Reputation Institute: Bmw è ancora seconda. Malgrado il dieselgate

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Interessante tavola rotonda al Boscolo Hotel di Milan ieri sera sulla “Reputazione d’impresa: semplice percezione o driver strategico per la crescita del business?”, in cui si è parlato anche del dieslegate.
L’evento, organizzato dal Reputation Institute, ha visto partecipare Sergio Solero, Ceo di Bmw Italia, Federico Ciccone, chief marketing e customer experience officer di Fastweb, Maurizio De Cicco, Ceo di Roche, Luca Virginio, chief communication ed external relations officer di Barilla Group e Pierdonato Vercellone, director of communication di Sisal Group.

Solero di Bmw che conferma il secondo posto in questa speciale classifica che valuta la reputazione delle top 50 aziende che operano in Italia, alle spalle di Ferrero e davanti a due costruttori di pneumatici, Pirelli e Michelin. Da sottolineare anche il decimo posto della Brembo. La filiale italiana della Casa di Monaco da quattro anni consecutivi è sul podio, avendo collezionato un terzo posto, un primo e due secondi posti. Malgrado, appunto, il dieselgate che ha intaccato, anche se non in maniera importante, tutto il settore. Uno scandalo che, inoltre, proviene dalla Germania.

“Questo riconoscimento ci fa particolarmente piacere in un contesto sempre più competitivo e che, nel corso degli ultimi mesi, ha visto il mondo dell’automotive spesso sotto la lente di ingrandimento. Mi piace sottolineare due aspetti. In primo luogo che i nostri brand sono forti e radicati nella mente delle persone e si identificano con valori positivi e autentici. In secondo luogo, che la strategia che abbiamo sviluppato e consolidato in Italia sia giusta, non solo in termini di risultati di mercato, ma anche di rapporto con la società. Sono molto orgoglioso del fatto che la cultura di responsabilità sociale d’impresa, grazie al progetto SpecialMente, sia diventata parte del DNA dell’azienda, dei nostri collaboratori e dei concessionari” ha sottolineato il manager Bmw.

Lo studio del Reputation Institute ha osservato cinque mercato globali, Stati Uniti, Germania, Regno Unito, Italia, Francia e Spagna, nel periodo pre e post crisi, registrando l’impatto reputazionale e le sue ricadute sul business. Naturalmente il  punteggio reputazionale di Volkswagen è crollato dal 76,9 (su una scala da 0 a 100) di gennaio 2015 a poco più di 57,4 un anno dopo, comunque in risalita rispetto a ottobre (53%). Andamento VK

La reputazione Volkswagen presso il grande pubblico è deteriorata in modo importante andando a impattare la bottomline previsionale – Ebitda e utili – indebolita da maggiori costi operativi e dal peso delle sanzioni, e non la topline, ovvero i ricavi, sostenuti dalle politiche commerciali. L’analisi dimostra come VW sia passata da azienda “premium” per gli analisti, a un posizionamento da “global product”, impattando sulla capitalizzazione di mercato.

 

LA TOP TEN DELLE AZIENDE IN ITALIA SECONDO IL REPUTATION INSTITUTE

1. Ferrero

2. BMW

3. Pirelli

4. Michelin

5. Ikea

6. Giorgio Armani Group

7. Barilla

8. Luxottica

9. Delonghi

10. Brembo

 

 

 

 

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