L’intelligenza artificiale in auto riuscirà a fare breccia nei cuori degli utilizzatori? Quali sono le aspettative e i timori degli automobilisti italiani?
La ricerca “Dall’Automobile Sapiens, all’Automobilista Sapiens – Reazioni, aspettative e timori nei confronti dell’auto della nuova specie ed analisi della sua diffusione sul mercato” dell’Osservatorio Auto e Mobilità della Luiss Business School ha analizzato la percezione dell’Intelligenza Artificiale nel settore.
L’ateneo romano e il suo direttore scientifico, Fabio Orecchini, si sono concentrati sui fattori che influenzano l’accettazione e l’intenzione di utilizzo di sistemi di IA nei veicoli. Hanno poi osservato la diffusione sul mercato del fenomeno “Automobile Sapiens”, resa evidente dal numero di veicoli definiti da software (Sdv) in arrivo nei prossimi anni.
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L’intelligenza artificiale in auto, la propensione all’uso degli italiani
Una premessa: il concept Automobile Sapiens è un modello teorico elaborato dall’Osservatorio che rappresenta un’idea di veicolo dotato di tecnologie avanzate di IA. Queste sono capaci di prendere decisioni autonome per migliorare la sicurezza, ottimizzare l’esperienza di guida e semplificare la gestione delle attività quotidiane.
Per la ricerca è stato somministrato un questionario ad un campione rappresentativo di automobilisti di provata affidabilità in ambito accademico e aziendale. Il campione analizzato comprende adulti i 18 e i 60 anni (età media di circa 34 anni) ed è equamente distribuito per genere. Oltre il 57% dei partecipanti possiede una laurea, il 91,5% detiene o utilizza regolarmente un veicolo, il 32,4% ha familiarità con sistemi di guida assistita.
Prima della compilazione del questionario, i partecipanti hanno visionato un video, generato dal gruppo di ricerca con l’ausilio dell’intelligenza artificiale, che ha il compito di introdurre il concept di Automobile Sapiens.
I risultati evidenziano una caratterizzazione numerica ben riconoscibile: più della metà dei potenziali utilizzatori si vede già pronta ad entrare nell’era dell’Automobile Sapiens.
L’intenzione di utilizzo è manifestata da parte del 55,2% degli intervistati, mentre il 67,9% ha espresso un livello di familiarità medio-alto e otto su dieci (75,8%) hanno definito la tecnologia come altamente innovativa.
La sicurezza emerge come un aspetto convincente, con il 53,5% di fiducia nella capacità di prevenire incidenti e il 62,3% di tranquillità sul fatto che l’Automobile Sapiens sia progettata per evitare collisioni.
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Intelligenza artificiale in auto, la diffusione sul mercato
Le resistenze allo sbarco dell’intelligenza artificiale in auto sono legate al possibile alto costo di manutenzione e aggiornamento in caso di problemi tecnici o vulnerabilità informatiche. L’83,2% degli intervistati ha espresso preoccupazioni significative.
Riguardo alla delega totale dal punto di vista decisionale, solo il 28% degli interpellati si è detto favorevole.
«L’automobile sapiens – dice Fabio Orecchini – nasce da una piattaforma definita da software. È altamente elettrificata (quindi solo a batteria o ibrida plig in), passa dal by-wire al wireless, le luci esterne hanno funzioni di comunicazione e chi entra può scegliere di essere riconosciuto».
L’identikit prosegue anche con altre caratteristiche: la plancia non ha comandi fisici ma solo vocali o gestuali e la regolazione delle funzioni di bordo è biometrica. Da notare che le impostazioni e le preferenze sono frutto del processo di apprendimento quotidiano dell’intelligenza artificiale. E la virtualizzazione del veicolo permette di “portare con sé” le proprie impostazioni anche su un’altra vettura.
Del resto l’intelligenza artificiale è già entrata nella vita di molte imprese. Il World Economic Forum afferma che la capacità di calcolo destinata all’IA a livello globale sta raddoppiando ogni cento giorni. La Semiconductor Industry Association segnala, nel suo rapporto 2024, che l’automotive è salita dal 14% al 17% del mercato dei semiconduttori negli Usa. Ed è l’unico settore a presentare un aumento (+15% sull’anno precedente).
IA e ChatGPT, numeri in aumento tra i costruttori auto
Ad oggi sono 11 le piattaforme lanciate sul mercato in Europa, progettate per equipaggiare i modelli appartenenti agli Sdv o veicoli definiti da software. Nei prossimi due anni se ne aggiungeranno almeno altre diciotto. Numeri destinati ad aumentare negli anni, con diverse case auto che stanno per lanciarne altre.
Le chatbot, cioè i software in grado di dialogare in forma scritta e parlata con l’utilizzatore, sono l’espressione attualmente più riuscita, semplice e diffusa dell’Intelligenza Artificiale in auto all’interno di tutti i processi dell’industria produttrice.
Sui marchi auto atalizzati, tutti propongono un assistente vocale di bordo che perme di utilizzare in vettura Google Assistant e Siri. Tredici brand permettono ad Alexa di accedere e comandare funzioni di bordo all’interno della stessa vettura. A queste se ne aggiungono 6 che utilizzano (o possono utilizzare) Alexa built-in (incorporato e delegato dal sistema) e 5 Google Assistant built-in. Sono infine 4 le case che associano ai loro assistenti vocali un avatar e 14 quelle che già incorporano ChatGPT.
La crescita dell’Intelligenza Artificiale sta, inoltre, portando nuovi concetti e nuovi approcci nello sviluppo dei sistemi di sicurezza a bordo dell’Automobile Sapiens. Il giro d’affari è enorme. Si prevede che il giro d’affari per i sistemi di In-Cabin Sensing crescerà dagli attuali 2,5 miliardi di dollari a 6-8 miliardi entro il 2030. Ciò anche sotto la spinta di standard di omologazione sempre più severi.
(Leggi di più sul portale dell’Osservatorio Luiss)