È una fotografia del mondo dei viaggi d’affari articolata quella tracciata dal recente Travel Management Study promosso da AirPlus in 20 Paesi, tra cui l’Italia. Nonostante il perdurare della crisi economica che condiziona i risultati delle imprese, queste ultime hanno compreso che i viaggi d’affari rappresentano un investimento essenziale per crescere in un mondo dove non solo i clienti spesso si trovano in altri continenti, ma dove è anche necessario sviluppare relazioni personali. Ma se le imprese hanno intenzione di viaggiare più che mai, come riconcilieranno questa esigenza con budget sempre più stringati? Secondo lo studio appare evidente la necessità di tenere saldamente sotto controllo le spese di viaggio attraverso maggiori controlli, anche in vista di un temuto aumento dei costi delle trasferte stesse e a una riduzione del poter negoziale.
In media infatti, i travel manager a livello globale ritengono che il loro potere negoziale, soprattutto nei confronti dei vettori aerei, si stia esaurendo e che la scontistica fino ad oggi negoziata sia destinata a contrarsi. Fanno eccezione i travel manager italiani, ancora convinti di avere margini di negoziazione significativi con i fornitori di servizi per ottenere condizioni più favorevoli.
Ma è sul fronte delle travel policy che sembra catalizzarsi un consenso generale: quasi il 50% dei travel manager ritiene infatti che questa debba essere ancora più vincolante, e appare in continua crescita la percentuale di aziende che analizza nel dettaglio le proprie spese di viaggio. L’esigenza di rendere le travel policy più stringenti sembra tuttavia scontrarsi con la vasta penetrazione delle tecnologie mobili che rendono oggi il dipendente in viaggio molto più autonomo nella gestione della trasferta rispetto al passato.
Sembra quindi delinearsi un quadro in chiaroscuro, con diverse sfide che attendono negli anni a venire i travel manager. Lo studio può essere scaricato gratuitamente sul sitowww.airplus.com.