Nei mesi precedenti al Covid, si era parlato di una fusione Stellantis-Renault. Ma nulla andò a buon fine. Anzi: per la precisione il possibile matrimonio sarebbe stato tra Fca e il marchio automobilistico nato in Francia nel 1898 per opera di Louis Renault.
(Leggi la proposta 2019 di Fca)
Ora questa ipotesi – per ora smentita da John Elkann – potrebbe concretizzarsi nei prossimi mesi, viste le indiscrezioni diramate da organi di stampa di mezza Europa.
Sul piatto ci sono aziende con fatturati miliardari. Già, perché alla fusione Stellantis-Renault potrebbe aggiungersi un’alleanza con Bmw, creando così un gruppo paneuropeo in grado di competere sui mercati mondiali.
In questi momenti di crisi di vendite, con l’auto elettrica che rimane al palo in Italia e in Europa, fusioni e alleanze sembrano le uniche vie d’uscita per non soccombere sulla Via della Seta. La Cina e le sue industrie automobilistiche, infatti, hanno da tempo lanciato una offensiva con prodotti a basso costo.
(Scopri il mercato auto della prima parte del 2024)
Fusione Stellantis-Renault: sul piatto ci sono 18 marchi (+Bmw)
Se andasse in porto questa maxi transazione, il tricolore francese sventolerebbe sul nuovo soggetto anche se insieme ad altri vessilli nazionali. Basi pensare che lo stato francese è proprietario del 15% di Renault e del 6,2% di Stellantis, anche se attraverso la banca transalpina Bpifrance.
Se andasse in porto, la fusione comprenderebbe 18 marchi, di cui 15 di Stellantis. Questi ultimi sono le italiane Abarth, Alfa Romeo, Fiat, Fiat Professional, Lancia e Maserati, le statunitensi Chrysler, Dodge, Jeep, Ram Trucks, le francesi Peugeot, Citroen e DS, la tedesca Opel e la britannica Vauxhall. A queste si aggiungerebbero la francese Renault, la romena Dacia e la giapponese Nissan.
Un panel di brand capaci di soddisfare qualunque segmento, soprattutto se nella partita dovesse entrare Bmw, che pure non punterebbe a una fusione. Il costruttore bavarese porterebbe in dote il know how per i veicoli di alta gamma, soprattutto elettrici e forse tra i primi concorrenti dei veicoli a batteria fatti in Cina.
Secondo organi di stampa francesi (e non solo), Stellantis e il gruppo Renault sarebbero come “cane e gatto”. Soprattutto alla luce dell’opposizione del Ceo Carlos Tavares all‘allentamento degli standard europei sulle emissioni di CO2 voluto da Renault e da altri gruppi auto.