Una Pasqua che lascia l’amaro in bocca.
All’indomani dell’ultima apparizione pubblica di Papa Francesco tra i fedeli, la mattina del 21 aprile 2025 arriva come una doccia fredda, segnando la fine di un’epoca. Un’epoca rivoluzionaria, almeno per la cristallizzata Chiesa Cattolica. Con la morte di Jorge Mario Bergoglio, argentino di origini piemontesi, si chiude un pontificato fatto di “prime volte”, che ha sfidato tabù e consuetudini nel tentativo sincero di svecchiare il Vaticano.
Ora, mentre il dolore è ancora vivo, Roma si trasforma nel cuore pulsante di un momento storico: il conclave per eleggere il suo successore.
In dodici anni di pontificato, Francesco ha scardinato schemi consolidati e infranto protocolli secolari. È stato il primo Papa latinoamericano, e sin dal 13 marzo 2013 il suo arrivo ha portato in Vaticano una ventata di umanità, semplicità e riforme concrete.
Ha rinunciato alla papamobile blindata e agli appartamenti papali, scegliendo la sobrietà della Domus Sanctae Marthae. Ha aperto i dossier della Banca Vaticana, visitato luoghi mai raggiunti da un pontefice — da Lampedusa a Baghdad — e non ha esitato a confrontarsi apertamente con i potenti del mondo, come nel caso dello scontro con Donald Trump (che, dopo un iniziale riserbo, sarà presente al funerale).
Oggi l’augurio è che quel vento di cambiamento non si affievolisca, ma trovi continuità. Che qualcuno, all’interno del Collegio cardinalizio — un gruppo ampio, globale, e in buona parte formato da nomine dello stesso Francesco — abbia il coraggio e la visione di raccoglierne l’eredità.
Chi sono i cardinali che eleggeranno il nuovo Papa?
Saranno 135 i cardinali elettori che, nei prossimi giorni, si riuniranno sotto la volta della Cappella Sistina. Provengono da ogni parte del mondo — America Latina, Africa, Asia, Oceania, Europa — portando con sé storie, lingue, sensibilità diverse. Un’assemblea che riflette la dimensione universale della Chiesa e, in buona parte, anche il disegno riformatore di Francesco.
Dove alloggeranno durante il conclave?
Per tutta la durata del conclave, i cardinali vivranno all’interno della Domus Sanctae Marthae, la residenza vaticana dove visse anche Papa Francesco. È un edificio moderno e discreto, con 106 suite e 22 camere singole, tutte dotate di bagno privato. Gli spazi comuni offrono momenti di confronto, ma anche di raccoglimento. Lì, lontani dai clamori del mondo, i cardinali troveranno riposo e concentrazione, in attesa dello Spirito Santo.
Chi coordina i loro spostamenti?
Dietro le quinte, ogni dettaglio è curato con precisione millimetrica. A gestire la macchina organizzativa è il Camerlengo, attualmente il cardinale Kevin Farrell. È lui a occuparsi degli spostamenti, dell’alloggio e della logistica. Al suo fianco, il decano del Collegio cardinalizio, Giovanni Battista Re, che guiderà il conclave dal punto di vista liturgico e procedurale.
Chi paga il conto? E quanto costa?
Tradizionalmente, è il Vaticano a coprire le spese legate al conclave — viaggi, vitto, alloggio e sicurezza. Ma Papa Francesco ha impresso anche qui il suo stile sobrio: nel 2023 ha abolito i sussidi per il clero vaticano, chiedendo ai cardinali di pagare l’affitto a prezzo pieno. Non è ancora chiaro se questa regola verrà applicata anche in occasione del conclave, ma lo spirito di austerità è ormai parte del DNA della Curia.
Quanto costa davvero partecipare a un conclave?
- Alloggio: Circa 150-200 euro a notte, se si prendono come riferimento strutture equivalenti a Roma.
- Viaggio: I voli intercontinentali possono arrivare a costare tra 1.000 e 3.000 euro.
- Logistica e sicurezza: Il trasporto interno, la sorveglianza e i servizi speciali fanno lievitare ulteriormente i costi.
In totale, si stima un costo tra i 2.000 e i 5.000 euro per cardinale, a seconda della distanza e delle necessità personali.
Un conclave blindato… anche dal mondo esterno
Una volta iniziato, il conclave si svolgerà in un silenzio assoluto. I cardinali saranno completamente isolati: nessun telefono, nessuna email, nessun contatto con l’esterno. Una scelta antica, che serve a proteggere la sacralità del momento e a impedire qualsiasi influenza esterna. Tutto è finalizzato a favorire la preghiera, la riflessione e il discernimento.
Dentro la Sistina, fuori il mondo intero
Fuori, in Piazza San Pietro, la gente si raccoglie in preghiera. Le telecamere sono puntate sul comignolo della Cappella Sistina, da cui — si spera presto — si alzerà la fumata bianca. Dentro, invece, il tempo sembra essersi fermato: l’arte di Michelangelo osserva silenziosamente i cardinali, custode di un rito che unisce fede, mistero e storia.
In un mondo sempre più frenetico e iperconnesso, il conclave resta uno degli ultimi spazi di assoluto raccoglimento. Un tempo sospeso, che parla ancora al cuore delle persone. E che, presto, darà al mondo un nuovo volto da chiamare “Papa”.
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