Come più volte detto qui, le auto cinesi in Europa non soppiantano e non soppianteranno molte classiche vetture note, ma arrivare al 7% sì. Almeno secondo le ultime analisi e studi, uditi oggi da MissionFleet al rapporto ANIASA 2023 2024.
Lo scorso anno il mercato italiano dell’auto è risalito del 19%, ma ben lontano dai livelli pre-pandemici e da un nuovo equilibrio. La trasformazione del panorama è evidente analizzando le preferenze dei consumatori, con una chiara tendenza dal diesel alla benzina. L’arrivo dei marchi cinesi potrebbe rappresentare un’ulteriore incognita, con una quota di mercato prevista del 7% (o anche superiore, in funzione della capacità dei brand cinesi di approdare con modelli di segmento più basso a prezzi competitivi) entro il 2030.
A noi interessa per un semplice fatto: erodono quota a discapito soprattutto di Paesi come l’Italia, il Regno Unito e la Francia, che sono importatori netti di auto (cioè in Italia produciamo molte meno auto di quelle che compriamo, indipendentemente dal brand).
L’elettrica “giusta” deve arrivare
Analizzando i dati delle singole città, si nota la tendenza dal diesel alla benzina, anche nelle metropoli più grandi. Solo 1 compatta su 50 però è elettrica, mentre tra le vetture medio-grandi avanza il plug-in hybrid.
Guardando all’Europa, ormai le «curve di crescita» del BEV si sono appiattite ovunque, soprattutto in Germania. Il declino delle vendite di vetture diesel e il contemporaneo aumento delle emissioni totali sollevano interrogativi sulle strategie di transizione del settore. Il mercato sta mostrando una preferenza crescente per veicoli a benzina o mild hybrid, ma è altrettanto chiaro che occorre un’impostazione più decisa verso la sostenibilità.
Come si muovono i produttori auto cinesi
Nel 2019, il 42% delle auto vendute in Cina apparteneva a marchi europei. Solo il 27% era di brand locali. Oggi la situazione è cambiata: solo il 32% delle auto vendute in Cina è du marchi europei, mentre il 43% è da marchi locali.
La Cina si è ripresa il proprio mercato. L’arrivo dei marchi cinesi sul mercato europeo potrebbe avviare una nuova fase. Si prevede che entro il 2030 acquisiranno una quota di almeno il 7% (o più), con un impatto significativo su Paesi come l’Italia, il Regno Unito e la Francia, che si trovano tra i principali importatori di veicoli.
“In questo contesto, l’emergere di nuovi attori nel mercato invita all’attenzione l’Europa, Italia compresa, ma presenta anche opportunità. Le normative sempre più rigorose, specialmente sulle emissioni, richiedono un’adeguata preparazione e investimenti da parte delle case europee. È importante tenere conto seriamente delle preferenze dei consumatori e adattarsi ai cambiamenti nelle loro abitudini di acquisto per tutelare la competitività nel mercato globale, mantenendo l’attenzione sulla sostenibilità ambientale del settore, ma anche su quella economica”, spiega Gianluca Di Loreto, Partner e responsabile automotive Italia di Bain & Company.