Un evento che la Global Business Travel Association ha tenuto a Roma è stata l’occazione per analizzare e “fotografare” gli impatti geopolitici su business travel e Mice.
Tali impatti sono direttamente correlati con l’emergenza Covid, con la guerra in Ucraina e con l’inasprirsi del conflitto in Medio Oriente tra Israele e popolazioni circostanti.
Main sponsor è stato Cds Groupe, mentre Bwh Hotels e Siap (tecnologie per il turismo) hanno fatto da sponsor tecnico.
A guidare la presentazione, Andrea Giuricin professore dell’Università Milano e alcuni atenei americani e senior consultant presso la Banca Mondiale.
Gli impatti sul business travel del trasporto aereo
Tra gli elementi che balzano agli occhi, riscontrabili nel dettaglio della tabella, c’è l’andamento del trasporto aereo in Italia che nel 2023 dovrebbe superare i numeri del 2019.
Anzi, è quasi certo: se nell’ultimo anno prima del Covid i passeggeri in transito dagli scali della Penisola furono quasi 161 milioni, lo scorso anno sono stati 163.
In Italia, poi, è aumentato fortemente il trasporto aereo all’interno dell’Unione europea, al punto che la Penisola ha superato la Francia.
Nel sistema complessivo, l’evoluzione del trasporto aereo e del trasporto in generale ha avuto impatti anche sul business trave.
«Basti vedere – spiega Andrea Giuricin – come i vettori low cost abbiano conquistato importanti quote di mercato, risultando tra i più utilizzati. In tutta Europa. Tra il 2005 e il 2019, Alitalia è scesa da 30 a 21,3 milioni di passeggeri mentre Ryanair è salita da 33,4 a 151,4 milioni. Ed è al primo posto».
Come conseguenza di ciò è aumentato anche il traffico in quasi tutti gli aeroporti italiani, dove i 2 maggiori scali (Fiumicino e Malpensa) hanno sì aumentato i transiti ma hanno perso quote di mercato. Le tabelle qui sotto chiariscono meglio i numeri.
Aeroporti italiani, prezzo dei biglietti aerei e passeggeri
Andando nel dettaglio della crescita degli aeroporti italiani, la tabella accanto mostra come i cosiddetti scali minori – Milano-Bergamo a Napoli, Venezia, Catania e Bologna siano cresciuti.
Milano Linate, a causa di un limite ai movimenti non ha avuto lo stesso boom.
Parlando di compagnie, nella Penisola le quote di mercato sono in mano a 3 grandi vettori: Ryanair (33%), Easyjet (12%) e Ita Airways (9%). Il restante 46% è suddiviso tra i rimanenti vettori.
«Il settore sta crescendo grazie a compagnie low cost e alle alleanze tra vettori» continua Andrea Giuricin. «Intanto questo mercato si sta concentrando sempre di più: in Europa i primi 5 grandi gruppi hanno il 50% del mercato mentre negli Usa hanno l’86%. E l’Europa sta andando in questa direzione».
A proposito di aerei, gli impatti su business travel e Mice sono dati anche anche dal prezzo dei biglietti, strettamente correlato col prezzo del carburante. Quest’ultimo incide fino al 40% dei costi di una compagnia aerea, contro circa il 10% del costo del personale.
«Nel 2024 i prezzi non dovrebbero scendere anche per i ritardi nella consegna degli aeromobili da parte dei costruttori».
Intanto anche glieventi internazionali ci mettono del loro nell’alterare il comparto e, di conseguenza, il business travel. La guerra in Ucraina, infatti, ha portato allo stop del sorvolo dei 2 paesi in guerra. Ne consegue che i collegamenti tra Europa ed Estremo Oriente devono aggirare la Russia, con aumento delle ore di volo, dei consumi e delle tariffe.
L’impatto del trasporto ferroviario sul business travel
Nei trasporti e negli impatti che questi hanno su business travel e Mice il trasporto ferroviario gioca un ruolo importante. Soprattutto alla luce del fatto che i collegamenti ad alta velocità hanno avuto una discreta diffusione in tutto il mondo.
I numeri parlano da soli: dai 20.339 km del 2011 si è arrivati ai 56.129 del 2020, con la Cina che oggi ne ha 38.283 contro i 3.487 della Spagna e i 921 dell’Italia. Questo mentre altri mercati sono in fase di apertura, come gli Stati Uniti, i paesi arabi, altri paesi europei e la Russia.
La tabella a sinistra mostra invece il numero di passeggeri per chilometri, che vede l’Italia al terzo posto dopo Giappone e Corea del Sud.
In Italia vince soprattutto la frequenza dei collegamenti rispetto agli altri paesi. Sull’asse Milano-Roma viaggiano una media di 164 treni al giorno, di cui 100 delle Fs e 64 di Italo.
Basti pensare che tra Madrid e Barcellona ce ne sono 90, tra Parigi e Lione 60 e tra Berlino e Monaco ce ne sono 38. «Per il business travel, la frequenza dei treni e degli aerei è fondamentale».