. Tanti stranieri quindi, grazie al brand internazionale conosciuti in tutto il mondo, anche se Noschese ci tine a sottolineare l’importanza degli italiani, che “non dobbiamo dimenticare, visto che pesano per noi il 26% delle presenze”.