Green-gate

Nuovo scandalo alla UE: dopo Qatar-gate potrebbe essere Green-gate

Rimbalza dall’Olanda la notizia di finanziamenti europei illeciti per spingere quel green deal che gli USA hanno appena declinato

Se confermata e punto di partenza per un nuovo scandalo giudiziario, sarebbe notizia bomba per la politica europea, quella che rimbalza dall’Olanda (prima fonte il De Telegraaf) ed agita l’europarlamento.

Secondo a quello del Qatar, temporalmente, ma più impattante su aziende e cittadini, questo scandalo. Perché questa volta si parla di pagamenti illeciti al fronte ambientalista, da parte dell’Unione dell’ex commissario Frans Timmermans.

Chi ha innescato l’Euro Green-gate

In ambito automotive e di trasporti, ma anche di mobilità in generale, prima tra tutte quella aziendale, sono noti gli oneri per perseguire i target europei da anni fissati. Ora, secondo le ipotesi di questo possibile scandalo che potremmo chiamare euro green-gate, casualmente in arrivo nel momento più buio per il green-deal sempre più discusso messo da parte negli USA, siamo a un punto critico.

Nessuna prova certa, a oggi, ma anche i maggiori media che parlano di inchieste pesanti, per una Commissione Ue che sovvenzionerebbe lobby ecologiste, Ong, creando pressioni tra i deputati e nelle stanze del potere nei Paesi membri, tutti alle prese con de-carbonizzazione e soluzioni onerose in favore dei target green Ue.

Non è chiarito, dalle indicazioni circolate su queste “inchieste” quali siano i volumi della cosa, quali le entità anche finanziarie coinvolte (una delle azioni peserebbe 700mila euro) e soprattutto quali le irregolarità, in un ambito non facile da comprendere per i cittadini, spesso a margine tra “bene e male” come quando si parla di azione di lobby.

Ancora una volta, chi contrariamente a noi non pone il condizionale seminando polemiche alimentando malumori social, mette in difficoltà le certezze e gli orizzonti di chi sulle soluzioni green ci lavora, quotidianamente, come il mondo del fleet e del travel management. A cui certo risulta difficile competere globalmente con chi non persegue il green-deal europeo, ma a cui certo non fa bene anche il vedere un percorso già oneroso divenire minato, in discussione, mentre servono certezze e investimenti a lungo termine.

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