Il settore del business travel, i viaggi d’affari, ha il proprio peso, anche in Italia: oltre 21 miliardi di euro, nel 2023. Il Gruppo Gattinoni, tra i maggiori attori come Tmc al servizio del settore, ha sondato necessità, visioni, opportunità e difficoltà presenti nell’evoluzione del settore stesso.
Con una ricerca e molti dati, per dare quadro il più possibile completo di opinioni e prospettive. Almeno negli ambiti esplorati: tecnologia, benessere e produttività, sicurezza, sostenibilità e responsabilità ambientale, mobilità. Vediamoli uno a uno, per come interessano i travel manager.
Tecnologia
Il futuro del travel management sarà plasmato dall’intelligenza artificiale. Il 37% degli intervistati prevede che i tool basati sull’IA forniranno nuove prospettive. Analisi avanzate, previsioni e ottimizzazione dei costi. Così i Travel Manager svilupperanno le proprie competenze, ottimizzando il vantaggio di tali tecnologie.
L’IA offrirà, inoltre, l’opportunità di acquisire maggiori consapevolezze in merito a strategie di viaggio e allocazione dei budget. Il 79% prevede che entro il 2030 le grandi aziende faranno un più ampio utilizzo dell’intelligenza artificiale e degli assistenti virtuali.
Segnalato anche l’utilizzo di blockchain, per garantire tracciabilità e sicurezza delle transazioni e dei dati relativi ai viaggi: è risultato rilevante ottenendo l’82% di approvazione.
Il 77% si è detto interessato alla creazione di ecosistemi di viaggio interconnessi in cui le diverse fasi del viaggio (trasporto, alloggio, ristorazione, attività̀). Il 57% del campione prevede l’imminente integrazione di dispositivi indossabili e tecnologie biometriche per semplificare il check-in, il controllo dei documenti e la sicurezza, integrazione che mira a rendere l’intero processo di viaggio più fluido e sicuro.
Il 57% proietta il focus sul Metaverso a dopo il 2030: è coerente che l’utilizzo frequente del “Metaverso” per la gestione degli incontri di business non sia un criterio di scelta prioritario per i Travel Manager.
Sicurezza
Per il 53% degli intervistati la preoccupazione per la protezione dei dati sensibili. Per il 48%, privacy e gestione dei dati sono viste con reticenza dai viaggiatori aziendali.
L’84% dei Travel Manager prevede di affrontare la sicurezza, collaborando con fornitori specializzati per ottenere informazioni sulle minacce globali. Un’ampia percentuale (81%) si concentrerà sulla promozione della formazione sulla sicurezza; allo stesso modo, utilizzerà dati e analisi per valutare rischi e adottare misure preventive. Il 71% implementerà politiche aziendali rigorose, incluse scelte di alloggio sicure e protocolli di gestione delle crisi.
Benessere
Secondo il 43% la scommessa principale per le aziende sarà l’adattamento a smart working, workation, bleisure e alle richieste di servizi più personalizzati e flessibili per ottimizzare i viaggi di lavoro.
Per il 71% degli intervistati, incoraggiare lavoro da remoto con strumenti digitali rappresenta un’opzione percorribile, anche in ottica di sostenibilità.
I Travel Manager coinvolti nella ricerca non incoraggiano a viaggiare meno, ma a farlo in un’ottica più responsabile. Un approccio maggiormente umanistico e olistico.
Salute, benessere psicofisico, sociale e relazionale dei dipendenti si ripercuote sulla produttività aziendale, come è stato dimostrato anche dal fenomeno delle “grandi dimissioni”.
Per il 49% degli intervistati, i viaggiatori d’affari stanno sviluppando una visione più integrata del benessere aziendale e personale durante i loro spostamenti. Questa prospettiva abbraccia servizi di assistenza personalizzati e programmi che puntano a migliorare la salute psicofisica.
Le aziende, infatti, sono sempre più inclini a esplorare dati avanzati, non solo per gestire fluttuazioni di costi, anche per anticipare le esigenze e preferenze del proprio personale viaggiante. Il 50% degli intervistati si aspetta che le policy aziendali porranno sempre più enfasi sul benessere complessivo dei viaggiatori d’affari, inteso come benessere psicofisico.
Il benessere dei dipendenti-viaggiatori rappresenta, dunque, un imperativo aziendale, specialmente alla luce del fenomeno noto come la “great resignation”.
E’ necessario un approccio multifunzionale, eliminando le barriere comunicative tipiche delle strutture aziendali tradizionali e facendo dialogare tutti i ruoli interessati dal processo. Il coinvolgimento di diverse parti interessate e la collaborazione tra vari dipartimenti aziendali è cruciale: il 40% dei Travel Manager riconosce questa necessità e dichiara che si impegnerà a collaborare con altri dipartimenti per sviluppare una cultura del benessere nei viaggi d’affari.
Sostenibilità
A fronte di un 19% di imprese – fra quelle intervistate – che ancora non hanno adottato alcuna misura specifica per rendere i viaggi d’affari più sostenibili, i Travel Manager attualmente propendono nella selezione di fornitori che agiscono in modo sostenibile (20%) e introducono meccanismi di compensazione a fronte del carbonio emesso nei viaggi aziendali (17%).
L’87% dei Travel Manager riconosce l’importanza di negoziare con i fornitori per assicurare opzioni di qualità e convenienti in linea con i principi sostenibili; l’82% vuole prenotare servizi di viaggio più ecologici.
Il 49% degli intervistati ritiene sarebbe utile integrare gli indicatori di sostenibilità nelle ipotesi di viaggio. Il 39% ritiene che sarebbe necessario garantire la conformità alle politiche e agli standard di sostenibilità aziendali in ogni organizzazione e prenotazione di viaggi. La sostenibilità non è solo ambientale ed economica ma anche sociale; il 43% degli intervistati sostiene che occorre adattarsi ai nuovi modelli di lavoro e alla richiesta di flessibilità da parte dei viaggiatori.
Mobilità
Il 48% dei Travel Manager ritiene che dovrà tenere conto delle tecnologie emergenti della mobilità che potrebbero essere introdotte sul mercato, valutando le conseguenti implicazioni operative, finanziarie e di sostenibilità per la propria azienda e i viaggiatori aziendali.
Gli intervistati dividono il panorama in due fasi temporali. Nei prossimi anni daranno priorità a mezzi di trasporto a emissioni zero (veicoli elettrici o a idrogeno) e si aspettano di essere chiamati a collaborare con piattaforme che integrano tutti i servizi di mobilità, per viaggi intermodali.
La grande sfida di fatto arriverà dopo il 2030 con l’esplorazione di nuove forme di mobilità, tra le quali veicoli aerei a decollo e atterraggio verticale (VTOL), e sistemi come Hyperloop (91%), oppure mezzi di trasporto a guida automatizzata per ottimizzare l’utilizzo delle risorse e ridurre gli impatti ambientali (80%). Potrebbero, infine, emergere altri attori e opzioni di mobilità ancora più innovative, tra cui i roboshuttle (minibus autonomi condivisi da quattro a otto posti) o gli aerotaxi urbani.
Formazione
Il contesto socio-economico nazionale nel quale operano i Travel Manager appare estremamente frenetico, e richiede grande capacità di adattamento: il 56% degli intervistati ha individuato come essenziale la necessità di investire nella formazione e nell’addestramento del personale e il ruolo cruciale che giocherà la formazione nei prossimi anni è principalmente legato a due ambiti: tecnologia e sicurezza.