Welfare aziendale

Welfare aziendale nuove generazioni: meno auto, più tempo

Mondo welfare aziendale: cresce la voglia di tempo personale, al netto delle priorità previdenziali e sanitare, per i lavoratori

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Noi che in redazione ci occupiamo sia di auto aziendali, sia di viaggi lavorativi, ben sappiamo come si sta evolvendo il mondo del welfare, aziendale. Un mondo caro a tutti anche se “sentito” maggiormente in certi momenti, dove diventa fondamentale la cura di se stessi e degli affetti, magari.

Cresce la spesa, di welfare, stimata prossima ai 340 miliardi in Italia. Con un po’ meno interesse, per i giovani almeno, verso “l’auto cool” ma più per il tempo personale che, secondo i casi, vale più di una vettura. Almeno per qualcuno.

Sono molti gli studi recenti che mostrano, numeri alla mano, come la maggior parte dei lavoratori intervistati in Europa e nel Mondo, cerchino di migliorare l’equilibrio tra lavoro e vita privata.

Soprattutto i giovani, che danno maggior peso alle ore di tempo libero, oltre che lo status-symbol classico della company car assegnata. Anche i sindacati si stanno allineando alla tendenza: riduzione orario di lavoro, almeno in alcuni ambiti dove la produzione non ne esce troppo penalizzata.

Nuovi trend di Welfare aziendale

Ad esempio, ancora una volta, ne escono “meglio messi” in Italia i bancari: attesa una possibile riduzione oraria di mezz’ora alla settimana. Altro tema, che vede il welfare toccare il tempo e non solo le macchine, sono i permessi retribuiti, sempre più gettonati e non solo per visite personali o dei figli.

Sempre un ambito bancario assicurativo, vede UniCredit convertire in tempo il premio lavoro: fino a cinque giorni liberi in più l’anno. Tra le altre cose, si parla di aumento del congedo parentale e inediti programmi di aiuto per lavoratori con patologie serie (sostegno, visite e flessibilità di lavoro).

In ogni caso, a oggi, è la spesa previdenziale quella più impattante su budget di welfare, seguita dal mondo sanitario. Elementi di fatto minati, dalle difficoltà nella sanità pubblica e nell’ipotesi di pensione per i giovani.

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