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Tassazione auto aziendali, Anche sui rimborsi di ricarica per Bev o Phev

Tante, forse troppe o troppo rapide rispetto al passato, le novità fiscali per le auto aziendali. Come spieghiamo in dettaglio al MissionForum 2025. L’ultima, restrittiva e in parte contrastante rispetto all’impronta generale percepita nel periodo recente, palesemente “pro-Bev”, è che i rimborsi ai dipendenti per le ricariche di auto alla spina, assegnate in uso promiscuo, vanno tassati. È quanto sembra emergere dalle più recenti interpretazioni dell’Agenzia delle Entrate.

Onnicomprensività e Fringe benefit

Andando per gradi, si parte dal principio di onnicomprensività per cui quanto riceve un dipendente, in relazione al rapporto di lavoro, anche sotto forma di erogazioni liberali, costituisce reddito. Da gennaio, i nuovi veicoli concessi in uso promiscuo concorrono al reddito come fringe benefit con nuove aliquote derivanti dalla motorizzazione e non più dalle emissioni dichiarate: 50% dell’importo calcolato secondo costo chilometrico e percorrenza da Tabelle Aci, di base per le auto termiche (Ice) ma solo 10% se Bev, ovvero veicoli a batteria, con trazione solo elettrica e 20% se Phev, le ibride Plug-in.

In passato era stato chiarito che è irrilevante se il dipendente sostiene tutti o solo parte, dei costi di percorrenza inclusi dall’Aci nei conteggi, teoricamente anche per carburante o energia elettrica. Non dovrebbe così emergere ulteriore imponibile per il dipendente, rispetto al valore forfettario calcolato, qualora l’azienda sostenga costi già inclusi.

Ricarica domestica, wallbox aziendale e rimborso spese

In seguito a vari quesiti e interpelli posti all’Agenzia Entrate nell’ultimo periodo, però, emerge una nuova interpretazione che “divide” circa il sostenimento da parte dell’azienda, di costi per ricarica domestica di auto aziendali Bev o Phev in uso promiscuo.

È stato infatti chiarito che l’installazione a carico dell’azienda delle infrastrutture di ricarica come wallbox e colonnine, presso l’abitazione del dipendente, rientra tra i beni da tassare, come reddito da lavoro. Mentre il relativo consumo di energia non rientra tra i beni e i servizi aziendali (fringe benefit) costituendo così un vero rimborso spese.

Di conseguenza, i rimborsi che l’azienda fa al dipendente per l’energia usata nelle ricariche di Bev o Phev in uso promiscuo, costituirebbero reddito da tassare, per il cosiddetto driver aziendale.

Rivedendo la struttura delle norme fiscali per come evoluta nel tempo e le applicazioni precedenti, si sembra profilare così un rischio di doppia tassazione, per il dipendente che ricarica auto alla spina ricevendo poi un rimborso dell’energia elettrica.

FIAT Grande Panda-ricarica

L’assestamento della fiscalità su tutto l’ecosistema delle auto elettriche, è quindi ancora in corso se ci saranno come pare correzioni, a quanto dettato nell’ultima discussa Legge di Bilancio e spiegato da interpretazioni come questa sulle ricariche “da casa”. E il 2025 è certo l’anno che più di altri, nella storia italiana, segna cambiamenti importanti, incidenti sulle scelte di parco auto e car-list, per il rinnovo delle flotte che, va ricordato, pesano per buona parte dell’immatricolato nazionale.

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