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Limite 30 km/h in città: bilancio del primo anno a Bologna

Il numero complessivo degli incidenti mortali è sceso drasticamente, con un calo del 49% rispetto all’anno precedente

Un anno dopo l’introduzione del modello “Città 30” a Bologna, con limite 30 km/h, i risultati sono chiari e sorprendenti, tanto da sfatare i dubbi iniziali e dimostrare che limitare la velocità a 30 km/h nelle strade urbane è una scelta vincente per la sicurezza, l’ambiente e la qualità della vita. Con dati che parlano da soli, Bologna ha registrato significativi progressi, a partire dalla riduzione delle vittime della strada fino al miglioramento della qualità dell’aria e alla crescita della mobilità sostenibile.

Sicurezza stradale: zero pedoni morti e riduzione degli incidenti a Bologna

Il primo anno di sperimentazione del limite a 30 km/h ha portato a un risultato senza precedenti: nessun pedone è stato ucciso nel 2024, un dato che non si verificava da oltre 30 anni. Un successo che segna una svolta, considerando che proprio i pedoni rappresentano le categorie più vulnerabili sulla strada.

Ma non è solo il dato sui pedoni a brillare. Anche il numero complessivo degli incidenti mortali è sceso drasticamente, con un calo del 49% rispetto all’anno precedente. Non solo, gli incidenti stradali totali sono diminuiti del 13%, mentre gli incidenti gravi (i cosiddetti “codici rossi”) sono scesi addirittura del 31%.

Il dato è ancor più rilevante se confrontato con la situazione nazionale: secondo gli ultimi dati Istat, in Italia gli incidenti e i morti sulle strade urbane sono aumentati nel primo semestre del 2024, mentre Bologna ha visto una netta inversione di tendenza.

Con i 30 km/h migliorano qualità dell’aria e mobilità sostenibile 

L’effetto positivo del modello “Città 30” non si è limitato alla sicurezza, ma ha avuto un impatto significativo anche sull’ambiente. Il traffico in città è diminuito del 5%, con una conseguente riduzione del 29% delle emissioni inquinanti. Parallelamente, sono aumentati i veicoli alternativi: l’uso della bicicletta è salito del 10%, mentre il bike sharing ha visto un vero e proprio boom (+69%), così come il car sharing (+44%). La crescita dei servizi di trasporto pubblico, in particolare del Servizio Ferroviario Metropolitano, è stata anch’essa significativa, con un aumento del 31%.

Questo trend positivo dimostra come il modello “Città 30” stia incentivando una mobilità più ecologica e sostenibile, riducendo progressivamente la dipendenza dall’auto privata e promuovendo soluzioni alternative più ecologiche.

La sfida delle sanzioni e la cultura del rispetto delle regole

Il cambiamento non è stato privo di ostacoli, e non sono mancati i contrari al modello, accusato da alcuni di rallentare inutilmente il traffico e ridurre la libertà di movimento. Tuttavia, i dati raccolti nel primo anno parlano chiaro: il limite di velocità a 30 km/h non solo non ha comportato un rallentamento significativo dei tempi di percorrenza, ma ha contribuito a una circolazione più fluida e sicura.

Per chi non rispetta il limite, le sanzioni sono chiare: si parte da una multa di 29,40 euro per chi supera il limite di velocità di 10 km/h, fino a punizioni più severe per chi eccede di oltre 60 km/h. Le multe sono state uno degli strumenti per sensibilizzare e responsabilizzare i cittadini, e i numeri confermano che la maggior parte degli automobilisti si sta adeguando a questa nuova normalità.

Un esempio di successo del limite 30 km/h

Bologna, con il suo modello, non solo ha dato una lezione in termini di sicurezza stradale e sostenibilità, ma ha anche creato un precedente che potrebbe spingere altre città italiane a seguire il suo esempio. Ad esempio, Milano ha già iniziato a sperimentare il limite di 30 km/h su alcune arterie urbane e altre città come Torino e Firenze stanno prendendo in considerazione l’adozione del modello.

Nel contesto internazionale, il modello “Città 30” ha già dato ottimi frutti in città come Oslo, Bruxelles, Parigi e Londra, dove gli incidenti e le vittime sono diminuiti notevolmente dopo l’introduzione di limitazioni di velocità simili. Se questi risultati vengono confermati, Bologna potrebbe diventare il punto di riferimento per l’adozione di un modello di città a misura di pedoni, ciclisti e mezzi pubblici in tutta Italia.

Un cambio di paradigma urbano

Il successo di Bologna Città 30 con velocità a 30 km/h conferma che è possibile creare città più sicure, vivibili e sostenibili in tempi brevi. Non si tratta di un semplice abbassamento dei limiti di velocità, ma di un vero e proprio cambio di paradigma che riconosce la strada come spazio di relazione tra le persone, e non solo come un luogo di transito per le automobili.

Con un minor numero di incidenti, meno inquinamento, più mobilità sostenibile e una maggiore qualità della vita per tutti, Bologna dimostra che l’adozione del modello “Città 30” è non solo possibile, ma anche altamente auspicabile. E chissà, forse presto molte altre città italiane potrebbero seguire l’esempio della città felsinea per fare il primo passo verso un futuro urbano più sicuro e sostenibile.

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