Stiamo già assistendo al trailer futurista delle auto volanti e dell’innovazione esasperata, scoprendo realtà ancora pilota, talmente discostanti da ciò che ci è familiare da apparire ostiche e divisive. Ne sono un esempio i veicoli a guida autonomia, che fanno capolino nelle strade di San Francisco, taxi dal conducente fantasma, pilotati dall’Intelligenza Artificiale. L’approccio è sublime, a cavallo finora tra curiosità e riluttanza.
Ma questo è solo il precursore di una rivoluzione più ampia, totalizzante, ubiqua, che coinvolgerà non solo il settore automotive, ma tutti gli ambiti dell’esistenza. Il cambiamento sta già muovendo i primi passi e i prossimi sono preannunciati. Una mattina potremo svegliarci e recarci in aereoporto scortati da una navetta elettrica autonoma o un taxi-drone, ma anche essere serviti da un robot delivery.
È lo scenario descritto dal report “The evolution of airports-A flight path to 2050” ed è più vicino del previsto. Il non luogo per eccellenza, quello in grado di collegarli tutti, è stato preso in esame da Oliver Wyman, Concilio internazionale degli aereoporti del mondo e Centro per il turismo globale sostenibile. Tra 20 o 30 anni gli aereoporti saranno automatizzati, garantendo un’esperienza intermodale, digitale e personalizzata.
Gli autori prevedono che entro il 2030 la flotta commerciale globale si espanderà del 33% fino a oltre 36 mila aerei, tra 2022 e 2040 il traffico crescerà del 5% all’anno ed entro il 2040 19 miliardi di viaggiatori transiteranno ogni anno nel mondo.
Ma a cambiare sarà anche la modalità con la quale le persone si sposteranno.
I 5 megatrend per il 2050 saranno il raggiungimento del traguardo zero emissioni, l’innovazione tecnologica, la connettività intermodale, il cambiamento della forza lavoro e conseguentemente la rivoluzione dell’esperienza del passeggero.
Per compiere quest’impresa titanica servono comunione d’intenti e investimenti onerosi. Oltre il 90% delle emissioni del trasporto aereo è dovuto infatti alla combustione del carburante dei velivoli. Qualcosa di ineliminabile, ma rinnovabile, grazie all’adozione di Saf nel medio termine, ma soprattutto idrogeno ed elettricità dal 2040. Il processo di decarbonizzazione è stato avviato, ma il Saf risulta inadeguato a causa della capacità ridotta pari al 10% del fabbisogno di carburante.
Per quanto riguarda invece burocrazie e servizi, biometrie e big data efficienteranno le procedure, snellendole e migliorando l’esperienza dei passeggeri. Tuttavia a causa di infrastrutture inadeguate, l’integrazione di nuove funzionalità richiederà altrettanto tempo e investimenti.
Nel frattempo l’adozione degli eVtol, veicoli elettrici a decollo e atterraggio verticale, e i veicoli a guida autonoma, influenzeranno il design degli aereoporti. Ma anche in questo caso i costi elevati limiteranno il business a pochi eletti nel primo decennio.
Entro il 2050 tuttavia i veicoli di servizio in aereoporto saranno elettrificati così come i voli per le tratte di corto raggio. L’evoluzione ultima sembra consistere nella costruzione di vere e proprie città-aereoporto, finora utopia, ma che potrebbero diventare presto non luoghi capaci di esserli tutti.
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