Del successo del bleisure come una tendenza tra molti dipendenti in tutto il mondo si è parlato a lungo. E molto se ne parlerà dopo la pubblicazione di un nuovo rapporto in materia focalizzato sui giovani collaboratori, soprattutto della Generazione Z. Ossia di chi oggi ha meno di 30 anni.
Questa “beata gioventù” è infatti in prima linea nel cambiare luogo e orario di lavoro, combinando le trasferte con il tempo libero. In una mossa che gli addetti ai lavori descrivono come un modo per promuovere il benessere e aumentare la fidelizzazione dei dipendenti.
I numeri. Le statistiche del gruppo turistico australiano Flight Centre Travel mostrano che i “viaggi bleisure” stanno diventando sempre più popolari. E non solo nel paese australe.
Oltre il 60% dei lavoratori neozelandesi intervistati (1.000 persone) afferma di voler prolungare i viaggi di lavoro per una vacanza personale.
La ricerca mostra la Generazione Z in prima linea, con il 74% che si dichiara interessato a combinare lavoro e tempo libero, rispetto al 46% dei Baby Boomer.
Successo del bleisure, l’equilibrio lavoro-vita privata
«L’equilibrio tra lavoro e vita privata è più importante che mai» ha detto Angie Forsyth, gm Nuova Zelanda di una Tmc australiana, commentando il successo del bleisure.
«Cresce la preferenza da parte dei collaboratori per il luogo in cui possono lavorare. Che si tratti di prolungare un viaggio di lavoro per assistere a un concerto, a una gara di Formula 1 o a una gara sportiva, i neozelandesi non si tirano indietro» ha affermato. E sicuramente anche italiani ed europei.
«Nel 2024, i viaggi di un giorno sono cresciuti al ritmo più lento» ha aggiunto. «Mentre i soggiorni di 6-7 giorni hanno registrato un aumento del 10% su base annua. Questo indica che la scelta è per soggiorni più lunghi dove ci si ritaglia tempo libero in mezzo a viaggi di lavoro».
Si prevede che la popolarità dei viaggi bleisure non farà che crescere. Le previsioni indicano che entro il 2035 questo segmento potrebbe generare un giro d’affari di 4,1 miliardi di dollari nei soli Stati Uniti.
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Lavoro e vacanza, le prospettive dei giovani
«Il cambiamento nelle abitudini lavorative non dovrebbe sorprendere. E dovrebbe essere sfruttato per ottenere il meglio dai propri dipendenti, secondo Paula O’Kane, professoressa associata di gestione delle risorse umane presso un’università neozelandese.
«Si adatta a qualsiasi politica di lavoro flessibile, simile al lavoro da casa o agli orari di lavoro diversi. Rappresenta una nuova prospettiva su ciò che le aziende fanno da anni. Da un punto di vista organizzativo, è necessario assicurarsi che le persone siano ritenute responsabili del lavoro che svolgono. E lavorare fuori dall’ufficio non fa eccezione».
Del resto, finché i collaboratori raggiungono i loro KPI (o indicatore chiave di prestazione) e il lavoro non risulta di qualità inferiore, il bleisure è un modo perfetto per ampliare i propri orizzonti. «Questo è ciò che le persone vogliono ora» aggiunge.
Successo del bleisure, il tema della sicurezza dei dipendenti
Parlando del successo del bleisure non va dimenticato il tema sicurezza. Secondo Paula O’Kane rappresenta una “zona grigia”, in quanto ci sono diversi fattori da considerare.
«Credo che questo aspetto non venga necessariamente preso in considerazione, soprattutto se si lavora a livello internazionale. In genere, si va in luoghi abbastanza sicuri. Ma bisogna comunque valutare se i dipendenti possono svolgere il proprio lavoro in modo efficace».
È inoltre necessario considerare le ferie «perché è comunque necessario avere del tempo libero. È fantastico poter lavorare dove si vuole. Ma se non si prendono le ferie, si può davvero staccare la spina?».
È importante pianificare incontri di controllo personalizzati per garantire che i dipendenti siano soddisfatti e coinvolti, nonché per discutere se sia possibile creare un business case per un viaggio bleisure.
«Alla fine, bisogna pur lavorare. Se si riesce a garantire che il lavoro venga svolto – e a un buon livello – non ci si ferma mai ovunque si lavori. Proprio come quando si lavora da casa».
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La Generazione Z spinge per la flessibilità
Il succeso del bleisure deriva anche dal fatto che la Generazione Z sta apportando grandi cambiamenti al proprio modo di lavorare. Già, perché nella scelta del lavoro molti si concentrano su fattori sociali o persino ambientali. E il viaggio bleisure non fa eccezione, secondo O’Kane.
«La cosa fondamentale che vedo è che studenti e giovani desiderano flessibilità. Non sono qui per lavorare dalle nove alle cinque perché vogliono lavorare per vivere, non vivere per lavorare. È un bene perché possiamo vedere molta più equità sul posto di lavoro. Un tempo la flessibilità ostacolava la carriera, soprattutto per le donne. Ma ora è vista come la norma e permette di creare qualità e parità in tutta la forza lavoro. Non c’è da stupirsi che i giovani siano in testa a tutto questo» ha osservato Paula O’Kane.
Consentire trasferte bleisure è un altro esempio di come una buona leadership possa valorizzare il personale. Paula O’Kane sostiene che, grazie a una buona definizione degli obiettivi permettere alle persone di viaggiare mentre lavorano può fare loro molto bene.
«Se si trova un’azienda che valorizza davvero i propri dipendenti e offre loro flessibilità nel lavoro, la fidelizzazione è (quasi) assicurata. Potrebbe essere solo una questione mentale. Ma dando alle persone la possibilità di vivere come vogliono pur ottenendo risultati, si favorisce la migliore versione di sé stessi. Sia dentro sia fuori dal lavoro».
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