Auto a noleggio sempre più vecchie, in Italia non è quello il problema

Auto a noleggio sempre più vecchie, in Italia: non è quello il problema

È cominciata la frenata di immatricolazioni del noleggio italiano, fenomeno che aveva invece caratterizzato il mercato auto Italia negli ultimi anni per la vigorosità. Non cala la flotta, per ora, ma peggiorano le aspettative del settore

In occasione di ForumAutomotive 2025 il presidente Aniasa, Alberto Viano, ha ricordato come il mondo del Noleggio sia risorto dopo la pandemia e abbia letteralmente saputo rimbalzare, nei volumi e nelle immatricolazioni, per vari anni. Una spinta utile, nel mercato auto tricolore.

Oggi però, anche le auto a noleggio, a lungo termine per la maggiore, “invecchiano”. Accade per via delle situazioni politico fiscali che privilegiano le auto con spina, che lasciano incerti molti attori e ancor più dubbiosi i driver. Come più volte argomentato qui e a MissionForum, nella “tecnica” fiscale e di sostenibilità, la situazione attuale non facilita il Bel Paese ma anzi, frena le immatricolazioni di nuove auto. Ora, anche per i noleggiatori.

“Non so se sia un cinismo voluto, contro certe scelte, ma così facendo le immatricolazioni frenano. Un’auto di qualche anno oggi è paragonabile a una nuova (come quelle a termine di primo noleggio, ndr) per vari aspetti e se si inasprisce la tassazione, sui dipendenti con auto aziendali, si calano le immatricolazioni”.

Pur evidenziando il tema, Aniasa in senso stretto non soffre come associazione, anzi, qualche noleggiatore può ben gestire chi nella fase odierna vuole estendere i contratti, per auto aziendali, ma Viano oggettivamente segnala il “freno messo” a chi ha trainato il mercato automotive tricolore negli ultimi anni, il Noleggio, appunto.

Di riflesso, ricorda sempre il presidente ANIASA, si mette in potenziale e ulteriore invecchiamento il circolante, con tutto quanto ne consegue. Per sicurezza di tutti e magari anche per oneri manutenzione nel fleet, rispetto a quanto si era abituati, oltre che mutare un recente equilibrio che si era ottenuto nel “business” della filiera.

“Oggi purtroppo la politica è alla ricerca di un consenso accelerato, perdendo i riferimenti di un quadro a lungo termine: quello di cui invece le aziende hanno bisogno, per investire”.

Come vivono i noleggiatori questa fase storica, preoccupazioni ed eventuali gratificazioni?

“La preoccupazione è che siamo ancora largamente B2B, integrando molte catene del valore. Il carico sull’auto, che sposta anche le competenze, ora viene inasprito e alla lunga penalizza il nostro mercato. La cosa gradita è che il noleggio, dimostra pur in un momento di calo generale, come la nostra flotta stia salendo”.

Spaventano le alternative che qualcuno potrebbe mettere in atto, forzato a trovarle?

“Dove la popolazione si concentra, dai nostri studi, può lavorare bene il car-sharing e l’utilizzatore ha delle esigenze che sposano alternative all’auto propria. Serviranno però vetture progettate e dedicate a quell’uso di sharing. Nel resto d’Italia, dove non ci sono grandi centri, l’auto per uso esclusivo rimane. Il problema è che il nuovo costa troppo e il noleggio ha un ruolo anche per il flusso di vetture usate. Il nostro obiettivo, è rendere i servizi di mobilità sempre più flessibili in modo competitivo”.

Vedremo allora se di fronte a questa rigidità ancora imposta, scelte politiche mutanti a parte, davvero le aziende sceglieranno di fare altre proposte ai dipendenti, papabili di nuova auto aziendale e come questi gestiranno, il proseguire di un noleggio o il passare ad altro, per qualcuno il veicolo proprio, con rimborso spese secondo nuove Tabelle ACI in vigore.

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