Stamattina, venerdì 7 marzo 2025, nell’headquarter di Garmin a Milano, si è parlato del nuovo codice della strada per una maggiore sicurezza e prevenzione, alla presenza del Ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti Matteo Salvini.
Stefano Viganò, Amministratore Delegato Garmin Italia, ha aperto i lavori con un excursus sulla nascita del brand responsabile di aver esteso l’utilizzo del gps ai civili per la loro sicurezza quotidiana.
Dopo il caloroso benvenuto in casa Garmin sono intervenuti Matteo Salvini, Alessandro Morelli, Sottosegretario di Stato con delega al CIPESS già Viceministro MIT, Carlotta Gallo – Comandante del Compartimento della Polizia Stradale per la Lombardia e Claudia Maria Terzi – Assessore Infrastrutture e Lavori Pubblici Regione Lombardia.
Il Ministro parte sulla difensiva, quasi a voler rispondere a tutti coloro che l’hanno accusato di legiferare inutilmente, inasprendo pene e ponendo nuovi paletti. Salvini sottolinea l’urgenza di un nuovo codice normativo, dovuta a un cambiamento dei tempi e delle infrastrutture.
Riduzione degli incidenti con il nuovo CdS
Il precedente codice della strada risaliva al 1993 ed era stato rimaneggiato 200 volte. Salvini avrebbe potuto fare lo stesso, apportare piccole modifiche meno rumorose, e attribuire l’onere di reinventare il codice al prossimo incaricato. E invece si sa, Matteo è un uomo a cui non spiace creare discussioni. E ‘stavolta potrebbe anche avere ragione, perché settimana prossima saranno tre mesi dall’entrata in vigore del nuovo codice e gli incidenti si sono già sensibilmente ridotti. In due mesi abbiamo conquistato il traguardo di 750 feriti e 55 morti in meno. Se il trend sarà costante confermerà quello che il Ministro aveva previsto e quanto si auspicava di ottenere.
Poi Salvini chiama in causa Vasco Rossi e tutti quegli italiani che si sono aggrappati all’ennesima mossa accusata di essere anti liberale, ovvero l’inasprimento dei controlli legati all’utilizzo di droghe. Polemiche a parte, non sarebbe meglio agire sull’educazione fin dalle scuole dell’obbligo, innescando un cambiamento culturale? Ecco il banco di prova dove bisognerebbe imparare valori quali il buon senso e il rispetto dell’altro.
Educazione stradale a scuola
Salvini lo dichiara, andrà nelle scuole, perché è proprio quello il punto dal quale partire, fare leva sull’emotività di qualcuno che pensa che il problema non lo riguardi soltanto perché lontano dai suoi occhi.
La principale causa di morte dei ragazzi compresi tra i 16 e i 25 anni è proprio la strada e i motivi più frequenti sono velocità e telefonino, non le droghe né l’alcol.
Viene da pensare che anziché accanirci contro l’inasprimento delle sanzioni, forse dovremmo tutti prima metterci una mano sulla coscienza invece che sul cellulare.